La famiglia Koelliker e la storia dell’auto in Italia

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Il mondo dell’auto visto da Bepi Koelliker, un lord inglese nato per sbaglio a Milano e vissuto tra la metropoli lombarda e Torino, amante delle auto di lusso e personalizzate ma che, con grande fiuto commerciale, fu il primo, ad esempio, a importare auto sovietiche in Italia.

Bepi, all’anagrafe Wolfran, perché suo padre era un fan di Wagner (basta dire che i fratelli si chiamavano Brunilde e Sigfrido), nasce a Milano nel 1916 ma si trasferisce subito a Torino con la famiglia dopo Caporetto, dove conosce Gianni Agnelli, con cui condivide la passione delle donne e delle auto. E si narra che fu proprio Bepi a far innamorare Agnelli di una Jaguar, l’unica auto non di famiglia che ha guidato l’avvocato.

Nel maggio ’37, disattendo il business di famiglia, i tessuti pregiati,  insieme all’amico Alessandro Lombardi si lancia nella sua prima avventura nel mondo dell’auto, aprendo la “Lombardi e Koelliker agenzia di automobili” dove venivano proposte auto di lusso su telai di Alfa, Lancia, Fiat, assemblati poi da specialisti come Pinin (all’anagrafe Giovanni Battista) Farina. Un successo da… 10 autovetture all’anno.

Fu così che decise di aprire nel ‘ 39 a Milano, nel salone di piazza Fiume, oggi diventata piazza della Repubblica, e poi uno showroom in corso di Porta Vittoria, vicino al tribunale, diventato subito un mito per i ragazzini di allora, che facevano la fila per stare attaccati alle vetrine manco fosse una pasticceria, ma che sfoggiava auto del calibro di Rolls-Royce e Jaguar. Auto naturalmente english style, che era anche quello che adottò egli stesso per il suo look: con vestiti, portamento e occhialini portati sulla punta del naso che lo portarono ad esser soprannominato “l’ingles”.

La guerra fu per tutte le attività economiche un disastro, anche se “l’Ingles” riesce a far ripartire il suo business grazie ad alcune auto che aveva  murato in una stalla. Riprende quindi l’assemblaggio di vetture di lusso da parte dei migliori carrozzieri italiani, da Bertone a Monviso o ai fratelli Vignale. Gli affari vanno bene tanto che apre diversi altri saloni prima di lanciare una grande svolta per la sua carriera, ovvero la creazione  della società di importazione Compagnia generale auto S.p.A nel ’49.

Bepi Koelliker
Bepi Koelliker

A cui seguono successi a raffica; nel  1955 diventa concessionario a Milano e Torino della Jaguar, Rover, Mg e Morris, nel 1957 fonda la Bepi Koelliker automobili e inizia a vendere anche Aston Martin e le auto del gruppo Rootes. Tra le iniziative commerciali anche la vendita, dopo qualche traversia, di 105 taxi Super Minx al Comune di Milano. Nel ’64 diventa concessionario anche di Innocenti, Mini e Range Rover, mentre nel ’69 sbarca nel mondo del motociclo e distribuisce  per tre anni il marchio, inglese naturalmente, Triumph. Ancora Inghilterra nel suo destino, quando nel ’72 Leyland compra l’innocenti di Lambrate di cui è distributore, a cui segue un biennio di aperture di nuovi saloni a Milano, in San Babila, Giovanni da Udine e viale Certosa, e l’accordo per vendere in Italia le auto sovietiche Zaz e Moskovich, piazzandone quasi 15 mila. E’ forse l’ultimo grande colpo commerciale di Bepi che, fiaccato dal troppo fumo, nel ’77 si fa operare alle corde vocali, non prima, l’anno precedente, di aver fatto entrare, il giovanissimo figlio Luigi in azienda.

Il Salone Koelliker a San Babila a Milano
Il Salone Koelliker a San Babila a Milano

Nel ’78 prova a importare le spider brasiliane Lafer ma è il ’79, con il figlio Luigi ormai attivo al 100% in azienda, che la sua società svolta nuovamente, formando la Bepi Koelliker importazioni S.p.A nello storico indirizzo di viale Certosa 201 a Milano, e inizia a importare le Mitsubishi. Nel ’79 Bepi Koelliker muore ma, grazie anche al piglio di Luigi, e alla “credibilità e fantasia commerciali che il papà ci ha lasciato” come sottolinea lo stesso Luigi, nell’83 la BP diventa distributore Seat. E fu un grandissimo successo. Così come per altri marchi lanciati da questa storica azienda: le coreane Kia e Hyundai e, dal 2003, la coreana anch’essa, ma di proprietà indiana, SSangYong. Che oggi è sulla via di rilancio con la Tivoli. Rilancio di cui ha avuto bisogno anche il gruppo, entrato in crisi negli anni duemila , quando dovette subire una dolorosa ristrutturazione, con un debito astronomico da 800 milioni di euro, oggi praticamente rimborsato. Grazie anche alla cessione alle case madri dei marchi Hyundai e Kia. Un momento buio dell’azienda che l’Ad del gruppo, Luca Ronconi, non nasconde alla presentazione dei nuovi modelli Mitsubishi Outlander e L200  che, nelle intenzioni del gruppo, daranno una ulteriore spinta al rilancio della società. Non per nulla “cresciamo da 26 mesi consecutivi  e per noi l’anno scorso è stato uno dei migliori di sempre”. Oltre a Mitsubishi e Ssangyong, Koelliker ha in portfolio la società di logistica Autotrade and Logistics, che gestisce a Livorno il più grande piazzale di automobili d’Europa.

1 comment

Sono orgoglioso di essere stato un amico della famiglia Koelliker e sono lieto per il grande successo dell’amici Luigi.

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