Per il calcolo delle emissioni di CO2 per i passeggeri aerei urge una standardizzazione. E’ Iata a sollevare la questione e far sapere di essere al lavoro per una metodologia «che sarà adottata dalle compagnie aeree associate e resa disponibile alle società di gestione dei viaggi e ad altri stakeholders». Tra le società che collaborano con l’associazione mondiale delle aerolinee in questo progetto c’è American Express Global Business Travel.
Il principale problema è l’omogeneità dei dati sul valore che il business travel richiede con maggiore insistenza, è cioè le emissioni di anidride carbonica per ogni passeggero e ad ogni volo.
Attualmente è l’Icao ad avere sviluppato un metodo per calcolarle, da utilizzare nei programmi di compensazione. Questo calcolatore consente di stimare il valore applicando parametri pubblici disponibili. Ad esempio, la tipologia di aeromobile, i fattori di carico dei passeggeri, le rotte.
Calcolo CO2 passeggeri aerei: uno standard da Iata
Il rilascio dello standard è previsto all’inizio di quest’anno. Dopodiché verrà reso disponibile a tutti i player dell’industria dei viaggi, travel management company e online travel agency tra loro.
Attualmente, per massimizzare la diffusione della comune metodologia di calcolo delle emissioni di CO2 da parte delle compagnie aeree e potenzialmente da parte di altri fornitori di viaggi, è stata presa la decisione di chiedere un’approvazione diretta delle associate a Iata.
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I casi di utilizzo della metodologia per misurare l’impatto ambientale per singolo passeggero
Lo standard potrebbe essere applicato a due diversi casi:
- Per il calcolo pre-volo sulla base di dati storici. Come per il metodo dell’Icao, è possibile “prevedere” le emissioni di CO2 utilizzando i load factor degli aerei che sono considerate le informazioni più realistiche per fare proiezioni. Inoltre, può essere basato sulle medie del settore così come sui dati della compagnia aerea stessa.
- Per il calcolo post-volo: utilizza le medie dei dati post-volo e quelli storici per calcolare le emissioni di CO2 con maggiore precisione.
Ma da dove è partita Iata per realizzare il progetto?
Come si realizza la piattaforma di calcolo
L’associazione delle aerolinee ha analizzato le metodologie di calcolo dei passeggeri delle compagnie aeree più comuni, di dieci diversi fornitori come Icao, EN16258, Ademe, Atmosfair, EEA e Defra, al fine di valutarne l’applicazione.
Poi ha definito i sei criteri che devono essere soddisfatti per la standardizzazione del calcolo delle emissioni di CO2 per singolo passeggero.
La metodologia dovrà essere precisa perché fornisce informazioni credibili e dettagliate, che variano in base agli input. Semplice perché facile da generare e da usare per interpretare i dati. Trasparente: il cliente deve capire come vengono generati i risultati. Informativa: il passeggero può prendere decisioni informate su voli/compagnie aeree. Resiliente: adattabile e flessibile per soddisfare i requisiti futuri. Allineata: si allinea con gli standard ampiamente utilizzati, ad esempio Corsia: Carbon offsetting and reduction scheme for International aviation di Icao.
Ricordiamo che questo programma internazionale mira a stabilizzare le emissioni di CO2 ai livelli del 2020, richiedendo alle compagnie aeree di compensarne la crescita dopo quell’anno.
Come viene distribuita la nuova standardizzazione?
Iata sta sviluppando con l’industria del trasporto aereo e con il settore dei viaggi una serie di processi e standard che consentiranno la distribuzione fluida dei dati sulle emissioni di CO2 a tutti i distributori. Ad esempio, utilizzando l’Ndc, New distribution capability.
In questo modo, le compagnie aeree potranno inserire i dati di emissione di CO2 nel motore di calcolo, ad esempio utilizzando il consumo effettivo di carburante, i passeggeri e il load factor. Garantendo così i risultati più accurati ed in contrasto con gli attuali modelli teorici che utilizzano valori medi e stimati.
Metodo attuale Icao: i passi per stimare le emissioni di CO2/passeggero
Il metodo odierno prevede questi passaggi:
1: Stima del consumo di carburante dell’aeromobile
2: Calcolo del consumo di carburante dei passeggeri sulla base di un fattore passeggeri/merci derivato dai dati RTK (Real Time Kinematics)
3: Calcolo dei posti occupati (ipotesi: tutti gli aeromobili sono interamente configurati con posti economici). Posto occupato = Posti totali x Fattore di carico
4: Emissioni di CO2 per passeggero = consumo di carburante dei passeggeri x 3,16/posto occupato
[Iata e gli Accordi di Parigi: la posizione “Net Zero Carbon Emissions by 2050“]
L’aereo è il mezzo di trasporto più inquinante?
Non è così semplice rispondere alla domanda.
Questo calcolo coinvolge un numero elevato di fattori tra chilometri percorsi, tipologia di aeromobile (età compresa), quanti passeggeri e alla fine si tratta sempre di un’ipotesi.
Per stimare le emissioni dobbiamo conoscere il consumo di carburante per km, moltiplicarlo per un fattore di emissione specifico, che dipende dal combustibile utilizzato.
A questa cifra si aggiungono le emissioni relative alla fase di fabbricazione del mezzo di trasporto o i fattori di emissione relativi alla forza radiativa nel caso degli aeromobili. Quindi il valore viene diviso per il numero di passeggeri e il numero di chilometri percorsi e si ottiene un valore in g di CO2/passeggero/km. Tuttavia, dovremmo dire CO2 equivalente, perché questo dato include anche gli altri gas serra, come il metano.
Per semplificare, l’Agenzia europea dell’ambiente si basa su questa tabella:
4 g di CO2/passeggero/km per il treno
42 g CO2/passeggero/km per un’auto piccola
55 g CO2/passeggero/km per un’auto media
68 g di CO2/passeggero/km per un autobus
72 g di CO2/passeggero/km per un motore a due ruote
285 g di CO2/passeggero/km per un aereo
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