biocarburanti avanzati

Biocarburanti avanzati: le compagnie aeree investono 39 miliardi

Il tema dei biocarburanti auto avanzati è sul piatto, con investimenti di varie aziende in Europa, ma ci sono considerazioni: su reale sostenibilità e possibile diffusione

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In questi giorni grandi compagnie petrolifere europee hanno fatto sapere di volersi impegnare su biocarburanti auto avanzati e relative bio-raffinerie. Nomi noti, come Bp, Eni, Repsol, Shell e Total, mettono sul piatto 39 miliardi di euro, per i combustibili alternativi di cui tanto si parla.

Biocarburanti auto e aerei, Quando

In termini di tempo, per vedere auto e aerei che davvero usano biocarburanti al posto dei classici? Gli investimenti sono programmati fino al 2030, per molti, con obiettivo di pesante aumento di certa capacità produttiva.

In particolare Eni vuole aumentare la bio-raffinazione fino ai 2 milioni di tonnellate anno, nel 2024, 6 milioni entro 2050: oltre a Gela e Marghera, anche Livorno sarebbe operativa per l’Italia.

Biocarburanti auto avanzati, Come

La materia prima arriva potenzialmente dall’Africa: colture sostenibili come base, olio di palma, ma può essere sfruttato anche olio esausto, da cucina.

Tra i biocarburanti di interesse anche il bio-metano, prodotto da fermentazione di scarti, rifiuti organici e letame, mentre i biocarburanti liquidi sono derivati da grassi e oli e, ultimo tipo, quelli di sintesi da elementi come idrogeno e CO2.

Vari i procedimenti più o meno complessi gestibili comunque in stabilimenti europei.

Biocarburanti avanzati, Sostenibili davvero?

I biocarburanti, come spesso ricordano in Porsche con la loro e-Fuel, si possono usare in auto termiche, anche del passato potenzialmente, con benefici ambientali che si interpongono subito, alla nota attesa di auto elettriche o a idrogeno “democratiche”.

A livello di opzione più papabile, le compagnie sembrano investire molto più nei biocarburanti che nell’idrogeno, ma alcuni commentatori avanzano dubbi sulla “purezza”, ricordando come certo olio esausto arrivi dalla Cina e certi oli vegetali non siano poi sostenibili al 100% nella filiera.

Una situazione in non facile evoluzione insomma, per qualcuno i biocarburanti sono ottima soluzione, non solo temporanea e più conveniente per l’Europa rispetto alle batterie. Per altri, giustamente, non potranno comunque soddisfare in modo sostenibile l’esigenza globale di ecologia.

Idrogeno incluso nelle critiche, dei puristi, quando ricordano che non sempre è realmente “green” secondo il procedimento di realizzazione.

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Fonte: Ricardo Energy & Environment per Transport&Environment

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