Controlli di sicurezza aeroporti

Controlli di sicurezza aeroporti, stop ai liquidi nel bagaglio a mano

Per la UE gli scanner C3 attivi a Linate, Malpensa e Fiumicino e in altri scali europei non sono sicuri. Dal 1° settembre bisognerà mostrare i contenitori con più di 100 ml di liquidi (ma non i computer)

Dal 1° settembre i controlli di sicurezza negli aeroporti saranno più lenti. E si formeranno maggiori code. Il motivo è che, per quella data, l’Unione europea ha reintrodotto il limite del 100 ml per i liquidi trasportabili nel bagaglio a mano. Lo stop non avverrà subito in modo da dare ai gestori aeroportuali la possibilità di adeguarsi alla nuova direttiva.

Questo limite era ancora presente nella maggior parte degli scali del Vecchio Continente che non avevano in dotazione gli scanner di ultima generazione in grado di rilevare ogni liquido. In Italia gli aeroporti che li utilizzavano erano 3: Milano Linate, Milano Malpensa e Roma Fiumicino.

(Leggi del “face boarding” a Milano Linate)

La Commissione europea ha riferito che si tratta solo di misure temporanee prese in via precauzionale a causa di alcuni problemi tecnici nei rilevatori. La misura resterà in vigore finché tali “defaillance” non saranno risolte.

Controlli di sicurezza aeroporti: senza C3 saranno più lenti

Secondo molti addetti ai lavori, i controlli di sicurezza negli aeroporti saranno più lenti e le autorità di gestione degli scali saranno costrette ad assumere nuovo personale.

Basti pensare che chi partiva da questi 3 aeroporti italiani nel bagaglio a meno poteva portare contenitori con liquidi, gel o creme senza nemmeno tirarli fuori in fase di controllo. La cosa curiosa è che questi strumenti avevano ricevuto approvazione proprio dall’Unione europea.

Oltre che in Italia, questi strumenti erano in uso anche nei varchi di sicurezza di Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Olanda e Svezia.

Nella limitazione non rientrano i computer o gli altri strumenti elettronici. Questi che potranno infatti rimanere nel bagaglio a mano senza la necessità di estrarli prima del passaggio negli scanner C3. I C3 sono la nuova versione dei raggi X, che permettono una visione tridimensionale che distingue liquidi, gel o creme) dagli esplosivi.

Gli aeroporti che hanno investito per questi scanner di nuova generazione – che costano fino a 8 volte in più dei normali raggi X – si sentono penalizzati. «E i costi di manutenzione operativa sono quattro volte più alti». Così recita una nota di Airports Council International, l’associazione che nella sola Europa rappresenta i gestori aeroportuali di più di 500 aeroporti in 55 Paesi.

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