Il business travel in Italia nel 2020 ha visto crollare la spesa a 7,6 miliardi di euro. In balìa della «tempesta perfetta tra mercato debole e contingenza – spiega il direttore dell’Osservatorio business travel, Andrea Guizzardi -, il settore dei viaggi d’affari ci consegna un 2021 fitto di domande: quanto dureranno le limitazioni ai viaggi (secondo il quadro normativo) e la percezione di insicurezza dell’incontrarsi? Soprattutto: i cambiamenti sono strutturali o congiunturali?».
Dalle interviste ai travel manager emerge che per parlare di ripresa effettiva si deve aspettare il 2023. Con la sola attività “tecnica” che prevedono ritorni ai voli pre-Covid19. «Invece, i viaggi collettivi non sono previsti in recupero e nel settore terziario c’è più urgenza di tornare ai meeting in presenza».
La diminuzione complessiva è del 63% sull’anno precedente, con 13 miliardi di spesa lasciati sul terreno.
Approfondisci sui viaggi d’affari nel 2019 nel mercato italiano.
Il business travel in Italia nel 2020 tra viaggi domestici e internazionali
Il mercato nazionale (3,2 miliardi di euro) realizza la performance “migliore” (-56%), quello internazionale (4,4 miliardi) si riduce di due terzi (-67%), complice la forte riduzione dei prezzi del trasporto e il deprezzamento del dollaro contro l’euro (-2%).
I dati per segmento: i trasporti mantengono il 51% del mercato e per la prima volta quello su gomma supera la biglietteria. I biglietti aerei perdono 7,7 mld a fronte di un calo dell’80%. Gli hotel a -61%, la ristorazione -53%.
Quando si intravede una prima ripresa?
Nel secondo semestre del 2021 con una netta polarizzazione delle percezioni. Il sondaggio, infatti, rivela che il 59% vede un anno in cui le trasferte aziendali aumenteranno, mentre un 35% stima che diminuiranno, infine solo il 6% prevede la spesa sui livelli del 2020.
«Sono le grandi aziende che vedono più nero – argomenta Guizzardi -: se dovessi tradurre in un numero le aspettative dei travel manager sull’evoluzione della spesa travel per il 2021 direi un aumento del +12% con una forchetta molto ampia. Non ho mai visto un mercato di questo tipo dove la prudenza spesso sfocia nel pessimismo. Del resto, per recuperare la perdita del 63% in tre anni, servirebbe una crescita media del 30% ogni anno».
Il lavoro dei travel manager nel 2020
Dall’indagine presentata stamane in diretta streaming su Osservatori.net è interessante notare che sono aumentati i servizi a valore aggiunto, tra quelli erogati nel mezzo dell’incertezza di quadri normativi in continua evoluzione e tra i lockdown nei Paesi. Guizzardi: «I travel manager si sono occupati di sicurezza e qualità del viaggio. Hanno condotto un ruolo da dirigenti, pensando all’output del travel management».
Questa evidenza porta il professore a introdurre un tema a lui caro: quello della evoluzione del ruolo.
Sottolinea: «Se la spesa crolla del 63%, la crisi è l’occasione per parlare di performance dei viaggi d’affari e di primato di efficienza anche negli uffici viaggi aziendali. Andiamo oltre i costi, c’è dell’altro che riguarda il travel management. Le skill richieste e le professionalità dovranno aumentare. E’ un’occasione da sfruttare».
Digital travel: raddoppiano le prenotazioni alberghiere dirette
L’Osservatorio business travel è stato presentato insieme a quello di innovazione digitale nel turismo che compie 8 anni di attività in seno alle attività di ricerca del Politecnico di Milano.
Nell’anno della pandemia, il mercato digitale del Travel in Italia è sceso a 6,2 miliardi di euro, perdendo il -60%. In linea quindi con i viaggi d’affari. Tra le trasformazioni messe in rilievo c’è il raddoppio (il 26%) delle prenotazioni alberghiere dirette dei clienti attraverso strumenti digitali.
Domanda e innovazione dell’offerta nell’anno della pandemia
Poco si è viaggiato, per lavoro o per turismo, ma il 2020 ci ha lasciato segnali di cambiamento che dureranno.
Ne ha parlato Eleonora Lorenzini, co-direttrice dell’Osservatorio innovazione digitale nel turismo al Politecnico. «L’ecosistema Travel è mutato insieme all’esplosione della domanda di contenuti digitali: gli internet user hanno aumentato la fruizione del 40% nel 2020», argomenta.
Lo smart working nei luoghi di vacanza ha rappresentato un trend in qualche modo presidiato: il 39% degli hotel ha dichiarato di avere ospitato clienti in remote working. I travel manager asseriscono di accettare convenzioni per il lavoro a distanza nella misura del 5%.
Tra i trend più legati all’innovazione digitale c’è il distanziamento, che ha accelerato il processo di digital transformation: le strutture ricettive hanno offerto check in online e mobile in modo più ampio rispetto al 2019. Prima solo l’8% lo offriva, oggi il 31%. E ancora, se nel 2019 solo il 2% proponeva chat per prenotare, il dato è salito al 14% nel 2020. Senza contare che la meeting industry non abbandonerà tanto presto le piattaforme di meeting online.
Conclude Lorenzini: «Da parte dei travel manager c’è la propensione ad affidarsi a Tmc e agenzie di sicurezza e provider di informazioni, nonché assicurazioni specializzate. La sicurezza è il driver di scelta nel business travel: il 35% ce lo segnala insieme al 46% che indica la flessibilità come parametro. Nel 2020 il ricorso ad agenzie di intermediari è crollato del 40%, ma solo il 3% ha dichiarato di volervi rinunciare in futuro».
Sicurezza sul lavoro e i tempi di recupero delle trasferte
Secondo Lucio Mattielli, managing director di Sicuritalia security solutions, le imprese si affideranno sempre di più a professionisti affermati, anche perché l’interpretazione del quadro normativo diventa più complesso. L’azienda che eroga servizi di sicurezza ha visto incrementare i quesiti di travel security sul Covid19 mentre le reti commerciali hanno aumentato i clienti dell’80%.
«La ripresa del business internazionale è una necessità e le imprese non possono stare più in stand by – osserva -. Il set informativo che gli si offre seve essere accurato per far viaggiare in sicurezza il personale. Anche in funzione degli obblighi di conformità alle norme italiane di sicurezza sul lavoro valide per le trasferte. Gli specialisti del viaggio vedranno una importante ritorno sulla scena. Se sapranno guadagnarsi un vantaggio competitivo in uno scenario 2021 complesso».
Per Renato Avagliano, chief sales officer di Allianz Partners, «i tempi di recupero del business travel saranno più lunghi, ma siccome parliamo di ecosistemi e di persone, dobbiamo considerarle nella loro complessità: perciò abbiamo commissionato una ricerca al futurologo Ray Hammond per individuare soluzioni in ogni momento della vita. Comprendendo sia la casa e il lavoro, sia la mobilità e la salute. Di certo avremo bisogno sempre di più dati per aiutarci a prendere decisioni progettuali. E dovremo essere più bravi ad analizzare i bisogni filtrando l’ansia dettata dal periodo».
Approfondisci sulla vita dopo il Covid19 nella ricerca del futurologo Ray Hammond.