Edenred a MissionForum 2021 ci ha illustrato come stanno cambiando le prospettive del travel management. La multinazionale è leader mondiale nei servizi transazionali per le aziende e nasce con una vocazione business travel per diventare in anni più recenti fornitore della mobilità attraverso le carte carburante. Con 21mila utilizzatori dei suoi servizi, tra dipendenti di svariate tipologie di imprese, e il 25% di transazioni all’estero, ci ha offerto una interessante overview sui viaggi d’affari.
Paola Baldacci, direttrice di Mission e MissionFleet, ha intervistato Aldo Iacono, direttore fleet and mobility di Edenred Italia. L’azienda è parte di un circuito mondiale di circa 50 Paesi dove è presente nel settore dei buoni pasto. In questo ambito, Edenred conta 50 milioni di utilizzatori, di cui 2 mln in Italia.
Edenred e Q8 portano le carte carburante in 2.800 stazioni di servizio
Edenred a MissionForum 2021: com’era il mondo della trasferte di lavoro e come sta cambiando? Avete dovuto cambiare la vostra strategia?
«Offriamo soluzioni molto specifiche per il business travel, in cui abbiamo circa 20.000 utilizzatori che ogni giorno utilizzano le nostre carte di pagamento e le piattaforme che sostengono tutta la parte del viaggio. Purtroppo lo scenario è particolarmente grave: -80% nel trasporto aereo nel 2020 sul 2019. E -60%nel settore alberghiero. E non è necessario sottolinearlo oltre visto che è sotto gli occhi di tutti. Punto primo: i fornitori di servizi hanno cambiato l’offerta, sforzandosi di trovare ciò che soddisfa il mercato. Anche noi di Edenred stiamo rimodulando l’offerta, cercando proprio di reinventare la nostra attività».
Come ha reagito l’Italia nel suo complesso?
«Quello che abbiamo riscontrato è che l’Italia è stata particolarmente resiliente. I dati mostrano che le aziende hanno saputo riprogrammare le trasferte, oltre che valorizzare le relazioni a distanza. In qualche modo abbiamo provato ad evolvere, riuscendosi. Del resto, spesso nelle crisi si aprono nuove opportunità».
La crescita del welfare aziendale nei dati di Edenred
Che cosa è cambiato?
«L’attitudine dei viaggiatori. In base a ciò, travel manager e security manager hanno cambiato mole di lavoro e tipologia di attività. La sicurezza resta al centro dei processi anche in seguito ad alcune sentenze, che hanno sancito che contrarre il virus sul luogo di lavoro implica una responsablità per le aziende. L’attitudine del dipendente, come dicevo, è cambiata enormemente. Ad esempio, si amplia l’utilizzo dell’auto propria o di quella aziendale. Quest’ultima è diventata il mezzo preferito rispetto al trasporto pubblico locale.
Dove si è assestato questo modello, a partire dalla scorsa estate abbiamo fatto partire iniziative che davano un panel di scelta ai dipendenti dei nostri clienti, per spostarsi. Ad esempio, la piattaforma Easy mobility Edenred mette a disposizione un hub dove ci si possono scegliere vari mezzi di trasporto. La pandemia ha creato l’attitudine a isolarsi da parte dei lavoratori.
Di qui il già citato fenomeno dell’aumento della spesa per le auto aziendali, tra le tendenze che abbiamo rilevato».
Avete circa 60.000 utilizzatori della carta Uta Edenred. Quale scenario si prospetta con la piattaforma di welfare?
«È molto importante creare un ventaglio di scelta per i dipendenti, soprattutto in un clima di incertezza come questo. Noi e altri nostri concorrenti ci stiamo muovendo a implementare piattaforme che sono contenitori di servizi di mobilità, che garantiscono un ampio panel di scelta. Effetti collaterali? L’aumento del traffico privato, con aumento dell’inquinamento.
Stiamo lavorando molto su contenuti digitali, fruibili dagli utilizzatori. Faccio degli esempi. Prevediamo offerte flessibili che l’azienda nostra cliente può adottare: dalla carta carburante al piano welfare per i dipendenti in ambito di trasporti. Con un vantaggio anche dal punto di vista fiscale. In Francia abbiamo creato il “ticket mobilité“: una sorta di voucher annuale che l’utente può utilizzare per usare il trasporto pubblico con tariffe molto inferiori. Vogliamo rendere flessibile l’offerta corporate.
Stiamo lavorando per sensibilizzare il Governo a portare il voucher anche in Italia, agendo sotto il “cappello” del welfare. Abbiamo già un network di 12 vettori pubblici, più una ventina di privati con cui stiamo discutendo per la creazione dela rete dedicata.
Siamo confidenti che nei prossimi mesi l’Esecutivo avrà parecchio a cuore il tema del trasporto e quindi questo genere di iniziative potrà trovare quantomeno un ascolto attivo.
Le imprese cercano fornitori con certificazioni (sanitarie, ndr) che permettano al dipendente in viaggio di stare tranquillo. Con Accor stiamo mettendo insieme delle consulenze sul modo di viaggiare, soprattutto all’estero. Essendoci meno flessiblità con meno voli e meno treni, occorre un approccio complessivo che aiuti i nostri clienti a ottimizzare il business travel».