Il benessere in azienda torna in primo piano nelle divisioni di HR e non è più una questione di pouf colorati sparsi nelle sale riunioni oppure di calciobalilla nelle sale della ricreazione dell’ufficio. Diventa un tema trasversale che riguarda tutte le tre figure professionali cui ci rivolgiamo con le nostre testate e gli eventi.
Il design e un rapido make up degli spazi di lavoro (anche questi in profonda revisione “fisica”) non bastano.
Benessere in azienda ieri e oggi
Per un viaggiatore d’affari, ieri preservare il proprio wellbeing significava compilare un’agenda di incontri sostenibile con le proprie forze e capacità, farsi autorizzare servizi di accoglienza e di trasporto che garantissero un riposo ristoratore e altri “trucchi del mestiere” di cui esperti di mental coaching parlavano alle fiere in tema di “rischio di stress da lavoro correlato”. Di cui l’Inail ha rinnovato da poco la piattaforma per la valutazione.
In tempi di travel management alla prova di trasferte da mettere in sicurezza biologica, il benessere in azienda assume connotazioni profondamente diverse. Diventa un tema di salute vera e propria. E tra le valutazioni prima di assegnare un viaggio ai dipendenti ci sarà sempre più spesso quello della strategicità della trasferta stessa, come vi scrivevamo già un anno fa, a pandemia appena scoppiata.
Event manager e benessere
Che dire per gli organizzatori di eventi aziendali?
Ieri comunicazione, team building e coinvolgimento per i partecipanti erano consuetudini facilmente gestibili con la creatività e mai senza professionalità. Oggi i manager si domandano con più attenzione della qualità dei contenuti da rilasciare in tempi di “intrattenimento” più brevi. Sarà utile e appagante prendere parte ad un evento?
Perdipiù osservando protocolli più complicati, considerato che con “eventi in sicurezza biologica” s’intende anche di verificare che la location, gli organizzatori e la filiera collegata applichino le norme imposte dalla pandemia.
Come evolve il welfare aziendale?
Infine, la mobilità aziendale: in capo alle risorse umane spesso confluiscono diverse specializzazioni, tra le quali quelle del mobility amnagement. Quali attenzioni stanno adottando i responsabili della mobilità – che sono anche gli spostamenti casa-lavoro – al fine di elaborare un’offerta che soddisfi esigenze del dipendente, valori aziendali e obiettivi di sostenibilità economica ed ambientale?
Il chief mental health officer in azienda
A Missionforum.it, per il quadro d’insieme abbiamo chiamato Alessandro De Carlo, psicologo del lavoro e docente all’Università di Padova, perché tra pandemia e smart working, il benessere in azienda diventa una questione di salute mentale prima e apre un quadro giuridico poi. Soprattutto quando il blocco dei licenziamenti verrà rimosso.
Prima di proporvi di ascoltarlo durante Missionforum.it, gli chiediamo:
Ieri si parlava del “manager della felicità”, oggi invece?
«Il chief happiness officer degli anni 2018-19 è stato un fenomeno positivo, ma incompiuto. Ha attirato l’attenzione della stampa, ma oggi la pandemia ha cambiato radicalmente la prospettiva delle aziende che pensano di più ai fatti e alla concretezza del benessere. Perciò stiamo assistendo diverse organizzazioni per gestire la salute mentale dei lavoratori. Nel panorama internazionale si sta affacciando la figura di “Chief mental health officer”».
Cosa dovrebbero includere le aziende per realizzare un contesto di benessere rivolto ai dipendenti?
«Molte cose, in realtà. Soprattutto supporto psicologico, anche online, considerato che lo smart working sta diventando una prassi di lavoro diffusa. La litigiosità fra datori di lavoro e dipendenti è destinata a crescere; non solo le cause di contagio da Covid19 sul luogo di lavoro ma anche per danni psicologici da mala gestione della pandemia. Sotto questo profilo, le imprese devono mettersi in sicurezza dal punto di vista giuridico».
Il dottor De Carlo ha lavorato nell’ospedale Covid di Schiavonia (Padova), durante il primo lockdown di marzo 2020, trattando con la realtà virtuale medici e personale sanitario colpiti da ansia e stress. Insieme a un gruppo di professori di tre università italiane ha lanciato Sygmund, un’applicazione di counseling psicologico.
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