Si chiude con una doppia-doppia intervista con le olta sempre protagoniste. Infatti il magico duo Giancarlo Carniani e Philip Wolf hanno intervistato Walter lo Faro Director, Market Management Southern Europe & European Regional Territories Expedia e Andrea D’Amico, Regional Director Italia di Booking.com, dopo avergli lasciato spazio per due presentazioni singole.
Lo Farò ha raccontato, come se fosse una favola, come il gruppo Expedia può aiutare chi vuole occuparsi di accomodation a farsi trovare e nel modo giusto sul web, raccontando La storia di Kate e la sua casa sull’albero. Sottolineando il valore dei loro dati, i famosi Big data, per “poter creare promozioni mirate. E sapere che, ad esempio, con il dynamic packaging certamente il cliente risparmia, ma i soggiorni durano il doppio, 4,8 giorni di media, ci sono la metà delle cancellazioni e la booking window è molto più ampia, oltre 70 giorni”. Inoltre anche Expedia non si sottrae al mondo mobile, di cui ormai ce ne sono 7,7 miliardi nel mondo, “più della popolazione mondiale” sottolinea Lo Faro, che aggiunge: “perciò noi abbiamo un approccio multidevice, e con servizi come Sell Tonight diamo la possibilità agli hotel di vendere camere per la stessa notte, un quarto del totale delle prenotazioni giornaliere sono già sul mobile, e, ormai, con pay now o pay check out (anche eredità dell’acquisizione di Venere.com, ndr), i clienti sono liberi di scegliere come pagare, se subito o in albergo. Una scelta ormai divisa al 50 e 50“.
Anche D’amico snocciola le, tante, novità della società olandese controllata dal gruppo Priceline: “siamo arrivati a 800 mila strutture partner di 90 mila in Italia e per il 2015/16 abbiamo lanciato una serie di novità tra cui Pulse, la app per gli albergatori che così possono gestire le disponibilità e le richieste in mobilità, un successo acclarato dalle
100 mila download, tra cui l’Italia è leader” e, come per Expedia, il sempre maggior uso dei big data: “con la nostra Extranet diamo poi una serie di informazioni utili ai nostri partner e sulla loro concorrenza per fare sempre meglio business”. Altri prodotti made in Booking sono Booking suite che, secondo Carniani ma anche secondo la platea, veramente poco utilizzato in Italia, Webdirect e Webcomplete per realizzare i propri siti internet, ha cui aggiungere l’intelligence di Pricematch, Rateintelligence o Ratemanager.
Tra i trend della olta olandese-americana anche la ricerca di nuovi segmenti di clientela, con “Booking now lanciato a inizio anno per viaggiatori spontanei, visto che sappiamo che ormai 1 prenotazione su 3 viene da device mobili e, soprattutto, Booking for business (che Expedia già da tempo presidia con Egencia, ndr) ovvero abbiamo strutturato una proposta ad hoc per il corporate che, comunque, già ci utilizzava per un 20% del nostro totale vendite” precisa D’Amico, che riporta i seguenti dati sul BT: “il 70% prenota in maniera autonoma, soprattutto le pmi e i professionisti, e il 45% di chi ha una Travel policy prenota comunque fuori dai canali aziendali; ecco a chi ci rivolgiamo” ci ha raccontato anche a noi D’Amico, in una intervista esclusiva che potete leggere su Mission in distribuzione proprio in questi giorni e, presto, anche su queste colonne.
Nella doppia intervista i temi che si sono affrontati hanno riguardato soprattutto l’entrata, un po’ a sorpresa di Booking nell’Instant Booking di Tripadvisor, e le mosse di conseguenza di Expedia, con il controllato Trivago, ma anche quali sono i loro maggiori concorrenti; se loro stessi o Google. “Se ci inviterete ancora su questo palco l’anno prossimo vi racconteremo i certi sviluppi di questo mercato. Dove però non vediamo un particolare concorrente, ma tanti competitor che, in alcuni casi, (vedi Google o Tripadvisor, ndr) si trasformano in partner” affermano entrambi.
Naturalmente non poteva mancare la domanda sulla parity rate (e su questo tema vi segnalo questo interessantissimo articolo del nostro Massimiliano Sarti, sviluppato poi anche sulla rivista di Mission: Parità tariffaria, la storia infinita), un tema caldissimo ma su cui si attendono le decisioni dei legislatori.
Insomma Bto si chiude qui. Con tantissimi contenuti, come sempre, ai quali, per l’anno prossimo, chiediamo di aprirsi ancor di più agli altri “turismi”, agli “altri viaggiatori”. per far diventare Bto la vera fiera del turismo italiana (anche se in Rete). Cercando di, magari, di evitare l’affollamento di quest’anno (leggi: Un appello alle fiere di travel e che si occupano di digital).