utti gli automobilisti sono consci della perdita di valore dell’auto, aziendale o meno, nel tempo: il valore residuo cala nel tempo, di norma. Ora, da circa un paio d’anni abbiamo scoperto che certe auto possono mantenere un buon valore residuo, più a lungo che nel passato, dove la svalutazione delle auto nuove era rapida sin dal primo giorni di messa in strada.
Valore residuo dell’auto
Calcolare il valore residuo dell’auto oggi, precisamente, è importante per aziende e addetti ai lavori. Una volta si ipotizzavano calcoli fissi, per stimare la svalutazione di un’auto e dirne il suo valore residuo. Oggi, con il costo crescente dell’auto nuova e la risalita di quotazioni per le auto usate, occorre fare calcoli più precisi e poi valutare caso per caso. Ecco una semplice guida con i parametri fondamentali, per dire quanto si è svalutata un’auto dopo alcuni anni e quale sia il suo reale valore.
Fattori che contano per la quotazione
Tra gli elementi tipici che condizionano il valore residuo di un’auto aziendale usata, ci sono: il marchio, a volte di valore e meno sensibile a deprezzamento; l’età, co data immatricolazione che più è lontana più abbassa il valore (salvo auto classiche o di pregio); il chilometraggio (maggiore porta svalutazione auto) e le manutenzioni (complete e certificate, altrimenti anch’esse diminuiscono il valore residuo). Oltre che lo stato generale del veicolo, ovviamente. In minor parte contano gli accessori opzionali, se non definiti per allestimento.
Valore residuo auto, scoprirlo
Ci sono fonti dirette, per arrivare a capire la svalutazione di un’auto e calcolare il preciso prezzo di riferimento in un dato momento. Come le quotazioni sui listini ufficiali, ma anche certe valutazioni fatte online. Negli ultimi anni si è visto come anche il mercato del nuovo, influenzi il prezzo dell’auto usata. Con peggioramento di prezzi e tempi consegna per auto nuove, è risalito il valore residuo di molte auto usate appetibili, in controtendenza con la svalutazione esagerata del passato.
Calcolo e costo
Per calcolare il valore residuo di un’auto presa al tempo nuova, darne una percentuale di svalutazione, si fa la differenza tra la quotazione effettiva al momento dell’immatricolazione e quella di rivendita, o rottamazione, possibile in un dato momento successivo.
Per avere rapidamente una stima, si possono cercare le quotazioni, per vetture simili. Più precisi i listini ufficiali dell’usato, pubblicati da e per professionisti, con aggiornamenti frequenti (es. Eurotax). Elenchi che danno il valore residuo spesso pagando il servizio, o acquistandoli. Ci sono poi molte opzioni di valutazione online, per un’auto. Siti e app, tante fonti in cui però non sempre è detto sia tutto corretto, se non si conosce bene l’origine della valutazione.
Mediamente, una valutazione precisa dell’auto non è data gratuitamente, salvo che per pochi modelli o inclusa in un prodotto editoriale. Meglio sempre sondare più fonti di valutazione, contando anche la classica “formula” di un tempo, da prendere con le pinza ma indicativa: l’auto perde un quarto del proprio valore dopo un anno dall’immatricolazione, arrivando a circa la metà dopo il terzo anno.
Questo se viene usata e mantenuta nella media, senza pecche o lodi particolari. Le tipiche tabelle di svalutazione dell’auto quindi, di moda nel passato, hanno oggi minor valore. Con certe auto che, pur usate, sono molto richieste e ben pagate. Ci sono anche modelli con doti non più presenti sui listini del nuovo, o presenti limitatamente, che si svalutano meno. Ci sono poi auto usate con maggior quotazione, rispetto alla tipica formula “dopo soli tre anni, ciclo medio di molte auto aziendali, la svalutazione porta a valore del 50%”. Perchè fanno molti meno km, per esempio. dei 10/15.000 annui di un tempo. Occorre quindi verificare caso per caso con una valutazione corretta secondo i casi, ma partendo comunque dai riferimenti medi detti.