Google Hotel

Google Hotel, ora i prezzi sono all inclusive

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Google Hotel fa un passo avanti nella trasparenza a favore di chi prenota. L’azienda californiana ha infatti aggiunto le tasse e i supplementi nelle tariffe alberghiere presenti sul suo motore di ricerca. In modo che chi sceglie una sistemazione abbia davanti il prezzo “chiavi in mano”. Sul modello di quanto sono tenute a fare le compagnie aeree.

Questa decisione viene dopo che il portale Booking.com, dopo un incontro alla Commissione europea, si è impegnato a mostrare i prezzi totali delle camere. Tasse incluse.

Cosa ha spinto Google in questa direzione? Il fatto che nel Regno Unito, l’Autorità che sovrintende alla pubblicità aveva notato la disparità fra prezzo netto e lordo negli spot di Intercontinental Hotels Group.

[Scopri a questo link cosa chiede il motore di ricerca agli albergatori: il prezzo indicato deve includere la tariffa base della camera e tutte le tasse e le commissioni richieste per la prenotazione e il soggiorno]

Google Hotel: arriva l’offerta predittiva

Ma quanto messo in campo dall’azienda creata da Larry Page e Sergej Brin va oltre, visto che il motore di ricerca permette di monitorare l’offerta “predittiva”. Cosa vuol dire? Che l’utente potrà vedere quale sia il periodo migliore per soggiornare in un albergo o quali siano le tariffe per una data specifica.

Il direttore del prodotto viaggio di Google, Andrew Silverman, ha sottolineato che «nella sezione “quando visitare”, l’utente potrà vedere come il meteo, la domanda e il prezzo varino durante l’anno. Si può anche controllare se la tariffa che si sta pagando sia bassa, normale o alta per le date prese in considerazione. Infatti, se per i giorni scelti per il proprio viaggio ci fosse un grande evento concomitante (una partita di calcio, una fiera o un congresso) magari si può scegliere di cambiare date».

Del resto non solo Google Hotel va in questa direzione. In Europa, Booking ha cambiato strategia a partire dal 16 giugno scorso dopo un incontro con la Commissione europea. Obiettivo numero 1: mostrare fin da subito il prezzo che i consumatori avrebbero dovuto pagare. Obiettivo 2: chiarire con quale ordine siano classificati i risultati ottenuti dall’utente. Terzo obiettivo: evidenziare con quale criterio vengono mostrati i risultati delle ricerche e se le posizioni più o meno visibili degli alberghi dipendano dal tipo di pagamento che l’hotel fa a Booking.

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Didier Reynders, commissario Ue per la tutela dei consumatori è stato molto chiaro. «Tutte le aziende devono rispondere ai nostri standard elevati di tutela dei consumatori se vogliono operare nell’Unione. E aziende come Booking devono assicurare che i sistemi di prenotazione online siano liberi da tecniche di manipolazione».

Google hotel: la vicenda Ihg-Asa

Riguardo Intercontinental Hotel Group (Ihg)  – come riporta la testata americana Hotel Management – l’Advertising Standards Authority (Asa: l’autorità britannica citata sopra) ha ricevuto una lamentela di un cliente. L’ospite segnalava che sul portale del gruppo alberghiero in riferimento a un hotel c’era scritto “miglior prezzo garantito quando prenotate direttamente con noi”. In aggiunta, si leggeva “vi promettiamo la più bassa tariffa disponibile online. In caso troviate una tariffa migliore altrove, siamo pronti a pareggiarla e a darvi il quintuplo dei punti fedeltà”.

La Asa ha aggiunto anche che il cliente – che nel frattempo aveva fatto causa – aveva effettivamente trovato altrove una tariffa inferiore. Ma l’hotel non aveva offerto il promesso sconto. Dal canto suo, Ihg sosteneva che al fine di ottenere la differenza occorreva che tale tariffa rimanesse invariata fino alla verifica di Ihg. E uno screenshot della pagina non era una prova sufficiente.

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