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Brexit e viaggi d’affari: cosa cambia per gli europei e per i britannici

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Brexit e viaggi d’affari tra Europa e Regno Unito, veniamo al dunque. La conclusione degli accordi in ritardo offre ai travel manager un tempo limitato per gestire i cambiamenti delle regole in vigore dal 1° gennaio 2021, ma la frenata del business travel dovuta al Coronavirus riequilibra l’urgenza. E’ l’accordo commerciale di oltre 1200 pagine pubblicato alla vigilia di Natale a regolamentare le trasferte di lavoro da e per la Gran Bretagna (l’Irlanda del Nord gode di uno status speciale e non rientra), ora che non fa più parte dell’UE. Da subito capiamo che alcune missioni professionali di breve durata richiederanno un visto/permesso se non la verifica delle esigenze economiche in alcuni casi. Vediamo con ordine.

Brexit e viaggi d’affari: diritti sanitari e patente restano validi

Di buono c’è che si sono mantenuti i diritti sanitari internazionali e la validità delle patenti di guida nazionali. Inoltre, i viaggi tra il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda sono regolati da un accordo precedente l’adesione dei due Paesi all’UE, quindi non sono interessati dalle variazioni in seguito alla Brexit.

Durata dei viaggi: 90 giorni per gli inglesi

I proprietari di un passaporto europeo possono visitare il Regno Unito per un massimo di sei mesi alla volta.

Invece, per i titolari di un passaporto britannico cessa il diritto a soggiornare in un Paese europeo senza limiti di durata del soggiorno.

Ciò significa che possono rimanere nella più parte dei Paesi UE più i 4 stati di libero scambio Efta (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) fino 90 giorni complessivi entro un periodo di 180 giorni. Perciò chi proviene dal Regno Unito potrà rimanere 30 giorni in 3 Stati, ad esempio. Ma non in tutte le nazioni: alcune di esse fanno eccezione.

E’ bene ricordare che ogni paese dell’UE ha il diritto di stabilire le proprie condizioni. I Governi che vorranno mantenere alti i flussi di viaggiatori potranno decidere di offrire policy più aperte.

Il passaporto verrà timbrato all’ingresso e all’uscita da tutti i Paesi.

Da una prima lettura del trattato – molto complessa e da affinare – si evince che in entrambe le direzioni i viaggiatori dovrebbero portare il passaporto e la prova di un viaggio di ritorno oppure di proseguimento, nonché le disponibilità economiche per mantenere il soggiorno.

Carta d’identità e passaporto

Le carte d’identità europee – con alcune eccezioni – non saranno più accettate come documento d’ingresso dal 1° ottobre 2021. I passaporti britannici dovranno avere almeno 6 mesi di validità per entrare in Europa.

Coloro che risiedono in Gran Bretagna non vedono variare le proprie condizioni e continuano a utilizzare la carta d’identità per entrare se iscritti all’EU Settlement Scheme. Valido fino a tutto il 2025.

Esta europeo dal 2022

I cittadini britannici dovranno richiedere l’autorizzazione elettronica “visa free” attraverso una piattaforma online, al pari dell’Esta statunitense, dal 2022.

La data non è ancora confermata, ma tutti i viaggiatori extracomunitari che entreranno nell’area Schengen senza un visto dovranno possedere questo requisito dallo Etias, cioè l’“European travel information and authorization system”.

Come noto, l’area Schengen comprende gli Stati dell’Efta ed europei ad eccezione di Bulgaria, Croazia, Cipro, Irlanda e Romania.

Anche il Regno Unito adotterà una procedura d’ingresso similare all’Etias.

Aeroporti e corsie riservate ai passaporti UE

I viaggiatori europei continueranno ad utilizzare i gate automatici negli aeroporti del Regno Unito. Al contrario, i titolari di passaporto del Regno Unito non dovrebbero più accedere alle corsie di controllo doganale riservate ai cittadini europei.

Piccole quantità di alcol e tabacco possono ancora essere acquistate al duty free in entrambe le direzioni.

Assistenza sanitaria europea sempre valida

Le European health insurance card (Ehic) dovrebbero rimanere valide anche per i cittadini europei nel Regno Unito visto che lo saranno in Europa, ora che la Brexit ha terminato il periodo di transizione.

Come sappiamo, la “tessera europea di assicurazione per le malattie” offre ai cittadini europei il diritto alle cure statali ovunque nell’UE, in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Le tessere inglesi Ehic esistenti (circa 27 milioni, ndr) saranno accettate in Europa fino alla scadenza. Poi potranno essere rinnovate, ma i dettagli devono ancora essere comunicati. Tuttavia, nelle 4 nazioni Efta non saranno e non sono valide.

Patente di guida e green card assicurativa

I driver europei nel Regno Unito non devono avere una “green card” che dimostri la copertura assicurativa, mentre i britannici sì mentre guideranno in Europa.

In ugual modo, se la patente di guida inglese sarà antiquata e cartacea dovrà essere accompagnata da un permesso di guida internazionale quando i conducenti attraverseranno l’Europa, il Lichtenstein, l’Islanda e la Norvegia. Lo stesso se è stata rilasciata a Gibilterra, Guernsey e Jersey (isole nel canale della Manica appartenenti alla Corona britannica, ndr) o nell’isola di Man.

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Viaggi di breve termine senza visto di lavoro

L’accordo commerciale che regola l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea elenca le attività d’affari consentite che non richiedono un visto business di breve termine.

Si includono tra esse la partecipazione a riunioni e conferenze oppure i meeting con soci in affari.

Senza visto si può entrare nel Regno Unito e viceversa in Europa per ragioni di ricerca e di progettazione, per ricerche di mercato, per frequentare corsi di formazione, fiere e mostre.

Altresì consentiti senza permessi di ingresso sono i viaggi per ragioni commerciali (sales mission, ndr), di acquisti, di assistenza post-vendita dei servizi, di transazioni commerciali, di turismo, traduzione e interpretariato.

La Svizzera gode di un accordo a parte, fino al 2023.

I professionisti del Regno Unito possono lavorare nella Confederazione fino a 90 giorni all’anno senza un visto di lavoro o altri documenti. Allo stesso modo, gli svizzeri possono svolgere business in UK per il medesimo lasso di tempo.

Attività che richiedono un permesso per affari

Alcuni Stati europei, invece, richiedono un visto di lavoro ai cittadini britannici, ad esempio Cipro, Danimarca e Ungheria. L’Austria esige particolari condizioni per alcuni settori professionali, fiere comprese.

Tuttora non sono esplicite le attività d’affari per le quali è obbligatorio un visto di lavoro. Dipenderanno dalla natura delle iniziative da intraprendere, dalle qualifiche dell’individuo e dalla durata.

Fermo restando che decadono le qualifiche professionali.

Fino al 31 dicembre 2020 per i cittadini del Regno Unito ed europei vigeva il reciproco riconoscimento. Quindi medici, infermieri, dentisti, farmacisti, veterinari, avvocati, architetti o ingegneri esercitavano le loro professioni: questo non è più valido dal 1 gennaio 2021.

Perciò alcuni studi legali inglesi consigliano a chi viaggia per lavoro tra Europa e Regno Unito di portare con sé una lettera. Per indicare la durata del viaggio, le attività che si svolgeranno, chi sosterrà i costi del soggiorno e i luoghi dove normalmente le persone si recheranno per ragioni professionali.

Si noti che il trattato entra in vigore in via provvisoria fino al 28 febbraio 2021. L’iter di ratifica prevede ulteriori passaggi da entrambe i contraenti.

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