Green travel è meglio

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Prevenzione e riduzione degli sprechi di ogni genere, attenzione all’utilizzo delle risorse naturali e loro riutilizzo, rispetto delle biodiversità, dei lavoratori, dei diritti umani. Oggi le aziende, soprattutto i grandi gruppi e le multinazionali, si stanno accorgendo che in tema di trasferte porre l’accento anche sulla variabile green può comportare diversi benefici, sia di immagine sia in termini di risparmio. Due tematiche fondamentali legate alla sostenibilità ambientalecoinvolgono in particolare il comparto del business travel: la prima, e più conosciuta, è quella della riduzione delle emissioni di CO2. La seconda è l’identificazione di hotel che per gestione, manutenzione e funzionamento risultino conformi a parametri ambientali e sociali sostenibili. Un quadro ancora in evoluzione, ma caratterizzato da una certa fatica ad andare oltre le dichiarazioni d’intenti. Specialmente in Italia.

Andamento lento
Sul tema della eco-sostenibilità nei viaggi d’affari e della corporate social responsibility, alcune travel management company hanno condotto o commissionato ricerche per analizzare il livello di penetrazione di questi concetti presso le aziende e capire quanto questi ultimi influenzino le dinamiche d’acquisto dei servizi di viaggio. Lo studio A&S Watch Business Travel Sostenibile, realizzato alla fine del 2011 da Hrg in collaborazione con Acquisti & Sostenibilità, organizzazione non profit italiana focalizzata nella diffusione della sostenibilità lungo la supply chain end-to-end delle imprese, ha evidenziato come la sensibilità delle aziende verso i temi ambientali sia in crescita. Un’attenzione, però, rivolta quasi esclusivamente alla riduzione delle emissioni di CO2 e che coincide con i tagli alle spese di viaggio ormai in atto da circa tre anni. Solamente il 21% dei manager intervistati dichiara di aver già messo a punto delle green travel policy, mentre il 35% progetta di farlo in futuro. La ricerca più recente sulle logiche eco-compatibili nelle politiche aziendali di mobilità è stata presentata lo scorso settembre da Cisalpina Research, il centro studi creato da Cisalpina Tours per rilevare dati e tendenze del mercato italiano dei viaggi d’affari. L’inchiesta, realizzata in collaborazione con LifeGate, advisor e network di riferimento in Italia sulla sostenibilità, è stata condotta intervistando 3.500 tra travel managerresponsabili acquisti e delle risorse umane di altrettante aziende italiane di medie e grandi dimensioni. Il 66% degli intervistati ha ammesso che la propria azienda non ha messo in atto alcun provvedimento per ridurre l’impatto ambientale delle trasferte, mentre il 30% ha dichiarato l’esistenza di campagne di sensibilizzazione interna, svolte attraverso attività di comunicazione e formazione. Se il 32% si dice disponibile a modificare le proprie abitudini di viaggio, aprendosi anche all’utilizzo del car sharing e dei mezzi di trasporto pubblico, il 14% delle aziende si dichiara disponibile a spendere anche un po’ di più pur di ottenere maggiori garanzie di eco-sostenibilità. Significativo, inoltre, che il 55% degli intervistati non utilizzi nessuno strumento di calcolo delle emissioni di CO2, mentre il 21% ammette di non considerare le emissioni di anidride carbonica come parametri di cui tener conto nella pianificazione delle scelte d’acquisto per il travel, in aggiunta alle tradizionali variabili quali costo, velocità e comfort. Per quanto riguarda l’hôtellerie, poi, la ricerca di Cisalpina Tours mette in risalto quanta carenza di informazioni e di chiarezza vi sia sugli elementi in grado di fare la differenza nel processo di selezione secondo criteri di sostenibilità: quasi il 70% degli intervistati, infatti, dichiara di non sapere quali siano i comportamenti che una struttura alberghiera dovrebbe assumere per essere eco-sostenibile e ben il 96% afferma di non adottare alcun criterio specifico per selezionare gli hotel in un’ottica “green”. Il 24% dei manager giustifica la modesta attenzione verso le tematiche ambientali con il timore che la sostenibilità comporti maggiori costi. Mentre il 18% segnala un’oggettiva difficoltà nell’individuare fornitori in grado di affiancarli nella realizzazione di una green travel policy efficace e il 15% lamenta un’atavica mancanza di cultura della sostenibilità all’interno della propria azienda.  Quindi, nonostante la diffusa disponibilità delle aziende a prendere in considerazione criteri green, siamo di fronte a una situazione di generale immobilismo, denunciato dal 7% degli intervistati, dovuto principalmente alla paura di mettere in discussione logiche consolidate e alla necessità di controllare i costi. Così l’urgenza di monitorare l’impatto ambientale delle proprie trasferte finisce molto spesso in secondo piano.  Una carenza, purtroppo, che caratterizza soprattutto il panorama italiano se pensiamo che una ricerca condotta nel 2007 da Acte (Association of Corporate Travel Executive) in collaborazione con Kds, rilevava che ben il 59% delle aziende europee dispone di un documento di Corporate Social Responsibility.

Il ruolo delle Tmc
È comunque prevedibile che le aziende italiane colmeranno questo gap rispetto al panorama europeo, dotandosi di politiche di Ccr, Corporate Climate Responsibility per adempiere alle norme imposte dal protocollo di Kyoto entrato in vigore nel 2005. «La sensibilità delle aziende verso questi temi è sicuramente crescente – afferma Alfredo Pezzani, direttore generale di Cisalpina Tours – e procede in parallelo con l’evolversi del dibattito pubblico. Ma le aziende vanno aiutate nella fase di implementazione dei programmi di green mobility offrendo loro competenze, strumenti e professionalità specialistiche. Il rischio altrimenti è che la sostenibilità rimanga solo un fenomeno di greenwashing, una semplice dichiarazione d’intenti». E uno stimolo fondamentale per sollecitare un’evoluzione del comparto del business travel verso logiche e comportamenti ecosostenibili viene dai fornitori di servizi di viaggio, impegnati a offrire servizi sempre più improntati al rispetto della natura, delle biodiversità, dei lavoratori e dei diritti umani. «Molte grandi catene alberghiere mondiali hanno ottimizzato il consumo di energia e acqua e potenziato sistemi di sicurezza e di tutela della salute – dice Claudio Miglio, amministratore delegato di Hrg Italia -. Anche in Italia molte catene applicano direttive green. I clienti più attenti alle tematiche ambientali e social si trovano quindi dinanzi a un panorama di crescente disponibilità sotto tutti i punti di vista» «La responsabilità sociale – dichiara Alfredo Pezzani – è parte integrante della nostra politica operativa e manageriale e nell’ultimo anno abbiamo intrapreso un percorso di miglioramento dei nostri comportamenti in azienda, seguendo parametri ben definiti e pensati per ridurre l’impatto ambientale complessivamente generato. Questo impegno ci ha consentito di ottenere, lo scorso luglio, la certificazione ambientale internazionale ISO 14001. I requisiti dello standard tengono conto delle attività legate al lavoro di tutti i giorni, come le politiche di risparmio energetico e di smaltimento dei rifiuti, l’ottimizzazione dei materiali – ad esempio la razionalizzazione della carta tramite la dematerializzazione dei documenti – e la condivisione dei comportamenti virtuosi da parte di tutti i dipendenti e collaboratori. L’idea è che essere ecocompatibili sia il punto di partenza per supportare le aziende nel loro percorso di mobilità sostenibile e, in questo senso, la certificazione per noi non è solo un risultato, ma rappresenta anche il punto di partenza di un percorso “green” che caratterizzerà sempre di più la nostra società, sia all’interno che verso l’esterno».
«Bisogna dare il buon esempio e noi abbiamo cominciato da casa nostra – dice Simone Frigerio, direttore commerciale di Frigerio Viaggi Network – quando la scorsa estate abbiamo dotato la sede di Giussano (Mi) di un impianto di pannelli fotovoltaici che producono in maniera pulita l’energia necessaria al funzionamento dei server aziendali e al consumo di corrente elettrica. La nostra Divisione Trasporti, poi, impiega tutti autobus di proprietà Euro 5, a ridotto impatto ambientale, mentre ai mezzi aziendali meno recenti ancora in uso sono state sostituite le vecchie marmitte con quelle nuove catalitiche. Per quanto riguarda l’offerta, invece, abbiamo notevolmente incrementato il servizio di calcolo delle emissioni di CO2 dei viaggi, sempre più richiesto dai nostri clienti. Inoltre stiamo incentivando il ricorso al car sharing, per ottimizzare gli spostamenti sia da un punto di vista dei costi sia dell’ecosostenibilità». Lo scorso febbraio Carlson Wagonlit Travel – attiva su questo tema già da molti anni e pioniera in Italia tra le tmc – ha rafforzato il suo impegno verso la sostenibilità nominando Françoise Grumberg responsabile delle iniziative globali di Corporate Social Responsibility del gruppo. La manager è stata per otto anni Csr director di Alcatel-Lucent Group, all’interno del quale ha anche implementato un sistema di reportistica per monitorare i progressi delle strategie di social responsibility. Più recentemente il gruppo ha inoltre aderito al Global Compact delle Nazioni Unite, dieci principi in materia di diritti umani, ambiente e lotta alla corruzione che rappresentano la più grande iniziativa al mondo volta a incoraggiare le imprese ad adottare politiche sostenibili e socialmente responsabili. «Parlare di gestione sostenibile dei viaggi d’affari – dice Roberto Bacchi, amministratore delegato di Carlson Wagonlit Italia – significa agire su quattro aree fondamentali. La scelta di fornitori che abbiano adottato un approccio green è il primo passo per migliorare il travel program aziendale. Un altro step fondamentale riguarda la sensibilizzazione dei viaggiatori in merito all’impatto ambientale delle diverse opzioni di viaggio. Non è quindi possibile valutare la sostenibilità di un travel program senza un appropriato sistema di reportistica, fondamentale anche per tenere sotto controllo e valutare i progressi ottenuti dall’azienda nel corso del tempo. Infine, le modalità per ridurre l’impatto ambientale del travel: oggi sono molteplici e vanno dalla scelta del mezzo di trasporto, della rotta o del fornitore più idonei, ad adeguati travel policy e hotel program. Oltre naturalmente alla possibilità di avviare anche un piano di compensazione delle emissioni di CO2 generate, adottando iniziative quali, ad esempio, progetti di riforestazione o investimenti in ricerca di fonti di energia rinnovabili».

Gli strumenti a disposizione
Misurazione delle emissioni di CO2 durante gli spostamenti, eco-compatibilità delle strutture alberghiere proposte e utilizzo del car sharing sono i principali strumenti offerti dalle Tmc affinché le aziende rendano più “verdi” i propri viaggi d’affari. «Il nostro intento – dice Claudio Miglio – è giocare un ruolo chiave nella sensibilizzazione verso comportamenti ecosostenibili nel dialogo con dipendenti, clienti e fornitori e ridurre drasticamente l’impatto ambientale diretto e indiretto delle proprie scelte di business. Per questo l’offerta per i nostri clienti è caratterizzata da una costante attenzione a mantenere e superare il livello di servizio stabilito in conformità agli standard internazionali. E si concretizza in servizi di consulenza per la riduzione di emissione di anidride carbonica; monitoraggio delle emissioni grazie a un calcolatore sviluppato ad hoc; proposta di alternative in base ai desideri dei clienti riguardo l’impatto ambientale; elaborazione di report dettagliati in base alle esigenze delle aziende e in supporto ai loro programmi di Csr ed eventuali bilanci sociali. Infine valutiamo attentamente le strutture alberghiere green e sensibilizziamo i viaggiatori al loro utilizzo». In questo momento la sostenibilità ambientale è uno dei focus prioritari dell’offerta di Cisalpina Tours. «Prima dell’estate – dice Alfredo Pezzani – abbiamo lanciato Cisalpina Sharing, il primo applicativo di “car pooling aziendale”, con l’interfaccia di un vero e proprio social network a circuito chiuso, che consente l’uso condiviso dell’auto tra i dipendenti di una stessa società per spostamenti analoghi o conciliabili. Inoltre, abbiamo appena rilasciato la versione completamente aggiornata di Cisalpina Travel Policy GO Live, il documento che supporta i travel manager nella definizione delle regole di una Travel Policy e che, nella versione evoluta, fornirà per ciascuna voce di gestione delle trasferte anche l’opzione più sostenibile: la soluzione, cioè, che a parità di condizioni sia in grado di assicurare il minore impatto sull’ambiente». Recentemente Cisalpina Tours ha stretto una partnership con LifeGate, il network di riferimento in Italia per la sostenibilità. Questa collaborazione prevede una serie di azioni progressive, a cominciare da un programma di formazione interno sui temi del green e dalla rendicontazione della CO2 rilasciata nell’ambiente per ciascuna trasferta utilizzando coefficienti convalidati da LifeGate. «Infine – dice Alfredo Pezzani – molto presto integreremo l’attuale sistema di reportistica con un Business Management Report CO2 interamente incentrato sull’analisi della sostenibilità del vaggio, per poi proporre specifici progetti sia di riduzione che di compensazione. In questo modo le aziende potranno redigere il loro “bilancio di sostenibilità”, traendone sicuri vantaggi nelle relazioni con il mercato e con tutti gli stakeholders. A conti fatti, nel medio periodo il guadagno sarà maggiore dei costi sostenuti».
«La Corporate Social Responsibility – dice Roberto Bacchi – è per CWT qualcosa di strettamente connaturato al nostro modo di agire e di fare business. Non a caso siamo stati la prima tmc a introdurre questo argomento in Italia e a organizzare già nel lontano 2008 un Forum dedicato alla mobilità sostenibile, oltre a vincere per quattro anni consecutivi in Uk il premio Icarus per la sostenibilità, lanciato dall’Istitute of Travel & Meetings (ITM)». Cosa propone Cwt nel dettaglio? L’offerta Cwt Sustainable Solutions mette a disposizione di travel manager e viaggiatori strumenti come il Carbon Calculator, accessibile tramite il portale del gruppo, che offre supporto al momento della prenotazione per valutare l’impatto ambientale delle differenti opzioni di viaggio. Una reportistica post-viaggio sulle emissioni di anidride carbonica è poi disponibile attraverso il Cwt Program Management Center, il tool web-based che offre a travel manager direttori acquisti un facile accesso a tutte le informazioni e indicatori di performance necessari per ottimizzare la gestione del business travel. Le emissioni di CO2 per viaggi aerei e ferroviari sono misurate e presentate in report mensili. Sono anche disponibili grafici con i trend anno su anno e report di dettaglio per tenere sotto controllo l’impatto ambientale per singola trasferta. Indicatori di performance permettono inoltre ai clienti Cwt di monitorare i loro progressi verso gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. «Per completare il processo, infine – conclude Roberto Bacchi – abbiamo una partnership con The CarbonNeutral Company, una delle più importanti società specializzate nella gestione delle compensazioni, per offrire soluzioni avanzate alle aziende che intendono avviare un programma di riduzione dell’impatto ambientale derivante dal business travel».

L’impegno nel no profit
Lo scorso aprile Cisalpina Tours ha creato la prima divisione ad hoc per il no profit, il Vaam Team. Il Vaam (Volountary, Adoption, Association & Missionary) si rivolge esclusivamente a Ong, gruppi di volontariato e a tutte quelle realtà del sociale che viaggiano spesso ma con condizioni del tutto peculiari e che, per questo, faticano a trovare qualcuno in grado di supportarli con professionalità. «Offriamo loro soluzioni studiate su misura – dice Alfredo Pezzani, direttore generale di Cisalpina Tours – tra cui tariffe preferenziali, speciali condizioni assicurative e sanitarie, servizi speciali per visti, assistenza continuativa in ogni situazione, franchigia per bagagli supplementari. A loro è dedicato un team di grandi capacità relazionali, oltre che operative e di problem solving, e devo dire che stiamo ottenendo dei grandi riscontri sia con onlus di livello nazionale che con tante piccole e medie realtà che costituiscono il tessuto del non profit in Italia».
Da un team ad hoc a una fondazione. Lo scorso dicembre, Amadeus Italia, Gruppo Uvet  e Ventura Bcd Travel, competitor di rilievo sul mercato globale ma uniti al servizio della solidarietà sociale e della cultura, hanno costituito la Fondazione Atlante. L’attività dell’ente si concentra su tre macro-aree di intervento: Sociale, Cultura e Formazione, con l’obiettivo di sostenere progetti legati al turismo responsabile e accessibile, alla salvaguardia del patrimonio culturale, storico e artistico, e alla formazione di operatori e professionisti del settore turistico nei paesi in via di sviluppo. Educazione, imprenditorialità e sostenibilità sono le parole d’ordine del progetto: dalla promozione della cultura della responsabilità sociale presso le imprese al supporto delle organizzazioni senza scopo di lucro; dalla promozione di partnership tra soggetti diversi per iniziative volte alla soluzione o al contenimento di problemi sociali fino a veri e propri interventi di solidarietà nelle emergenze ambientali e sanitarie.

 

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