Business travel e dazi

Business Travel e dazi, la relazione secondo il sondaggio Gbta

Un sondaggio che l'associazione ha effettuato in 45 paesi del mondo ha rilevato che esiste una correlazione tra le due cose, con riflesso negativo sul mondo dei viaggi d'affari

Il business travel e i dazi americani: c’è un rapporto negativo tra le due cose? Cosa pensano i travel manager delle aziende di vari paesi del mondo?

Secondo un sondaggio che la Global Business Travel Association (Gbra) ha condotto in tutto il mondo, una parte significativa degli oltre 900 professionisti dei viaggi d’affari prevede un calo. Insomma: sembra che nelle ultime settimane l’ottimismo generale abbia subito un duro colpo, riflettendo l’incertezza che attanaglia il settore e altri comparti.

Tutto ciò, sembra, in seguito alle misure varate dalla Casa Bianca, che comprende dazi sulle importazioni e politiche transfrontaliere che prevedono restrizioni all’ingresso negli Usa.

I professionisti del settore dei viaggi d’affari a livello globale si trovano ad affrontare un panorama complesso e incerto per quanto riguarda il potenziale impatto su volumi, spesa e ricavi dei viaggi d’affari nel 2025.

–> Leggi dei dazi Usa sulle auto

Sondaggio Gbta, i risultati

Come risultato di ciò, il sondaggio rivela i seguenti punti che evidenziano una relazione tra business travel e dazi.

Primo: il 44% dei travel manager prevede che nel 2025 spesa e volume dei viaggi d’affari della propria azienda non subirà ripercussioni. Per contro, solo il 25% dei fornitori di servizi di viaggio afferma che non ci saranno diminuzioni dei ricavi derivanti dal settore.

Secondo: quasi un terzo (il 29%) dei travel manager prevede che nel 2025 ci sia un calo del volume dei viaggi d’affari presso le proprie aziende. La dominuzione è valutata in media del 21%. Inoltre, una parte piuttosto ampia di tali manager (il 19%) non è certa dell’impatto che avrà.

Terzo: il 27% dei travel manager prevede che qust’anno ci sia una diminuzione media del 20% della spesa per viaggi d’affari. Numeri alla mano, con una spesa globale prevista che nel 2025 raggiungerà i 1.630 miliardi di dollari, ciò potrebbe rappresentare un potenziale calo di 88 miliardi.

Quarto: il 37% dei fornitori di servizi di viaggio e dei professionisti delle società di gestione dei viaggi (Tmc) prevede un calo medio del 18% dei relativi ricavi.

Quinto e ultimo. A causa delle preoccupazioni generali, solo il 31% degli operatori del settore rimane ottimista sulle prospettive generali del settore per quest’anno. Il 40% è invece neutrale. Questo rappresenta un calo significativo rispetto al sondaggio Gbta di novembre 2024, in cui il 67% dei professionisti del settore aveva espresso un’opinione ottimistica per il 2025. Solo il 26% aveva avuto un atteggiamento neutrale.

Business travel e dazi, barriere e restrizioni

«Sebbene le prospettive per i viaggi d’affari globali fossero incredibilmente positive all’inizio del 2025, la nostra ricerca mostra ora crescenti preoccupazioni e incertezze nel nostro settore. Almeno considerando le misure intraprese dal governo statunitense. Viaggiare per lavoro svolge un ruolo fondamentale nel sostenere la crescita aziendale, solidi legami diplomatici e preziose connessioni. Tutti pilastri di economie resilienti», ha affermato Suzanne Neufang, Ceo di Gbta.

«I viaggi d’affari produttivi ed essenziali sono minacciati in periodi di incertezza economica o in un contesto di ulteriori barriere e restrizioni. Ciò mina la prosperità economica e danneggia i numerosi settori che dipendono dal business travel per sopravvivere e prosperare».

La manager ha aggiunto poi che ci sono due fattori chiave da tenere d’occhio che influenzeranno l’impatto a lungo termine sui viaggi d’affari. Il primo è una pressione economica prolungata o un’incertezza che grava sui bilanci aziendali. Il secondo sono le restrizioni ai viaggi transfrontalieri e alla mobilità della forza lavoro globale da e per gli Stati Uniti.

–> Leggi il rapporto completo su Gbta.org

Sondaggio Gbta su business travel e dazi, il riflesso su meeting ed eventi

Il sondaggio Gbta sulla relazione tra business travel e dazi riflette le risposte di travel manager (acquirenti), fornitori, agenzie di gestione viaggi e altri intermediari di viaggio. Gli intervistati provenivano da 45 paesi.

Qui sotto, ulteriori risultati dello studio.

  • Da gennaio 2025, il 7% delle aziende che hanno acquistato servizi per trasferte ha rivisto le proprie policy aziendali in materia di viaggi da o per gli Usa. Un altro 25%  afferma di prendere in considerazione tale modifica in futuro. Il 64% sta mantenendo inalterata la propria strategia.
  • Quasi il 20% degli interpellati ha già pianificato o valutato di annullare, spostare o ritirare la partecipazione a meeting ed eventi che si svolgono negli Usa.
  • Il 10% sta pianificando o considerando l’annullamento della partecipazione dei dipendenti a eventi negli Stati Uniti.
  • Per quanto riguarda il trasferimento di meeting o eventi dagli Stati Uniti, un totale del 14% afferma che la propria azienda lo ha già fatto (8%) o lo sta prendendo in considerazione (6%). Le imprese con sede al di fuori degli Usa hanno una probabilità 3 volte maggiore di trasferire i meeting in un luogo diverso dalla confederazione.
  • Le principali preoccupazioni degli intervistati riguardo all’impatto a lungo termine delle azioni del governo statunitense sono legate all’economia. In particolare ai costi dei viaggi d’affari (54%) e ai potenziali tagli di bilancio (40%). A ciò si aggiungono esigenze come visti o documentazione (46%). Seguono da vicino le preoccupazioni incentrate sui viaggiatori, come la disponibilità degli stessi a recarsi negli Usa e la responsabilità delle aziende stesse (37%).
  • Infine, alla domanda se conoscono personalmente qualcuno il cui viaggio è stato influenzato da cambiamenti alla frontiera statunitense o alle politiche di viaggio, il 23% dei professionisti del settore ha risposto di sì.

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