Si è svolta a Milano lo scorso 26 novembre, durante il BizTravel Forum organizzato dal Gruppo Uvet, la tavola rotonda “Usa Pavilion: catching opportunities for Italian market” moderata da Olimpia Ponno, president Mpi Italia Chapter. Un’occasione per sentire dai protagonisti come si realizzerà in concreto il progetto studiato da Friends of the Usa Pavilion 2015, l’organizzazione no profit che cura la presenza degli Stati Uniti all’esposizione universale.
«All’interno del Bie (Bureau International des Expositions) – esordisce Simone Crolla, consigliere delegato American Chamber of Commerce in Italy e director Italian Relationship Usa Pavilion 2015 – gli Usa sono l’unica nazione che non fa uso di denaro pubblico. Il governo degli Stati Uniti può utilizzare i fondi derivanti dalle tasse per finanziare attività che abbiano un diretto ritorno sulla società americanaall’interno dei confini nazionali. Nell’estate 2013 è stato lanciato il bando di gara rivolto a organizzazioni di varia natura interessate a presentare un progetto che interpretasse il tema di Expo Milano 2015. Noi della Camera di Commercio Americana in Italia, insieme a due organizzazioni sul food celebrate e premiate come International Culinary Center e James Beard Foundation, abbiamo presentato al Dipartimento di Stato un progetto che inaspettatamente ha vinto».
American Food 2.0: United to Feed the Planet evidenzierà l’impegno, i prodotti e il talento degli Usa nel campo della sostenibilità, della nutrizione e della salute, con un accento particolare su innovazione, scienza e tecnologia. «Il progetto – continua Crolla – sottolinea come gli Stati Uniti dalla coltivazione alla distribuzione, al consumo e infine al riciclo dei prodotti alimentari utilizzino processi molto sofisticati, avanzati. Questi sistemi, se impiegati in modo corretto su scala globale, potrebbero aiutare a sfamare il mondo che nel 2020 sarà popolato da 9 miliardi di persone».
Padiglione Usa, dalla fattoria alla tavola
Il padiglione, disegnato da James Biber dello studio Biber Architects di New York, rende omaggio alla cultura rurale americana con un percorso esperienziale “dalla fattoria alla tavola”. Completano la proposta il programma di eventi, le postazioni interattive, i furgoncini che serviranno i piatti della cucina Usa e il ristorante James Beard in centro a Milano. Il tutto all’insegna della sostenibilità alimentare.
Il tratto che emerge dal lavoro di Friends of the Usa Pavilion 2015 è lo spiritoimprenditoriale. «È interessante il metodo con cui gli Stati Uniti scelgono il partner per organizzare la presenza a Expo. Un metodo che all’inizio è stato criticato perché espone persone, che nella vita fanno altro, a un fund raising spietato, compresso in pochissimo tempo. Il nostro progetto – ricorda Crolla – vale circa 55 milioni di dollari. I padiglioni di altri Stati, come quello italiano, costano molto di più ma partono con una dote. Noi siamo partiti con zero centesimi».
Un padiglione che non avrà stand. Gli sponsor con una storia da raccontare in sintonia con American Food 2.0 saranno integrati all’interno del progetto. Il terzo e ultimo piano di Usa Pavilion sarà dedicato ai corporate event e agli incontri di natura istituzionale e sociale.
«Il padiglione è un “museo pop-up” – commenta Elia Tello, Deputy Commissioner General Usa Pavilion Expo Milano 2015 – aperto per sei mesi». Il padiglione è una piattaforma per fare business e creare contatti. Presenterà gli Stati Uniti come country brand: la destinazione ideale per gli affari, l’imprenditorialità e i viaggi.
«Sarà uno dei più visitati – conclude Simone Crolla – e per la sua natura pubblico-privata genererà un traffico con un ritorno notevole sul mondo business. Le sponsorizzazioni non sono micro taglia e vi accedono grandi corporation americane e alcune aziende italiane (prevalentemente non-food). Cercheremo di massimizzare la presenza degli sponsor favorendo gli incontri con le persone importanti, gli imprenditori e le delegazioni internazionali che visiteranno Expo. Il vero valore è connettere le persone. Al di là di questo, il padiglione avrà una vita molto intensa di matchmaking tra chi viene come portatore di interesse, le società presenti nel padiglione e tutte le persone che saranno attratte. Noi diciamo che è una once in a lifetime opportunity. Ed è qui, a Milano».
«Siamo sponsor e partner di American Food 2.0. Abbiamo visto in questo progetto una grande opportunità», sottolinea Virgilio Dal Buono, vice president Uvet Inc., nuova società di Uvet (Official Destination and Events Management Partner per il padiglione Usa) con base a Chicago. «L’opportunità di entrare in contatto con gli altri sponsor – continua Del Buono – e di lavorare con un team di eccellenza. È un progetto che non può fermarsi a Expo e che andrà oltre e proprio per questa ragione abbiamo creato una newco. Aprirsi al mondo Usa è molto importante».
Testo di Simona Silvestri, Mission n.2, marzo-aprile 2015