Il governo di Theresa May ha detto sì. La terza pista di Londra Heathrow si farà. A meno di forti opposizioni da parte degli altri ministri britannici, che hanno un dato periodo di tempo per sollevare la loro opposizione. Periodo però che non è stato ancora comunicato.
Tra gli oppositori il foreign secretary, Boris Johnson, e il ministro all’educazione Justine Greening. Il comitato che dovrà prendere la decisione definitiva è composta da May; il chancellor, Philip Hammond; il business secretary, Greg Clark; il ministro dei trasporti Chris Grayling; il ministro delle comunità Sajid Javid; il ministro per la Scozia David Mundell; il ministro dell’ambiente Andrea Leadsom; il chief whip, ovvero una sorta di ministro per i rapporti con il Parlamento, Gavin Williamson; e il party chair, Patrick McLoughlin.
Anche il partito liberal democratico e il Labour sono, in maggioranza, contrari a questa espansione.
Mentre le due big low cost britanniche rilanciano. easyjet si è detta molto interessata a sbarcare sull’hub londinese in caso di aumento di capacità grazie alla terza pista, “sempre che le tariffe e le istallazioni aeroportuali sia ok per il nostro business model, siamo pronti a operare anche su questo scalo dopo la nostra forte presenza sugli altri aeroporti londinesi (anche su Southend, il nuovo scalo a sud di Londra, oltre che su Luton, sua base, Stansted e Gatwick, dove praticamente controlla il Terminal North, ndr)” ha detto il Ceo della compagnia Carolyn McCall.
Ryanair, invece, come da tradizione del suo vulcanico ceo Michael O’Leary rilancia, “non solo Heathrow, facciamo una pista supplementare anche a Stansted e a Gatwick” ha detto O’Leary.