DPCM 3 novembre stop alla mobilità

Nuovo DPCM 3 novembre, stop alla mobilità

Con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm del 3 novembre è stop alla mobilità nuovamente. Per cominciare, Italo riduce la circolazione dei suoi treni. La compagnia ferroviaria privata manterrà 2 soli servizi giornalieri sulla direttrice Roma-Venezia e 6 servizi giornalieri sulla direttrice Napoli-Milano-Torino. Inoltre, applicherà la cassa integrazione al proprio personale. Queste limitazioni sul network cominciano a decorrere dal 10 novembre.

Spiega in una nota: «La situazione che si sta verificando per il trasporto alta velocità è identica a quella realizzatasi durante il lockdown di primavera, quando si registrò un crollo della domanda del 99% con gravi ripercussioni sull’intero settore». Attualmente i passeggeri sono diminuiti del 90% sulle tratte a lunga percorrenza.

Diversamente da quanto contenuto nella bozza del decreto, circolata a mezzo stampa come tutti i precedenti prima della firma ufficiale, le crociere sono consentite. Altresì le cerimonie religiose che sono spiegate nel dettaglio in questi allegati al Dpcm del 3 novembre. Vediamo nel dettaglio.

Per eventi, fiere e congressi rimane valido lo stop del Dpcm del 24 ottobre.

Nuovo DPCM 3 novembre, stop alla mobilità interregionale

Le aspettative delle società di trasporti sono di un ulteriore e drastico crollo della domanda nei giorni a venire, viste le imposte limitazioni alla mobilità interregionale.

Infatti, il decreto individua Regioni con un livello di rischio elevato secondo quanto stabilito nel documento di “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale”, condiviso dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome l’8 ottobre 2020.

In questi territori sono vietati gli spostamenti in entrata e in uscita, ad eccezione per quelli motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.

È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Si specifica che: «Il transito sui territori ad alto rischio è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del presente decreto».

Il Dpcm fa presente che il Ministro della salute, con frequenza almeno settimanale, verificherà il permanere dei presupposti e provvederà con ordinanza all’aggiornamento del relativo elenco delle regioni a rischio.

Scarica dalla Gazzetta Ufficiale il nuovo DPCM 3 novembre.

Scarica qui l’autocertificazione necessaria per gli spostamenti consentiti.

Spostamenti con il DPCM 3 novembre: le regioni rosse

L’Italia viene divisa in tre fasce: rossa per le più gravi, arancione e gialla, in base all’andamento epidemiologico. In “zona rossa” ci sono attualmente Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria. Per esse sono vietati gli spostamenti tra Comuni e dalla Regione stessa, fatte salve le ragioni già menzionate nel Dpcm. I mezzi di trasporto pubblici sono limitati al 50% del riempimento, ad eccezione di quelli per il trasporto scolastico, laddove è consentita la frequentazione in presenza solamente della scuola primaria.

Scarica qui la mappa delle regioni rosse, arancioni, gialle.

La conferenza stampa di Giuseppe Conte sul nuovo lockdown

DPCM 3 novembre stop alla mobilità: lockdown differenziato

Puglia e Sicilia sono le uniche che risultano in zona arancione, cioè ad alto rischio epidemiologico, ma possono spostarsi al di fuori delle proprie amministrazioni territoriali (Comuni, regioni), salvo che dalle 22 alle 5 del mattino quando per l’intero Paese vige lo stop alla mobilità. Sempre con le eccezioni di salute, lavoro, urgenza/necessità.

Infine, le zone gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, le Province autonome di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Queste vengono considerate a rischio epidemiologico che possiamo definire “controllato”.

Il presidente Conte ha fatto sapere che l’RT è aumentato a 1,7 come media nazionale, quindi la trasmissione del virus aumenta.

La paura è che dalle prossime settimane la soglia critica delle terapie intensive in alcune località venga superata. Perciò, dalla misurazione di 21 parametri in un piano di monitoraggio che il premier definisce «molto articolato, la bussola che ci indica dove intervenire», è stato deciso il programma di chiusure differenziato.

Infine, le misure partono da domani – venerdì 6 novembre -, cioè un giorno dopo le attese. Questo perché il Governo ha voluto offrire più tempo agli italiani «per organizzare le proprie attività». Il quadro normativo si intende valido fino al 3 dicembre 2020.

 

 

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