Il futuro del trasporto aereo in Italia? Alla luce delle difficoltà degli ultimi 3 anni bisogna dirlo sottovoce e toccando ferro: sta recuperando, avvicinandosi ai livelli del 2019.
A fare il punto della situazione è Andrea Giuricin, esperto del settore, professore all’univeristà Bicocca di Milano non ché senior transport consultant presso la Banca Mondiale e le Nazioni Unite e professore aggiunto alla University Southern California. Ma soprattutto membro del board del capitolo italiano della Global Business Travel Association.
Ed è proprio in occasione di un evento Gbta Italia che, con main sponsor Turkish Airlines e con sponsor tecnici Bwh e Siap, Andrea Giuricin ha passato sotto la lente tutto il comparto. E, nell’analisti sul futuro del trasporto aereo in Italia, non potevano mancare i dati e le tabelle.
«Nel 1997 il sistema aeroportuale nazionale ebbe 53 milioni di passeggeri, saliti a 107,6 milioni nel 2007 e a 160,9 nel 2019» spiega. «Nel 2022 sono risaliti a 132 milioni dopo il quasi stop del 2020 e la “lentezza” dell’anno successivo». Assaeroporti prevede che l’anno in corso si chiuda vicino ai numeri del 2019 anche se ma non ancora agli stessi livelli. Le previsioni Enac per il 2030 (sempre toccando ferro) indicano che si volerà a 231 milioni.
Futuro trasporto aereo Italia: come è cambiato il settore
Se nelle ultime decadi del seccolo scorso il mercato aereo in Italia era inferiore ai paesi demograficamente simili, oggi tutto è cambiato. Basti il confronto tra Italia e Francia, che mostra il mercato intraeuropeo.
«Nel 1997 negli aeroporti italiani erano transitati 42,6 milioni di passeggeri contro i 55,3 milioni della Francia. Nel 2019 tutto si è ribaltato: 126,9 milioni in Italia e 107,9 milioni in Francia».
In questo lasso di tempo è cambiata anche geografia degli scali italiani, nel senso che la predominanza dei 2 maggiori terminal – Roma Fiumicino e Milano Malpensa – è andata calando. I dati sono chiari: se nel 2000 questi movimentavano 47 milioni di passeggeri contro il 45,3 degli altri (quindi poco più del 50%), nel 2019 tutto è cambiato.
Fiumicino e Malpensa hanno visto il transito di circa il 37% del totale dei viaggiatori partiti o arrivati negli scali della Penisola.
E per il futuro? Si parla di stime, naturalmente, come evidenzia Andrea Giuricin. «La prima cosa da segnalare è che i prezzi dei biglietti rimarranno alti durante tutta l’estate. Un po’ per il prezzo dei carburanti e un po’ per il fatto che l’Euro ha perso terreno sul Dollaro con poche speranze di recupero».
Le stime di Eurocontrol, organizzazione intergovernativa cui partecipano 41 paesi europei, indicano che solo nel 2025 si ritornerà ai livelli di traffico aereo del 2019. Come si vede dalla tabella qui sotto, ci sono 3 scenari: uno ottimistico (in verde) che ipotizza un ritorno ai livelli del 2019 già a fine 2023. Uno realistico (in blu) che prevede il 2025 e uno pessimistico (in arancio) che non vede un ritorno ai livelli prepandemia nei prossimi anni.
Meeting e Zoom fanno aumentare il business travel
Se il futuro del trasporto aereo in Italia è ancora in fase di valutazione, Andrea Giuricin apre una finestra di ottimismo per quanto riguarda il business travel. Ossia uno dei settori più strettamente collegati con l’aviazione civile.
«Sto vedendo che incontrare le persone per lavoro resterà sempre fondamentale. Questo perché Zoom o Meeting non hanno la forza per sostituire gli eventi in presenza. Ciò non vuol dire che queste piattaforme esauriranno il loro ruolo. Anzi: i web meeting sono e saranno utili perché aumentano la possibilità di contatti, che poi si traducono in visite di persona».
(Visita Gbta.org)