La digitalizzazione dei pagamenti è una delle mission di Nexi che tre anni fa ha lanciato Nexi travel account per il business travel, lo strumento virtuale per gestire le spese di viaggio delle Pmi. «E’ stato costruito consapevolmente sulle esigenze di mercato, con una precisa scelta di investimento in team di sviluppo in Italia – argomenta Sonia Bazzoni, Sales team leader Cards, sales & partnerships di Nexi -: siamo già leader per le carte dei dipendenti e questo prodotto va a completare la gamma per le medie e grandi organizzazioni».
Le carte business sono ovviamente conformi alle norme della Psd2 per sicurezza e nell’ambito dei pagamenti a distanza. Sono tutte virtuali e si integrano al 100% con i sistemi di backoffice della travel management company o dell’agenzia di viaggi di riferimento.
Approfondisci qui sul self booking tool di Frigerio che integra le carte corporate e il conto Nexi.
Video intervista a Sonia Bazzoni
Digitalizzazione dei pagamenti in Italia: fusione Nexi-Sia
In Italia i pagamenti digitali hanno una quota di penetrazione del 24%, un settore che può ancora crescere molto. Ecco che Nexi è salita agli onori delle cronache finanziarie in queste settimane per l’accordo a lungo atteso della fusione con Sia, di proprietà di Cdp (Cassa depositi e prestiti). Ma non solo, è di oggi l’annuncio della negoziazione in esclusiva con Nets per un’operazione di integrazione.
Vediamole con ordine entrambe.
Fusione Nexi-Sia
Con la firma del memorandum d’intesa agli inizi di ottobre, la società hi-tech europea che realizza servizi tecnologici e infrastrutture di pagamento (Sia) viene incorporata in Nexi.
Nasce così una società di pagamenti digitali europea con ricavi aggregati per 1,8 miliardi di euro.
Il nuovo gruppo sarà il più importante dell’Europa continentale per numero di merchants, numero di carte e di transazioni acquiring. Il primo anche per transazioni di pagamento cross-border.
In tutto, possiede circa 2 milioni di esercizi collegati, 120 milioni di carte e transazioni annue processate pari oltre 21 miliardi.
Piano cashless e la dipendenza dal contante in Italia
La fusione crea un gruppo da 5mila500 collaboratori in 15 Paesi, di cui oltre 4 mila impegnati nel Belpaese, che con l’ultimo piano cashless intende una volta per tutte abbattere i costi derivanti dall’utilizzo del contante.
Infatti, Bankitalia rileva che spendiamo circa l’1% del Pil (15 miliardi) per i pagamenti in denaro cash. Il 49% è sostenuto da banche e infrastrutture di servizio mentre il restante 51% è a carico delle aziende. Senza contare che il contante incentiva l’evasione fiscale, pari al record di 200 miliardi in Italia.
Secondo il Cash intensity index siamo tra le 30 peggiori economie al mondo per incidenza del contante sul Pil (pari ad 11,8%). Nella classifica ci sono anche il Giappone (18,7%) al settimo posto e la Spagna (11,9%), al trentesimo.
Spiega Nexi: «Il nuovo gruppo (Nexi-Sia) potrà cogliere tutte le opportunità di crescita organica con l’obiettivo di accelerare, insieme alle banche partner, la diffusione dei pagamenti digitali a beneficio dei cittadini, delle imprese e della Pubblica amministrazione».
Ai valori attuali di Borsa, Nexi-Sia avrà una capitalizzazione complessiva superiore a 15 miliardi. Dunque risultando una delle dieci società principali sul listino azionario.
Fusione Nexi-Nets
Nets è uno dei principali gruppi europei nel settore delle cosiddette “Paytech”. E’ attivo in 20 Paesi, con una posizione di leadership nei mercati dei pagamenti digitali più avanzati. Ad esempio i paesi nordici. Inoltre, è presente in Germania, Austria, Svizzera, Polonia e Europa centrale e orientale.
Nel 2019 ha generato ricavi per circa un miliardo di euro e presenta un profilo di crescita nel medio termine sostanzialmente in linea con quello di Nexi.
La discussione va avanti per 10 giorni da oggi tra le due aziende. La fusione rafforzerà le prospettive del gruppo Nexi-Sia grazie all’ulteriore diversificazione su un elevato numero di mercati.