Nuova sede, nuovi contenuti e nuova formula per il Biz Travel Forum 2022, l’evento catalizzatore della business travel community italiana tenutosi oggi all’Hotel Melià di Milano.
Come ogni anno, a fare gli onori di casa c’è il presidente di Uvet Luca Patanè, a guida di un gruppo tra i leader nella fornitura di servizi e per viaggi d’affari, mobility, turismo, incoming ed eventi corporate.
«Abbiamo deciso di fare un evento meno affollato rispetto alle scorse edizioni, circa 4-500 persone. Dopo 2 anni di chiusura Covid, gli italiani volevano ripartire. Se questa ripresa del settore viaggi è momentanea o è strutturale? L’effetto molla c’è. Però la Cina è ancora chiusa dal punto di vista del turismo. Ora mi auguro che l’Italia abbia un ministero del turismo: ce lo meriteremmo come peraltro meriteremmo una maggior attenzione da parte della politica».
Questa l’introduzione del manager alla platea di travel manager e professionisti del mondo del business travel, che hanno mostrato una grande attenzione su quello che riserba il futuro.
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Biz Travel Forum 2022, l’analisi di The European House Ambrosetti
«Lo slogan “Sink or swim” mi sembra perfetto per rappresentare la situazione odierna del business travel» esordisce Valerio De Molli, managing partner e amministratore delegato di The European House Ambrosetti, analizzando la situazione economica generale.
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Già, bere o affogare, insomma. Anche perché per programmare il presente bisogna conoscere il passato. «E la situazione attuale arriva da eventi recenti che hanno condizionato tutto il settore dei viaggi corporate. Il primo è la pandemia, che è tutt’altro che risolta anche se è sotto controllo. Il secondo, è la guerra in Europa. Terzo: l’inflazione, che ha un impatto del settore del business travel. E questo è un fattore che era iniziato anche prima del conflitto in Ucraina».
La cosa che Valerio De Molli ha evidenziato davanti a una platea di addetti ai lavori è come i presidenti delle due principali banche centrali – la Federal Reserve in Usa e la Bce in Europa – abbiano completamente “toppato” nel prevedere la fine dell’inflazione.
«Lo scorso anno, entrambi avevano previsto che il boom dei prezzi si sarebbe fermato nel giro di pochi mesi. Cosa che non è successa e che ha impattato nel settore del business travel. Pertanto il costo delle materie prime e il trasporto sono aumentati, nonostante il rallentamento della domanda abbia già procurato una riduzione rilevante».
La crescita in Italia, bene il primo semestre in calo gli ultimi 3 mesi
In questa situazione difficile, comunque, l’Italia ha invertito una rotta che ha visto – dal 2002 a oggi – una crescita annua media dello 0,2%. «Nel 2022 il Pil chiuderà in una cifra compresa tra il +2,9 e il +3,7%. In pratica: cresceremo più di Germania e Francia».
Diverso il quadro socieconomico del 2023, che con ogni probabilità si rifletterà nel settore dei viaggi aziendali. «Secondo il Fondo Monetario l’Italia calerà dello 0,3% mentre il resto del mondo sarà a +2,7%. Io non sono così pessimista anche se molto dipende da vari fattori, a iniziare dalla politica del governo e dalle forniture energetiche. Certo è che il reddito disponibile e i consumi avranno un abbassamento notevole».
Intanto, nel secondo trimestre 2022 l’Italia è stata tra i paesi europei a maggiore crescita con +1,1% rispetto al primo trimestre. Si prevede però che l’ultimo trimestre sarà negativo nonostante il ritorno degli investimenti dall’estero e nonostante «un imprenditore su 2 stia pensando di riportare in Italia la produzione anche per accorciare la filiera logistica».
Intesa San Paolo: “Le aziende alberghiere devono aggregarsi”
Parlando più direttamente di offerta turistica e di pagamenti, l’intervento di Stefano Barrese, responsabile divisione banche del territorio di Intesa San Paolo, sposta l’attenzione verso la domanda interna di viaggi d’affari (e non solo) che nel 2023 potrebbe soffrire. «La vera sfida è il 2023: oggi vedo una certa vitalità, soprattutto nel manifatturiero, nel boom negli ordini delle imprese e per il cambio favorevole col dollaro. Rimango pertanto confidente che sia un anno positivo».
Cosa può fare una banca come la sua per il turismo? A questa domanda posta dal moderatore Nicola Porro, la risposta è secca. «Bisogna alzare la qualità dell’offerta, cosa che negli ultimi mesi è stata fatta. Bisogna però continuare in questo percorso, anche favorendo i prestiti alle imprese. Serve poi allargare l’offerta e non limitarsi solo al pernottamento, anche perché il soggiorno aumenti di qualità. Serve poi un meccanismo che aiuti le società alberghiere ad aggregarsi: in Italia mancano le catene alberghiere. Serve incentivare la creazione di holding e di brand».
Negli ultimi anni, Intesa San Paolo ha erogato 6 miliardi e mezzo in prestiti per il settore dell’ospitalità.
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Biz Travel Forum 2022, la AV Trenitalia punta all’estero
E ai prestiti e alle ristrutturazioni corrisponde una forte voglia di viaggiare, come conferma Damiano Sabatino, vice presidente e managing director Europa di Travelport. «Siamo una piattaforma. E in quanto tale generiamo molti dati. Non solo c’è una forte voglia di viaggiare: la curva del corporate ha superato il trend positivo del turismo leisure. Dove c’è forte crescita è verso i viaggi internazionali e intercontinentali, nonostante i prezzi dei voli siano in aumento. Circa l’87% di chi viaggia per affari vorrebbe che prenotare il viaggio d’affari fosse facile come prenotare una vacanza leisure. Cosa che non avviene».
A proposito di business travel e di gestione delle trasferte con la tecnologia, Pietro Diamantini, direttore business alta velocità di Trenitalia rimarca la crescita della clientela d’affari.
«La percentuale di viaggiatori corporate è risalita lentamente dopo la pandemia. A spingere molto sono stati i passeggeri dei mercati di Usa e Canada, a +30%. Dobbiamo migliorare nel dare servizi in continuità con le compagnie aeree, per far sì che chi arriva in aereo prosegua con il Frecciarossa».
Da parte di Trenitalia c’è ora il rafforzamento dei servizi alta velocità all’estero. «Il must sarà servire altri mercati. Fino a oggi abbiamo 6 collegamenti al giorno tra Parigi e Lione, con grande interesse da parte dei viaggiatori d’affari tra i 2 paesi. Ma non bisogna solo portare il treno all’estero: serve anche fare sistema con tutti i fornitori del viaggio. Gli investimenti che faremo saranno su tutti queste aree».
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