La percentuale dei viaggi business che hanno una componente leisure nel 2016 ha raggiunto quota 17%, rispetto al 14% del 2015, al 13% del 2014, al 12% del 2013 e dell’11% del 2012. Un settore in crescita, dunque, quello del “bleisure“, neologismo che indica uno spostamento che al tempo stesso è di piacere e di lavoro.
A dirlo è il Travel Weekly’s 2016 Consumer Trends report, lo studio annuale compiuto dalla rivista americana “Travel weekly”, che ha intervistato travel manager in giro per la confederazione a stelle e strisce. E i dati coincidono con quelli resi noti dal Global Business Travel Alliance’s 2015 Business Traveler Sentiment Index, che indica che per il 67% dei business traveller è importante riuscire a combinare il turismo con gli impegni di lavoro, cosa che almeno negli ultimi 3 mesi hanno effettivamente fatto il 36% degli interpellati, con la metà di essi che ha viaggiato in compagnia del coniuge o di altri membri della famiglia.
Per chi si occupa di prenotazioni di viaggi, il segmento bleisure rappresenta un’opportunità ghiotta, visto che i business traveller spendono mediamente di più dei turisti leisure (una media di 1.556 dollari contro 1.332) e prenotano più prodotti allo stesso tempo, puntando a rivolgersi ad agenzie specializzate, che si stanno evolvendo nella direzione di offrire entrambi i servizi (leisure e business).
Un altro sondaggio – effettuato da 4Hoteliers sui Millennials – ha mostrato che il 65% dei business travellers tra i 18 e i 35 anni nel corso degli ultimi 12 mesi aveva effettuato almeno una trasferta di lavoro, con una durata media di 3 notti. Ma non solo: questi “giovani” hanno riferito che nel 53% dei casi hanno occupato le ore libere…lavorando. Altro dato: il 62% di questi ha molta libertà di scelta in fatto di prenotazioni, al punto che è in grado di scegliere da sé il tipo di hotel e di camera in cui pernottare.
Il report di Bridge Street Global Hospitality ha invece rivelato che per il 78% degli intervistati aggiungere alle trasferte qualche giorno di vacanza porta valore e risultati ai propri obiettivi professionali. E lo sanno bene i manager di NYC & Company, l’azienda che promuove il turismo a New York, che hanno visto che negli ultimi 5 anni i pernottamenti dei visitatori che combinano business travel con leisure sono passati dal 2 al 34%. E così è cambiata anche la strategia di marketing dell’azienda.
Stessa tendenza anche a Dallas, dove il locale convention bureau ha detto che nel 2015 il 23% dei business traveller che hanno soggiornato nella città texana ha citato il “leisure” come un motivo aggiuntivo del proprio viaggio. E situazioni simili sono in crescita anche in altre parti degli Stati Uniti.