GBTA covid business travel

GBTA sul business travel: “Il Covid diventerà il nostro compagno di viaggio”

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Il 15 settembre abbiamo partecipato al webinar di Gbta Italia riguardo alla gestione del Covid-19 rispetto al business travel. Il titolo dell’incontro era “Il business travel alla prova del nove“.

Dopo le ultime notizie riguardanti l’andamento dei viaggi d’affari, Gbta Italia si interroga sul prossimo futuro.

Nell’introduzione, Roberta Billè, Cts-Local Xpend manager and Gems Expert di Novartis Italia nonché presidente della delegazione italiana dell’associazione internazionale, e il professor Andrea Giuricin, Ceo di Tra consulting e moderatore del webinar, affermano la volontà di condividere suggerimenti per gestire e affrontare la tematica della ripresa dei viaggi d’affari.

Roberta Billè, CTS-Local Xpend manager and GEMS Expert di Novartis Italia e presidente di GBTA Italia, e Andrea Giuricin, Ceo di Tra consulting

Il fine dell’incontro, infatti, è stato proprio quello di comprendere quali siano gli atteggiamenti da intraprendere in ottica di una potenziale ripartenza.

Gli speaker, ciascuno con il proprio know how, sono stati fondamentali per fare il punto della situazione.

Tra Covid-19 e travel si tratta di convivenza: l’infettivologo Paolo Fedeli, ospite d’eccezione di GBTA Italia

Il primo ospite è stato Paolo Fedeli, medico infettivologo di Sandoz.

La domanda a cui Fedeli ha cercato di rispondere è stata fondamentalmente una: “Cosa ci possiamo aspettare in futuro nel mondo del business travel dopo i vaccini?”

Il funzionamento del virus e l’evoluzione dei protocolli di sicurezza appropriati è stato il punto di partenza per creare il dibattito.

Paolo Fedeli, medico infettivologo

Introduzione: l’andamento del Covid-19

Date le sue caratteristiche, il tasso di mutazione e la sua replicabilità, ad oggi è altamente improbabile che il virus scompaia. Questo perché – fa capire il medico – un virus del genere non può che diventare endemico. Circolerà, quindi, all’interno della popolazione mondiale ancora per molto.

Non possiamo perciò far altro che trovare il modo di gestire il rischio di contagio e limitarne le conseguenze.

Ciò che si deve chiarire, infatti, è come fare in modo che il virus, non oggettivamente annullabile, non costituisca più un rischio. O, quantomeno, non così alto. Dunque, creare una popolazione immunizzata porrà i presupposti perché ciò si verifichi.

In Italia al momento abbiamo un’infezione attiva su 125.000 persone, in contrazione per gli effetti positivi della vaccinazione.

Viaggi e Covid: la stratificazione del rischio

Solo collezionando e condividendo il maggior numero di informazioni per il tracking dell’evoluzione del virus e adottando tutta una serie di comportamenti e precauzioni vincenti, si riuscirà a convivere con questa malattia.

Quanto detto è alla base della “stratificazione del rischio“.

Per quanto riguarda i dati, l’andamento “a ondate” è abbastanza consolidato e il numero delle varianti è definito al momento, con una prevalenza di quelle che hanno il “miglior fitness virale”, cioè successo replicativo. Attualmente, la variante Delta, originata in India, è quella prevalente.

L’RT costituisce, dunque, un’informazione molto preziosa anche in termini di business travel.

Ad oggi, in Italia l’indice di diffusione è sotto l’1, questo significa che un soggetto malato può contagiare al massimo un altro soggetto. Com’è intuibile, si tratta di un gran punto di progressione rispetto ad un anno fa.

Qual è quindi il miglior modo di gestire il Covid-19 così come una qualsiasi pandemia?

Strategia in pandemia

Il dottor Fedeli riporta i tre step della strategia consolidata:

  1. Controllo dell’infezione: agire in modo tale da limitare il danno, da non pesare sulla sanità pubblica e ridurre la morbilità (capacità di infettarsi e morire per il virus)
  2. Eliminazione: ridurre la carica virale del virus a zero, limitando la circolazione nella comunità
  3. Eradicazione: quando il virus non ha più carica virale

Noi ci troviamo ancora ad oggi nella prima fase, nella fase di gestione del rischio biologico. Questa comprende una serie di misure che sono tutte potenzialmente fallibili, in quanto ognuna ha dei “buchi”, come riporta la metafora sottostante con il noto formaggio gruviera.

Tuttavia, adotatte tutte insieme, le misure costituiscono una barriera estremamente protettiva.

Le misure di contenimento del virus funzionano solamente quando sono intraprese contemporaneamente da una popolazione più ampia possibile. Per questo periodo, che il medico definisce “di transizione”, di durata non ancora prevedibile, tutte le azioni devono essere mantenute.

The Swiss cheese respiratory virus pandemic defence rappresentata dal NY Times il 5/12/20

Lavoratori in viaggio

«Se è vero che il Green Pass va a limitare la circolazione di persone potenzialmente più a rischio nei viaggi, tutti gli altri fattori di protezione servono per contenere ulteriormente il rischio del singolo viaggiatore ed individuo», conclude Fedeli.

In tema di business travel, due sono state le “scoperte” scientifiche più importanti: l’introduzione del tampone entro le 72 ore prima della partenza e la gestione della quarantena.

Nel primo caso, difatti, si riduce notevolmente il rischio di infezione, soprattutto se pensiamo alla quantità di persone con cui si entra in contatto e al rischio di contagio sui mezzi di trasporto. Nel secondo, può essere estremamente importante per un travel manager capire quanti giorni di quarantena dovrà fare e quale sarà la sua potenziale libertà per le attività d’affari.

«Solo i pesci morti nuotano con la corrente»: Gautier Porot sulla pianificazione dei viaggi aziendali

Gautier Porot, security Director Switzerland & Italy di International SOS

Il secondo ospite del webinar di Gbta Italia è stato il security Director di International Sos, Gautier Porot che ci ha ricordato come, nonostante la situazione, il mondo dei viaggi non si è mai fermato del tutto. Piuttosto, è cambiato.

Il professionista ha offerto una serie di consigli ai travel manager basati sulla contro-intuitività:

  1. «Immaginatevi cigni neri, draghi e unicorni», ha detto. Ovvero, preparatevi a qualsiasi tipo di scenario che possa inficiare i viaggiatori e l’attività della vostra azienda
  2. «Get the board on board»: condividete più informazioni possibili con il consiglio di amministrazione, perché la fiducia, in una situazione come questa, è fondamentale
  3. Non limitatevi alla realtà come la conoscete oggi. Bisogna rimanere agili di fronte al cambiamento repentino degli eventi, «solo i pesci morti nuotano con la corrente»

A livello pragmatico, dunque, c’è bisogno che le travel policies siano costantemente aggiornate ed in linea con gli obblighi di conformitàduty of care.

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione è poi quello dei feedback. Sapere che cosa i viaggiatori d’affari pensano è oro per i travel manager. Infatti, è l’unico modo attraverso cui si può migliorare l’esperienza di viaggio e colmare le lacune.

Le persone al centro. Come cambiano i protocolli di sicurezza negli hotel? Diego Rumazza al webinar di GBTA Italia

Diego Rumazza, Global Director of sales di Starhotels

Dall’inizio della pandemia, il settore alberghiero è stato costretto ad adottare dei protocolli di sicurezza e delle misure di prevenzione anti Covid-19 costruiti sulle esigenze delle persone e sui cambiamenti legislativi.

Infatti, mai come oggi le persone e le loro necessità sono al centro dell’esperienza e costituiscono il punto focale attorno cui gli hotel devono ricostruire le proprie proposte di servizi, tenendo contemporaneamente in considerazione gli obblighi di legge che cambiano.

Diego Rumazza, global director sales di Starhotels, ha esposto quali sono state a questo proposito le misure adottate dalla catena. Infatti, il Rosa Grand di Milano è tra i pochi che è riuscito a rimanere operativo dall’inizio della pandemia, accogliendo nel 2020 la protezione civile e i medici arrivati dalla Cina.

Le esigenze delle persone e i protocolli di sicurezza

Diverse sono state le azioni messe in atto da Starhotels per fronteggiare la pandemia.

Innanzitutto, la catena alberghiera ha formato i propri dipendenti.

«Qualsiasi protocollo funziona sulla carta, ma ci sono dietro delle persone per cui una formazione costante è stata una chiave vincente unitamente ad un controllo per verificare la sicurezza sanitaria», afferma Rumazza.

Volendo garantire ai propri ospiti un livello di sicurezza elevato sono state adottate delle misure quali:

  • La possibilità di fare tamponi Pcr o rapidi direttamente in albergo e con preavvisi molto ristretti
  • Automatizzazione e velocizzazione delle procedure di check-in e check-out
  • La sanificazione dei luoghi con prodotti certificati dall’Oms
  • L’adattamento dell’offerta di ristorazione, che non prevede più la possibilità di buffet
  • L’applicazione delle regole del distanziamento sociale negli spazi meeting

Ascoltare gli ospiti, oltre che i dipendenti, è stato fondamentale perché ci sono stati degli interessanti cambi di tendenza nei comportamenti.

Rumazza ha fatto notare che c’è stato un incremento di domanda dei serviced apartments, perché, a differenza delle camere d’albergo, questi danno la possibilità ai viaggiatori di avere un’indipendenza dal punto di vista del food and beverage, evitando momenti di contatto rischiosi.
Inoltre, sono stati creati dei mini kit di pulizia, perché le persone si fidavano maggiormente di un luogo ripulito in prima persona.

Green Pass, legislazione e cooperazione

Dopo l’introduzione, nell’estate del 2021, dell’obbligo di Green Pass, si è rimodificato tutto il protocollo di ristorazione, sale riunioni, palestre e aree benessere. Di conseguenza, le tempistiche per accedere a tutti gli spazi si sono allungate.

E così, facendo un bilancio generale di tutti i cambiamenti dal 2020 in poi, gli ospiti vivono ciò che Rumazza ha definito «difformità di percezione del servizio».

Come muoversi, dunque, in una situazione come quella attuale se si appartiene al settore alberghiero?

«L’aspetto positivo che abbiamo tratto dalla pandemia è stata la capacità e la volontà di parlare tra operatori della stessa industry. È indubbio che la legislazione scaturita non sia precisa né definisca tutti gli ambiti in continuo cambiamento. È importante, quindi, condividere le difficoltà: la platea dei viaggiatori è eterogenea e ognuno ha delle necessità che vanno ascoltate».

Il manager consiglia il confronto continuo: «La volontà di andare avanti insieme è la cosa vincente», conclude.

Il 9 novembre la GBTA Italy Conference in presenza a Milano

Roberta Billè e Andrea Giuricin hanno, infine, ricordato ai presenti che un cambiamento sta avvenendo per quanto riguarda gli eventi in presenza. Infatti, il 9 novembre 2021 si svolgerà la Gbta Italy Conference presso l’hotel Nhow a Milano.

L’incontro del 15 settembre ha voluto proprio essere un importante momento di raccoglimento delle idee e di selezione degli argomenti, di conseguenza degli ospiti giusti per il meeting di novembre.

«Vogliamo che ci sia una ripresa “col botto”, come si suol dire», afferma Billè.

Tutte le informazioni e i dettagli riguardanti la Gbta Italy Conference saranno condivise sul sito ufficiale dell’evento.

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