Le catene alberghiere propongono in Italia progetti di coworking. Ad esempio Fattal Hotels, gruppo israeliano che opera in Italia attraverso la sua filiale europea Leonardo Hotels ha creato Rooms. Si tratta di una joint venture che unisce work & hospitality (workspitality), fondendo il mondo degli hotel con quello degli spazi di lavoro comuni.
Progetto di coworking a Tel Aviv
Questo concept di coworking è stato applicato per la prima volta nel Rooms Begin Tel-Aviv, presso l’Hotel NYX della città israeliana. Progettato dall’architetto Roy David, il complesso si sviluppa su due piani con una superficie di lavoro di circa 1.300 metri quadrati. In totale sono disponibili 50 uffici e aree di lavoro di varie dimensioni con 174 scrivanie e postazioni, in base alle mutevoli esigenze dei potenziali clienti.
La gamma di questi spazi di coworking comprende uffici privati con una, due e fino a un massimo di sette postazioni.
Spazi di lavoro e servizi da boutique hotel
Oltre agli spazi di coworking, Rooms Begin offre inoltre una serie di zone comuni che comprendono cucina, soggiorno, lobby, rooftop, palestra e sauna, sale riunioni, servizi di pulizia e lavanderia, e anche la possibilità di portare il cane al lavoro. Il tutto con i servizi di un boutique hotel.
Il ceo di Rooms, Nadav Fattal, afferma: “Il settore alberghiero è alla ricerca di iniziative per attirare i locali negli alberghi e per creare un’interazione tra la comunità e gli ospiti in un’atmosfera interessante. Inoltre, il settore – in continua crescita – degli spazi di lavoro porta i lavoratori e le imprese a cercare un’esperienza di lavoro più ricca, strategica e produttiva”.
Coworking anche per The Student Hotel
Anche The Student Hotel si interessa al coworking con un progetto per la realizzazione di un complesso con destinazione d’uso mista di 82mila mq.
La struttura sorgerà in zona Belfiore, vicino al centro di Firenze e includerà un hotel TSH di 550 stanze. Si tratta del più grande di cinque progetti (tre a Firenze, uno a Roma e uno a Bologna) che il gruppo edilizio, investitore e gestore con sede ad Amsterdam, ha in Italia. In totale gli investimenti di TSH sul mercato italiano ammontano a circa €375 milioni, con altri sei progetti nel mirino. Scopri di più su TSH.
3.000 mq di uffici
Lo Student Hotel a Belfiore avrà 3.000 mq di uffici destinati al coworking con il brand Collab di TSH. Gli ospiti inoltre avranno a disposizione il ristorante interno The Commons Restaurant, un supermercato da 1.500 mq e un parcheggio con 600 posti. Una grande area dedicata agli eventi e il giardino sul tetto dell’hotel saranno accessibili a tutti. Questo importante progetto a destinazione d’uso mista avrà anche 1.300 mq di spazio per negozi e locali di ristorazione da affittare. Sia gli ospiti che la gente del posto potranno usufruire della palestra e della piscina di 50 metri di lunghezza.
Apertura nel 2022
I lavori di preparazione per mettere la struttura sotterranea in sicurezza dovrebbero iniziare a tarda estate. Una volta ottenuti gli ultimi permessi edilizi, il prossimo anno inizierà l’opera di costruzione del TSH hotel e delle altre strutture, che si prevede saranno inaugurate nel settembre 2022. Il complesso porterà alla totale rigenerazione dell’area, una ex fabbrica e uffici della Fiat, con la realizzazione di nuovi spazi pubblici verdi che migliorerà notevolmente l’area urbana.
Oltre al coworking, le catene alberghiere puntano sugli aparthotel. Leggi la notizia.
Chi è The Student Hotel Group
TSH propone un modello ibrido di ospitalità che unisce co-living e coworking e crea destinazioni uniche per una comunità internazionale in rapida crescita. Il gruppo edilizio, investitore e operatore ha 4.400 stanze in 12 città tra le quali Dresda, Firenze, Rotterdam, Amsterdam (in due luoghi: centro e ovest), L’Aja, Groningen, Eindhoven, Maastricht, Parigi e due siti Campus TSH a Barcellona, residenze riservate a studenti. La società TSH ha 10.726 stanze, 4.400 delle quali già operative e 6.326 già acquistate o in fase di sviluppo.
TSH Berlino aprirà entro il 2019. Vienna, Bologna e Delft apriranno nel 2020. Madrid, San Sebastian, Barcellona, Parigi, Tolosa, Carcavelos Lisbona, Roma, Firenze Belfiore e Firenze Manifattura Tabacchi apriranno nel 2021. TSH ha in programma di avere 65 complessi operativi, in via di costruzione o di progettazione in varie città europee nei prossimi cinque anni.
Ma qual è lo spazio di lavoro ideale?
Lo rivela nuovo studio di Future Workplace commissionato dalla società di comunicazione globale Plantronics (“Poly”). Dall’indagine emerge che le persone di tutte le età vorrebbero lavorare in ufficio – se solo non avessero colleghi rumorosi. Le persone che parlano a voce alta sono tra i maggiori “pericoli” della vita in ufficio. La quasi totalità dei lavoratori (99 per cento) riferisce di essere distratta da qualcosa mentre lavora nel proprio spazio di lavoro personale.
Più della metà degli intervistati inoltre afferma che le distrazioni rendono difficile ascoltare o essere ascoltati durante le telefonate (51%) e hanno un impatto sulla capacità di concentrazione (48%). Il 76% di tutti i lavoratori intervistati dice che la distrazione maggiore è legata a un collega che parla ad alta voce al telefono. Per il 65% invece riguarda un collega che parla nelle vicinanze. Il 93% infine è frustrato, almeno occasionalmente, a causa di distrazioni durante una telefonata o una videochiamata.
Le preferenze dei Millennial
Secondo lo studio Generazione Z e Millennial preferiscono ancora gli uffici con open space. Sostengono infatti di essere produttivi in ambienti rumorosi e tendono a collaborare più di altre generazioni. La metà dei lavoratori preferisce lavorare in ambienti open, e più giovani sono più elevata è la percentuale di coloro che lo desiderano. Il 55% della Generazione Z e il 56% dei Millennial preferisce uffici open rispetto al 47% della Generazione X e al 38% dei baby boomer.
Sì agli spazi rumorosi
Come accennato, più della metà della Generazione Z (52%) afferma di essere più produttiva quando lavora in ambienti rumorosi o parla con altre persone. Invece il 60% dei baby boomer sostiene di esserlo quando si trova in un ambiente silenzioso. Il 20% delle Generazione Z trascorre almeno la metà della giornata al telefono, o impegnato in videochiamate o in chiamate multiple. Invece solo il 7% dei baby boomer fa lo stesso.
I risultati della ricerca si basano su un’indagine globale condotta da Savanta su 5.150 intervistati in Europa, Nord America, Asia e Oceania.