Impresari dite addio al caro vecchio black.
Con l’introduzione del Ddl di Bilancio 2025, infatti, arriva una nuova normativa che obbliga le aziende a tracciare i rimborsi per le spese di trasferta sostenute dai dipendenti e dai collaboratori (co.co.co.). Se approvata dal Parlamento, questa misura avrà un impatto significativo sui metodi di pagamento utilizzati in ambito lavorativo, spingendo verso una gestione più trasparente delle spese aziendali.
Tracciabilità obbligatoria per i rimborsi spese
Il cuore della riforma riguarda l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili, come carte di credito, carte di debito o bonifici bancari, per tutte le spese ordinarie effettuate durante le trasferte aziendali. La finalità principale di questa disposizione è quella di contrastare l’evasione fiscale, che potrebbe verificarsi qualora le imprese fossero in grado di dedurre spese non realmente sostenute. L’intento è di garantire che tutte le spese aziendali siano giustificate da movimenti tracciati, eliminando così il rischio di evasioni fiscali o di “ritocchi” nei bilanci aziendali.
La nuova normativa stabilisce chiaramente che, se i rimborsi spese non vengono effettuati tramite metodi tracciabili, le somme corrisposte non saranno deducibili per l’impresa.
Carte aziendali e personali
Secondo il Ddl, le aziende avranno la possibilità di utilizzare sia carte aziendali che personali per pagare le spese di trasferta. Nel caso di carte aziendali, i costi per l’impresa saranno maggiori, sia per la gestione del conto aziendale, sia per le eventuali commissioni associate all’uso delle carte di credito o debito.
Obiettivo: contrastare l’evasione fiscale
L’obiettivo principale di questa riforma è senza dubbio quello di contrastare l’evasione fiscale, sia da parte degli erogatori di servizi che delle stesse imprese. Il rischio che le aziende possano dedurre spese che in realtà non sono state effettivamente sostenute è stato al centro del dibattito fiscale per anni. Con l’introduzione dell’obbligo di tracciabilità, il Governo intende ridurre al minimo il margine di errore e garantire che tutte le transazioni siano verificate e giustificate da evidenze concrete.
Un conflitto d’interesse che investe anche le spese di rappresentanza sostenute dalle imprese e i lavoratori autonomi, anch’essi interessati dalle novità.
Nessun cambiamento per hotel e ristoranti
Restano invariate invece le limitazioni vigenti per le spese relative a hotel e ristoranti, deducibili nella misura del 75% e per un importo totale non superiore al 2% dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo di imposta.
Impatti per le imprese
Le imprese italiane dovranno adattarsi rapidamente a questa nuova disciplina, mettendo in atto strategie di gestione delle trasferte che siano compatibili con le nuove disposizioni. Ciò potrebbe richiedere l’adozione di nuove tecnologie per il monitoraggio e la gestione delle spese aziendali, portando a una maggiore trasparenza e a una gestione più efficiente delle trasferte.
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