Il business travel entra in Parlamento, almeno in Inghilterra. Con lo scopo di elevare il profilo del settore all’interno del governo, infatti, l’assemblea britannica ha creato un gruppo dedicato ai viaggi d’affari, trasversale dal punto di vista dei partiti. Si chiama All Party Parliamentary Group (Appg).
Si compone di rappresentanti di tutto lo spettro politico, con un interesse per il business travel, ed è presieduto da Stephen Hammond, deputato di Wimbledon ed ex sottosegretario di stato parlamentare ai Trasporti.
Martedì scorso hanno tenuto la prima riunione.
Hanno parlato Clive Wratten, Ceo della Business travel association (Bta), Suzanne Horner, Ceo del Gray Dawes group e presidente dell’associazione, Drew Crawley, Cco di American Express Global Business Travel (GBT) e Thomas Haagensen, direttore del mercato gruppi di Easyjet.
Si tratta di un passo molto importante per un Governo, quello di riconoscere nel suo cuore politico e legislativo il valore e le difficoltà attuali del settore. Più di ogni altra iniziativa associativa. Ed è la prima volta in Europa. Solo negli Stati Uniti la potente Us Travel Association è, infatti, riconosciuta a livello della Casa Bianca.
Il tema scottante sono le restrizioni di viaggio che ostacolano i piani delle aziende di tornare ai viaggi d’affari internazionali. A lungo si è parlato in questi giorni di creare dei corridoi di volo tra le sponde dell’Atlantico, per permettere a chi viaggia per lavoro di entrate nel Regno Unito senza sottostare ad obblighi di quarantena irrealistici per qualsiasi business traveller.
Secondo la Bta, il comparto dei viaggi d’affari contribuisce ogni anno con oltre 220 miliardi di sterline al Pil del Regno Unito. E oggi sono a rischio 10mila posti di lavoro.
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Il business travel entra in Parlamento: le richieste
L’associazione inglese ha proposto un pacchetto di misure.
Tra esse l’estensione del regime di mantenimento del posto di lavoro per il Coronavirus;
la sospensione temporanea dell’Air passenger duty;
la defiscalizzazione delle tariffe aziendali;
lo sviluppo e l’approvazione dei test sui viaggiatori per sostituire le attuali regole di quarantena.
Il presidente di Amex Gbt ha sottolineato le richieste del suo AD Paul Abbott, già presentate al sottosegretario ai trasporti inglese. E cioè di esentare i viaggiatori d’affari dalle misure di isolamento fiduciario una volta entrati nel Regno unito.
«Le esenzioni di quarantena concordate bilateralmente per i viaggi d’affari, se prenotati tramite Tmc, sono una opzione molto fattibile», ha detto Crawley.
Non resta che attendere gli effetti di questa ennesima azione di lobbying internazionale.
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Sull’altro fronte dell’oceano, intanto, oggi 18 gruppi dell’industria dei viaggi e dell’aviazione hanno invitato l’amministrazione Trump a intraprendere un’azione coordinata e deliberata per riaprire in sicurezza i mercati dei voli transatlantici.
Gbta, l’associazione globale del business travel con sede a Washington, informa che senza protocolli di test appropriati, l’economia statunitense perderà 155 miliardi di dollari a causa del crollo dei viaggi.
Gbta esorta la Casa Bianca a collaborare su procedure che considerino 5 parametri. Cioè il costo, la velocità di ricezione dei risultati, il periodo di validità dei risultati dei test, le soglie di tolleranza al rischio e l’accuratezza.
Secondo gli analisti di Oag che ogni lunedì fanno il punto sulla capacità aerea mondiale, le proiezioni per fine anno sono drammatiche per l’industria del trasporto aereo.
Senza annoiarvi con le percentuali, facciamo un paragone.
Proiettando l’attuale tendenza verso la fine dell’anno, la capacità globale scenderà sotto i 40 milioni di seggiolini nell’ultima settimana di dicembre 2020. Nel 2019 i posti programmati dalle compagnie aeree per lo stesso periodo furono 106,8 milioni.