Francia, terra di scioperi?

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La nuova Legge sul Lavoro del governo Hollande ha scaldato gli animi in Francia dove da oggi si scatenano diversi scioperi nei trasporti, che rischiano di bloccare il paese. Iniziano stasera alle 19 le ferrovie francesi Sncf che, fino alle 17 del 20 maggio, subiranno    ritardi e cancellazioni  a causa dello sciopero proclamato dai sindacati del settore ferroviario.  I treni Alta Velocità TGV 9240-9241 in servizio da Milano Porta Garibaldi a Parigi Gare de Lyon e viceversa saranno soppressi il 18 maggio.

L’adozione del progetto di legge sul lavoro passata in prima lettura nell’Assemblea di Parigi ha fatto muovere anche sette sindacati o movimenti studenteschi (dalla CGT all’UNEF) a lanciare nuovi scioperi oggi e il 19 maggio, il sesto e settimo in poco più di due mesi, e alcuni piloti portuali hanno iniziato uno sciopero selvaggio con alcuni blocchi all’entrata dei porti di Le Havre e Nantes-Saint-Nazaire.

I sindacati dei piloti di Air France hanno poi lanciato uno sciopero per giovedì, così come negli scali parigini di Aéroports de Paris, di cui si conoscerà l’impatto nella giornata di oggi. L’SNPL, sindacato dei piloti, ha inoltre lanciato un referendum tra i suoi membri per rispondere a una semplice domanda: siete d’accordo a scioperare contro i tagli salariali di Air France?  Il 30 maggio se ne saprà di più ma l’Euro Cup di calcio a giugno è a rischio caso per i trasporti. Il nodo è la decisione di abbassare la retribuzione delle ore notturne dal 50 al 40% e la continua crescita di Transavia, con i loro costi più bassi, a scapito della “classica” Air France.

Ma l’opinione pubblica, malgrado la popolazione francese sia di solito piuttosto “barricadera”, non ci sta, visto che secondo gli ultimi dati nel 2015 il salario dei piloti sia cresciuto del 7%, contro una media per gli altri dipendenti della compagnia dell’1,5%. L’SNPL pur confermando le informazioni, sottolinea che si tratta del metodo di calcolo in quanto “la parte variabile della remunerazione è diventata più importante che la base di stipendio”, e precisa anche le perdite salariali registrate tra il 2008 e il 2014.

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