Temi noti per chi lavora in grandi aziende, quelli di Esg con sostenibilità e non solo, da perseguire, da certificare. In ballo non solo parole e carta ma anche competenze, per avere poi dei diritti, dei vantaggi economici diretti e indiretti, piuttosto che delle penalizzazioni, finanziarie. Un tema che sarà in parte argomentato dal MissionForum 2025, quello dove al momento corre la consulenza. Esg, con sostenibilità intesa a livello ambientale, sociale e di governance.
Direttiva Csrd
Corporate Sustainability Reporting Directive, un acronimo che vuole dire reportistica precisa, già dovuta alle grandi aziende, alle banche o assicurazioni, ma che ora si estende a molte imprese: da 2025 ogni azienda con oltre 250 dipendenti e più di 40 milioni di ricavi. Quindi, dal 2026 anche le Pmi, se quotate. Stime parlano di almeno settemila imprese “alla chiamata” in Italia, con rispettiva filiera.
Cosa fare e cosa far fare per la ESG
Nella sostanza le imprese soggette a compliance CSRD devono avere i dati anche della filiera, a valle, con clienti e distributori. Se tutti sono certificati, il buon rating Esg aiuta da subito migliorando l’attrattività di investimento e i costi finanziari, delle imprese che sono virtuose. Specialmente chi punta in alto, a grandi appalti degli enti (dove è un must la certificazione green).
Il punto è che a oggi pochi sono in grado di fare in azienda il proprio bilancio di sostenibilità, dovendo ricorrere a consulenti esterni. Scarseggiano veri e abili sustainability manager, fioccano società di consulenza in supporto soprattutto alle PMI, che devono soppesare agli investimenti nuovi processi e procedure, arrivando alla certificazione.
Dentro al quadro complesso si inseriscono consulenti che uniscono (e si uniscono, visto il lavoro da fare) mondo contabile, ingegneristico, finanziario e strategico