Quali sono i criteri di scelta di un hotel adottati da chi viaggia per lavoro ed è “costretto” a dormire fuori casa diverse notti ogni anno? Quali elementi sono ritenuti indispensabili per vivere, dormire e lavorare meglio? Lo abbiamo chiesto a Georg Schlegel, management consultant di Choice Hotels per l’Europa centralee da più di 20 anni professionista nell’industria dell’ospitalità prima per importanti gruppi internazionali, poi come consulente. Choice Hotels conta 6.300 strutture in 30 Paesi, tra cui circa 500 in Europa con i marchi Comfort, Quality, Clarion e Clarion Collection. In Italia il gruppo è presente con 20 strutture in otto regioni. «I businessmen e le aziende hanno un po’ cambiato i propri gusti e i criteri di scelta di un hotel oggi sono diversi rispetto al passato – spiega il manager -. Il fattore prezzo rimane una delle esigenze principali in fase di prenotazione, soprattutto per le grandi imprese con ingenti volumi di traffico e spiccate esigenze di saving. Tuttavia, oggi sarebbe più corretto parlare di rapporto qualità-prezzo: anche in fase di negoziazione, non si chiedono più solo quotazioni in hotel di lusso per i propri manager, ma in strutture di charme in grado di erogare servizi su misura. Tutto ciò a tariffe sicuramente al ribasso, in canali di vendita che permettano comunque la possibilità di personalizzare l’offerta in base ai numeri e alle esigenze dell’azienda».
In tema di soggiorni alberghieri, il dettaglio fa la differenza. «Ritengo che dovendo scegliere dove soggiornare, le strutture di design con un’atmosfera particolare, ricche di charme, rilassanti e al tempo stesso stimolanti siano in cima alle preferenze. Riguardo al buon riposo, poi, i manager in viaggio non sottovalutano l’aspetto legato alla comodità del letto e dei cuscini. Sembra un elemento marginale, ma è tra quelli che tengo in considerazione quando consiglio alle catene alberghiere la strategia di sviluppo e di crescita del numero dei propri alberghi». Del resto Georg Schlegel si è sempre occupato di servizi alberghieri per le aziende per cui ha lavorato, operando sempre nell’ottica di aumentare le unità affiliate – in franchising o meno – alle catene o ai gruppi per i quali ha operato.
E la tecnologia? «Ormai è diventataimprescindibile, come un tempo lo era la linea telefonica diretta in camera o il servizio ristorante aperto giorno e notte – commenta il manager -. Un hotel business deve essere a portata di tablet, di pc o di smartphone, in modo che il cliente possa rimanere collegato alla rete giorno e notte in maniera gratuita».
Eppure, fra le cose che il manager vorrebbe migliorare nell’ospitalità italiana c’è proprio questo ultimo aspetto, visto che nella nostra Penisola ancora un numero percentualmente troppo basso di hotel dispone di connessione a Internet wi-fi senza costi aggiuntivi, o senza procedure talvolta macchinose.
Un altro elemento considerato fondamentale è la prima colazione, meglio se servita a partire dalle 5 di mattina. Ed è proprio su quest’ultimo punto che insiste Georg Schlegel: «Non bisogna sottovalutare la flessibilità nell’orario in cui si può usufruire del breakfast, dato che molti businessman lasciano la camera all’albe per prendere un volo molto presto. Questo pasto deve poter essere consumato anche in maniera rapida e informale».
Espansione in Europa
Quali sono i piani di Choice Hotels per il futuro? Nell’ambito delle strategie di sviluppo, l’Europa rappresenta una delle aree chiave del gruppo. «Abbiamo trattative molto avanzate in Turchia, dove in primavera apriremo nuovi hotel – spiega Georg Schlegel -. Nei prossimi anni inaugureremo gradualmente strutture a Istanbul e in altre città, destinate principalmente alla clientela d’affari. Ci siamo mossi per investire in questo Paese perché qui l’economia è in rapido sviluppo sono ancora numericamente pochi gli alberghi brandizzati».
Se per il Paese a cavallo tra Europa e Asia si prevedono almeno una cinquantina di “new entry” nel giro di una decina di anni (principalmente aperture “ex novo”), per la Polonia, dove la crisi economica ha avuto un impatto minore che in altre nazioni europee, si dovrebbe arrivare a quota 40. «Qui puntiamo a riconvertire unità già esistenti perché la qualità media delle strutture è buona e i servizi sono già compatibili con le esigenze dei business traveller».
I progetti di espansione di Choice toccano anche Svizzera, Austria e Italia, sempre nell’ottica di orientarsi verso il business travel. «Anche in questo caso si tratterà di riconversione di strutture già esistenti».
Testo di Andrea Barbieri Carones, Mission n.2, marzo-aprile 2014