Nella manovrina da 3 miliardi su cui sta lavorando il Governo riappare la cedolare secca del 21% detta anche tassa Airbnb e bocciata lo scorso anno dall’esecutivo Renzi, un modo da parte dell’Agenzia delle Entrate di dare una stretta sugli affitti brevi e, soprattutto, far pagare le tasse ai cosiddetti Host del portale americano, che dovrà essere anche l'”esattore” da parte dello Stato.
Cedolare secca per gli affitti su Airbnb che dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate i contratti
Oltre a diventare esattore da parte dello Stato Airbnb, o chi per lui, come le agenzie immobiliari, dovrà rilasciare annualmente a chi affitta la certificazione unica (Cu) contenente gli importi percepiti e le ritenute effettuate e segnalare i contratti stipulati con i viaggiatori. A questo link la discussione sulla cedolare secca nella community di Airbnb.
L’importo della cedolare secca deve essere pagato tramite modello F24, mentre per registrare telematicamente le locazioni ed utilizzare l’opzione cedolare secca, si dovrà utilizza il software Rli dell’Agenzia delle Entrate.
- l’acconto, pari al 95% dell’imposta totale, può essere pagato in una rata entro il 16 giugno, oppure in due rate (se l’importo è superiore a 257,52 euro), 16 giugno (60%) e 30 novembre (40%).; l’acconto non è dovuto se l’importo è inferiore a 51,65 euro;
- il saldo deve essere pagato entro il 16 giugno dell’anno successivo (entro il 16 luglio, se maggiorato dello 0,40%).