A differenza di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, a pochi mesi dallo scandalo Dieselgate che ha coinvolto il Gruppo Volkswagen, le officine non sono state prese d’assalto da automobilisti in preda al panico e desiderosi di far controllare le proprie vetture per assicurarsi che non fossero tra quelle “truccate”.
Le principali aziende attive nell’assistenza e nella manutenzione delle auto, interpellate da MissionFleet, non hanno infatti rilevato alcun impatto del caso Volkswagen sull’attività delle loro reti.
“Intorno a questa vicenda c’è stato molto clamore” ha dichiarato Luca Bonalumi, Responsabile Network Officine di Groupauto, “ma non c’è stata nessuna ripercussione reale sulle nostre officine”.
Anche Carfull Service non ha notato alcun effetto, come ha confermato Claudio Oleari, Responsabile Grandi Clienti. “C’è un clima di attesa, ma nonostante lo scandalo, in Italia la sensibilità nei confronti della tematica ambientale continua a non essere così alta da portare gli utenti a modificare la gestione manutentiva del veicolo”, ha affermato il manager.
“Il Dieselgate non ha avuto risvolti diretti” ha spiegato Frédéric Servajean, Garage Network Manager di Rhiag: “d’altra parte i richiami dovrebbero essere tutti appannaggio della rete ufficiale, anche se, nel caso di una mole troppo ingente di controlli da eseguire, non è escluso che vengano coinvolte anche le reti indipendenti”.
Da Texa fanno sapere invece che è importante tenere presente che la malversazione ha avuto luogo in sede di omologazione dei veicoli e che i test di omologazione vengono condotti da specifici enti delegati dalle varie istituzioni con strumentazione da laboratorio altamente sofisticata. Si tratta di test molto diversi da quelli effettuati in sede di revisione, che fanno riferimento anche a limiti di emissione differenti. Questo spiegherebbe l’effetto pressoché nullo sulle officine.
Tuttavia, la maggiore attenzione riservata ora al tema delle emissioni potrebbe portare nel prossimo futuro in primis ad avere controlli più stringenti in sede di omologazione e in seconda analisi a rafforzare o a rendere maggiormente efficienti sia i controlli su strada che quelli di revisione dei mezzi a motore.
Per il momento l’unico effetto che si nota è l’aumento della richiesta di adesione ai corsi relativi alle nuove motorizzazioni da parte degli addetti ai lavori. “In questi mesi abbiamo notato una vera e propria impennata delle richieste di partecipazione ai nostri corsi di formazione dedicati ai motori Euro 6, come se in un certo senso, dopo la vicenda che ha interessato le vetture con motore Euro 5, ci si volesse preparare al meglio per la gestione di tutte le problematiche legate ai motori della generazione successiva”, ha confermato infatti Servajean.