Il 1° ottobre, presso lo Sheraton Diana Majestic di Milano, si è svolto il workshop “Libera la mente dai luoghi comuni del business travel”, organizzato da BCD Travel. Molti, e d’attualità, i temi trattati fin dal primo intervento in programma, affidato a Cinzia Fabbris. La nuova direttrice commerciale della travel management company ha infatti illustrato i fattori a causa dei quali, oggi, si parla insistentemente di declino dell’intermediazione: primi fra tutti DCC, la fee di 16 euro introdotta da Lufthansa sulle prenotazioni effettuate tramite Gds, e la decisione di azzerare le commissioni d’agenzia. “Possiamo accettare che i vettori decidano di azzerare le commissioni” ha sottolineato Fabbris, che ha però aggiunto: “A patto, però, che non esigano più che le agenzie si assoggettino a un sistema rigido, che prevede il versamento del Bsp ogni 15 del mese. Una procedura che per noi comporta costi elevati”.
Immancabile anche il riferimento a NDC, il nuovo protocollo di Iata che consentirà un’interfaccia diretta con i fornitori di servizi. “Non riteniamo” ha dichiarato Fabbris “che possano davvero essere buttati via 50 anni di investimento sui Gds. Senza contare che le piccole agenzie difficilmente saranno in grado di sostenere i costi di implementazione di NDC, il che renderà i servizi dei Gds comunque indispensabili. Non sarebbe più semplice, anziché introdurre un sistema che avrà un impatto su tutti (operatori turistici, Gds, agenzie) mettersi intorno a un tavolo e definire delle procedure condivise da tutti gli attori coinvolti?”.
Ma è davvero legittimo oggi parlare di disintermediazione? “L’intermediazione non sta finendo, ma si sta evolvendo” ha concluso Fabbris, “anche a causa dell’ingresso di nuovi attori, come Google”.
Questi e altri argomenti sono stati ripresi in una tavola rotonda a cui hanno preso parte Davide Rosi, amministratore delegato e direttore generale di BCD Travel, Patrizia Ribaga, direttore commerciale di Delta, e Lorenzo Olivieri, team leader travel industry sales & business development di American Express. A proposito di DCC, in particolare, Rosi ha commentato: “Il primo attore a subire le conseguenze di questa nuova fee sarà Lufthansa, come sempre accade quando si aumenta il prezzo di un prodotto. Bisognerà vedere se l’offerta di LH sarà considerata ancora valida, o se la clientela valuterà delle alternative”.
A seguire, Davide Rosi ha illustrato il tema “Tutta la verità sull’analisi dei dati”, sottolineando come oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, i travel manager non riescano a sfruttare i dati in loro possesso per raggiungere gli obiettivi di saving prefissati. “Accade perché le informazioni a disposizione sono spesso parziali: numerosi dati, indispensabili per una corretta analisi della spesa, non sono infatti ricavabili automaticamente, ma andrebbero estratti manualmente. In più, a questa lacuna si aggiunge una rappresentazione statistica del dato talvolta grossolana”. Dunque? “Occhio alle dashboard, che sono accattivanti ma, se non elaborano i dati in maniera corretta, possono impedire un’efficace analisi della spesa. In più, i travel manager dovrebbero chiedere un maggior supporto alla Tmc nell’interpretazione dei dati”.
L’argomento è stato ripreso in una tavola rotonda con Ercolino Ranieri, a capo della società Thot, Tommaso Vincenzetti, direttore marketing di Amadeus, Nicola Bonacchi, vice president sales di Alitalia, e Lorenzo Olivieri. “Interpretare i dati e farne un uso corretto è un compito complesso” ha dichiarato Ranieri. “In particolare, nel business travel i dati si analizzano solo a consuntivo, mentre sarebbe molto più utile e lungimirante utilizzarli per giocare d’anticipo e mettere in atto azioni in grado di ridurre la spesa. Un obiettivo raggiungibile non attraverso i semplici report, ma con una reale analisi statistica dei dati”.
Infine, l’incontro si è chiuso con l’intervento di Simona Zenoni, chief marketing department di BCD Travel, dedicato alle possibili applicazioni del virtual 3D nell’ambito del business travel e del MICE.