La forza di Booking.com la riassume perfettamente il patron di BTO Giancarlo Carniani domandando a Peter Verhoeven, Direttore Generale della società della galassia Priceline, sul palco della Oracle main hall .insieme a Helena Egan, Director of Industry Relations di TripAdvisor: “Ogni volta che cambiate qualcosa cambia il mercato”, insomma Booking è l’Amazon, e forse anche qualcosa di più, del travel online.
“Noi continuiamo a innovare, testando ogni giorno diverse cose; da interi prodotti a la semplice posizionamento di un bottone” dice Verhoven, “grazie anche al grande traffico che sviluppiamo”, “ancora sotto il nostro” provoca simpaticamente Egan, che, altrettanto provocatoriamente chiede a Verhoeven cosa farebbe se si comprasse Tripadvisor. La risposta è lapidaria. o quasi. “Nulla. Perché tutte le società nel gruppo attuano autonomamente”.
A incendiare un po’ la platea la querelle sulle cancellazioni che aprono “voragini” nelle prenotazioni degli albergatori, “ma se mettessimo hotel prepagati (e questo modello di business era ed è già presente in Rete, ndr) avremmo un decimo del business. La gente vuole la libertà di decidere. Un mondo senza possibilità di cancellazione è un mondo senza business” commenta Verhoeven, che precisa “non è che siamo noi che educhiamo “male” i consumatori, sono loro che si educano da soli. Ad esempio se si mette il cvc per il pagamento con carta di credito sul mobile non si converte”. Consumatori che, secondo i dati del manager, “usano piattaforme come la nostra per cercare gli hotel e poi, per il 40% prenotano sui siti degli hotel direttamente”.
E neppure sulle commissioni Verhoeven si scalda: “non credo ci sia pressione sui partner, visto che ne abbiamo ben un milione…”. Partner sempre più interessati al mondo del business travel, visto che ormai il “25% dei nostri viaggiatori lo fanno per ragioni di business”, afferma il manager. Una delle ragioni del perché la BTO di quest’anno sta cercando di “arruolare” anche aziende che hanno il business travel come suo “core”; da Hrs ad Airplus a noi stessi di Mission, chiamati come media partner dell’evento.