Acte: come diminuire la distanza tra viaggiatori e travel manager

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Quello che viaggiatori, d’affari, non vogliono. E i travel manager sì. Molti i punti di disaccordo tra chi nella aziende i viaggi li fa veramente e chi invece li organizza. Almeno a detta di un sondaggio realizzato dall’Association of Corporate Travel Executives (ACTE) che ha chiesto a 175 travel manager e fornitori cosa vogliono veramente i business traveller presentato al recente summit di Pechino con il titolo “The Role of Traveller Centricity In Business Air Travel”. Insomma sono veramente centrali i viaggiatori d’affari nelle travel policy delle aziende? (Scarica qui il report completo)

Vogliono, naturalmente, il Wi-Fi e bagagli non a pagamento. E volare comodi, potendo accedere a un buon catering e, naturalmente, a buoni posti. Con la business, almeno…, come mantra. I Travel manager sono d’accordo sui bagagli gratuiti, visto che potrebbero essere un costo accessorio salato e poco controllabile, e sui migliori posti possibili, senza sconfinare dalla travel policy aziendale, e cercando di utilizzare i vettori con cui si hanno accordi, anche a livello di loyalty program aziendali, il che non sempre piace ai viaggiatori.

Così come i ritardi aerei, le difficoltà di prenotazione con alcuni tool messi a disposizione, i voli scomodi come detto, magari con cambi intermedi  (che non sempre assicurano saving adeguati all’azienda, leggi: Kayak – I voli con scalo sono veramente i più convenienti?) .

Il report si conclude con una serie di suggerimenti per  ridurre il più possibile il gap tra i ai travel manager e i business traveller. E lo si può fare solo condividendo gli strumenti, reali, di controllo delle spese, costruendo una fiducia reciproca e cercare di massimizzare al massimo i programma di corporate loyalty.

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