Guerra dei cieli tra vettori Usa e quelli del Golfo

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Il baricentro del globo si sta spostando sempre di più verso Est. E, in attesa delle compagnie cinesi, sono sempre di più quelle mediorientali a dominare i cieli di mezzo mondo. Ma i vettori statunitensi non ci stanno e, come noto, alcune settimane fa hanno inviato un dossier di oltre mille pagine alla Casa Bianca che evidenzierebbe, come sottolineato in più occasioni dal ceo di American Airlines, W. Douglas Parker, come le compagnie del Golfo “non siano aziende private ma statali e questo non è corretto. Non possiamo rivaleggiare contro gli Stati. Per questo il nostro governo deve risolvere la questione. Altro che protezionismo”.

Ilj’accuse di Parker è quindi molto chiaro: Etihad, Qatar Airways ed Emirates, ed in futuro chissà anche Oman Air o Sharjah Airlines, volano sussidiate dai rispettivi stati. Una posizione, naturalmente, condivisa anche dai big d’Europa, terreno sul quale si sta combattendo una dura battaglia proprio con in vettori del Golfo da un lato e contro le low cost dall’altro. Ma tra le Big europee contrari alle politiche espansionistiche degli Emiri del Golfo se vi sono sicuramente Lufthansa e Air France-Klm, colossi come Britsh Airways e Iberia, partecipate da Qatar Airways, o il nostro vettore, controllato al 49% da Etihad  e presenti nei pacchetti azionari anche di Air Berlin, Etihad regional o Air Serbia, si sfilano e, almeno pubblicamente, definiscono le loro politiche “di mercato”.

Ma stanchi di queste accuse durante il 17° incontro della Iata in corso a Miami, i vettori del Golfo per bocca dell’amministratore delegato di Qatar Airways Akbar Al Baker, rilanciano, con un’affermazione piuttosto diretta: “credo sia arrivato il momento di parlare delprotezionismo americano”. Proprio la patria della deregulation reaganiana, che ha portato il boom del trasporto aereo statunitense negli anni ’80 e poi di quello mondiale, con qualche “indicente” di percorso dovuto agli scarsi controlli dell’epoca, vuole frenare quindi questo vorticoso sviluppo. Ma come? Certamente non attraverso la Iata. E speriamo di non dover assistere a un ritorno dello scontro tra due blocchi contrapposti, tra Ovest e….il Golfo. Questa volta, però, più per business che per politica.9

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