Emirates ed Etihad

Emirates ed Etihad, continuano i rumors per una fusione

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Fusione sì, fusione no, non passa giorno in cui la stampa finanziaria o specializzata in aviation  non parli di un matrimonio tra Emirates ed Etihad, operazione che verrebbe orchestrata dall’emirato di Abu Dhabi, il più grande e ricco dei sette che formano gli Emirati Arabi Riuniti, e di cui anche il neo-ceo del vettore si auspicava una positiva conclusione (leggi qui). Se sono fioccate nel tempo le smentite sia da parte di Emirates, la compagnia aerea di bandiera di Dubai da anni in positivo, che da parte della più claudicante Etihad, quello che è sicuro è che proseguono i colloqui tra le parti, e che una tale operazione farebbe nascere  il più grande vettore al mondo per traffico passeggeri.

Emirates ed Etihad, continuano i rumors di una loro fusione, ma sono diversi i rischi di una tale operazione

Come riportato da Bloomberg News, che riporta ben quattro fonti interne alle due società, la fusione tra Emirates ed Etihad farebbe nascere il vettore più grande aa mondo per traffico passeggeri, sorpassando le Big 3 americane, American Airlines, United Airlines e Delta, ma comporterebbe però anche dei rischi, soprattutto perché nessuno dei due Emirati, immaginiamo, rinuncerebbe al ruolo di hub per la nuova compagnia.  Un vettore, sì il più grande al mondo, che però potrebbe soffrire un sistema a doppio hub (e noi in Italia ne sappiamo qualcosa…), anche e soprattutto per la mancanza di un mercato interno, visto la popolazione di soli 9,4 milioni di abitanti. Sistema multihub che funziona invece per Lufthansa, con diversi hub del gruppo supportati però da popolazioni locali piuttosto ampie, e che può attingere anche al ricco mercato europeo. Molte poi le duplicazioni di rotte; sulle 88 servite da Etihad, solo 11 non sono servite anche da Emirates. Un problema anche da antitrust, visto che per molte destinazioni in Medio Oriente, India e Australia, Emirates è già dominante. Sulle rotte tra Australia ed Europa, Africa e Medio Oriente, ad esempio, nell’ultimo anno ha avuto una quota del 43% della capacità passeggeri. A cui aggiungere quella di Etihad.

Fonte: Bloomberg

Entrambe le compagnie aeree sono essenzialmente imprese statali di proprietà delle famiglie reali dei rispettivi emirati. Ma Dubai non ha più guadagni dal petrolio e durante la crisi finanziaria del 2008 è stata salvata da Abu Dhabi con 20 miliardi di dollari di denaro. Quindi la famiglia Al Nahyan, padrona di Etihad, avrebbe certamente l’ultima parola su un’operazione che vedrebbe Emirates prendersi le attività aviation della “rivale”, lasciandole la manutenzione e poco altro. Perché se Abu Dhabi ha certamente più peso politico ed economico negli EAU, dal punto di vista di business è certamente Emirates a comandare.

La soluzione ci sarebbe, ovvero il tarsferimento di entrambe le compagnie nell’enorme futuro aeroporto Dubai World Central, che si trova vicino al confine tra i due emirati, lasciando così però una cattedrale nel deserto il Midfield di Abu Dhabi, nuovo scalo in costruzione non  ancora aperto…

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