La Global Business Travel Association (GBTA) ha svelato oggi a Copenaghen, durante la Europe Conference 2024 di cui Mission è media partner italiano, i risultati di Sustainability Acceleration Challenge.
Si tratta della prima iniziativa di benchmarking globale del settore, sullo stato dei programmi di viaggio d’affari e delle azioni per decarbonizzarli. I risultati, puntuali e aggionati, rivelano che le organizzazioni hanno molto da fare se vogliono ridurre materialmente le emissioni, in linea con gli obiettivi Net Zero 2050.
Cosa è il Sustainability Acceleration Challenge
Il GBTA Sustainability Acceleration Global Benchmark, sviluppato con Accenture, classifica lo stato dell’azione per il clima su un punteggio da 0 a 5, per mitigare le emissioni dei viaggi d’affari. L’attuale punteggio della sostenibilità globale complessiva in tutti i settori industriali è di 1,3.
Il Challenge serve a mobilitare organizzazioni di ogni dimensione e ogni area geografica per promuovere e accelerare l’integrazione di pratiche per ridurre le emissioni dei viaggi di lavoro. Le 241 aziende partecipanti, rappresentano una spesa cumulativa per i viaggi di lavoro di oltre 14 miliardi di dollari.
GBTA Sustainability Summit 2024, Europa avanti a tutti
I risultati del Challenge sono stati resi noti in coincidenza del terzo Summit annuale sulla sostenibilità GBTA, a Copenaghen. Ne esce che i programmi europei e globali sono più avanti, con punteggi rispettivamente di 1,7 e 1,6, rispetto ai programmi nordamericani con 1,0 e ai programmi APAC con 0,7.
Meglio la finanza
I settori della finanza, della consulenza e della tecnologia hanno punteggi superiori alla media (2,0, 1,7, 1,5), mentre altri come la produzione manifatturiera (0,8) e i servizi di trasporto/viaggio (1,2) sono indietro. La dimensione del programma di viaggio (spesa) è correlata al livello di maturità della sostenibilità. I programmi più piccoli hanno punteggio medio di 0,8 mentre i più grandi (oltre 100 milioni) hanno punteggio 2,5.
Elementi chiave della sostenibilità nei viaggi d’affari
Come logico, la pratica di sostenibilità numero uno è la valutazione della necessità del viaggio (79%). Seguita dall’incoraggiamento o dall’obbligo della classe economica per i viaggi nazionali (78%).
La maggior parte delle aziende (62%) sta monitorando le emissioni dei viaggi di lavoro e un ulteriore 14% pianifica di farlo. Anche la divulgazione pubblica e la rendicontazione delle emissioni della catena del valore aziendale che include i viaggi di lavoro, sta prendendo piede: il 49% lo fa e il 14% sta iniziando.
Poche aziende (20%) hanno obiettivi di riduzione esterni, per le proprie emissioni di ambito 3, compresi i viaggi di lavoro, cercando convalida di questi obiettivi da terze parti indipendenti (66%), nella maggior parte dei casi SBTi (Science-Based Targets Initiative).
Il 68% delle aziende ha funzionalità di sostenibilità incluse nella propria piattaforma di prenotazione viaggi aziendali. Il 22% sta cercando di aggiornare o passare a piattaforme con migliori funzionalità di sostenibilità.
Le funzionalità più comuni sono i calcolatori di carbonio per i viaggi, le informazioni su opzioni più sostenibili e la disponibilità delle prenotazioni ferroviarie.
Dipendenti coinvolti, Saf e Tariffe
Solo il 32% delle aziende ha adottato iniziative per coinvolgere i dipendenti nella sostenibilità dei viaggi, mentre il 33% sta pianificando di farlo. Con formazione sulle opzioni sostenibili, report sulle emissioni di CO2 dei dipendenti/delle unità aziendali, incentivi e concorsi per l’innovazione.
Un terzo delle aziende sceglie i fornitori in base a criteri climatici, insieme ad altri fattori, mentre il 22% pianifica di farlo. Le principali considerazioni sono gli obiettivi di sostenibilità dei fornitori (85%) e le certificazioni (80%). Solo il 12% delle aziende sta acquistando certificati Sustainable Aviation Fuel (SAFc) per compensare le emissioni dei viaggi, spendendo in media 400.000 USD all’anno.
La pratica è destinata a raddoppiare nel prossimo anno. Infine, solo il 7% delle aziende ha stabilito tariffe interne per il carbonio per i propri programmi di viaggi d’affari, mentre il 14% ha stabilito un budget per il carbonio, con una maggiore pianificazione per integrare queste pratiche entro un anno (rispettivamente il 17% e il 20%). Il prezzo interno medio stabilito è circa 50 USD rispetto ai 75 USD per tonnellata di CO2e necessari per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030.