In Roche, l’approccio alla sostenibilità di travel e mobility management nasce da una mentalità sostenibile abbinata a un “New way of working” comune a tutto il gruppo farmaceutico. Attualmente, la società sta scrivendo, a livello globale, le linee guida di una travel policy green che si declinerà nelle singole affiliate.
Sta cambiando in modo importante la modalità di organizzazione dei viaggi di lavoro.
Intervistiamo Sabrina Mazzolo, procurement manager della divisione Roche Diagnostics con competenze nell’area Travel sia per il dipartimento diagnostico sia Diabetes Care.
Roche si occupa di “healthcare” in misura molto ampia, attraverso le sue 3 divisioni Roche Pharma, Roche Diabetes Care e Roche Diagnostics.
La popolazione aziendale viaggiante di cui si occupa è composta da 650 persone.
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L’approccio di Roche alla sostenibilità nella travel policy
«Il New way of working influenza tutti i processi. E la sostenibilità viene da un mindset nuovo, che mette al centro delle attività il bisogno del cliente e il benessere dei dipendenti», esordisce la manager. La nuova modalità di lavoro prevede l’utilizzo dello smart working alternato dalla presenza in ufficio.
In questo modo si permette una maggiore flessibilità lavorativa senza perdere il focus sugli obiettivi di business.
Il nuovo modello lavorativo ha portato alla creazione di una serie di linee guida. Sia nell’organizzazione dei viaggi di lavoro sia nella modalità organizzativa dei meeting, con una forte attenzione all’impatto ambientale e agli aspetti economici.
Mazzolo: «Abbiamo diffuso una campagna di comunicazione chiamata “Where we meet” con la raccomandazione di svolgere le riunioni in modalità virtuale quando possibile e di viaggiare quando è veramente necessario». In questo modo il viaggiatore aziendale viene invitato a riflettere sull’utilità della trasferta, sul valore creato per il nostro cliente rispetto alla modalità scelta e sull’impatto ambientale.
L’azienda ha poi messo a disposizione degli strumenti per aiutare le proprie decisioni in fase di organizzazione dei viaggi, per esempio il tool Marc2Polo per misurare la produzione di CO2 derivante dai viaggi aerei.
In Roche, come nel resto delle aziende, il peso economico dei viaggi di lavoro è sempre stato piuttosto importante e durante la pandemia la filiale italiana ha svolto perlopiù meeting virtuali, durante i quali si è presa consapevolezza degli impatti positivi sulla salute delle persone e sull’ambiente.
Spiega Mazzolo: «Abbiamo quindi creato un gruppo di lavoro europeo con diverse figure professionali, tra procurement, responsabili della qualità e travel manager, per elaborare un nuovo modello decisionale in fase di organizzazione Travel».
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Misurare le emissioni di CO2 di un viaggio di lavoro
La dashboard aziendale dove sono inseriti i dati di CO2 aziendali, compresi i consumi dell’edificio e delle automobili che vengono usate, si chiama Gaia.
«Attraverso questo strumento controlliamo l’avvicinamento all’obiettivo della riduzione del 50% della produzione di CO2 entro il 2030, in quanto abbiamo aderito agli Accordi di Parigi».
Inoltre, Roche fa parte del Dow Jones Sustainability Index, piazzandosi al secondo posto nel 2021. Dal 1999, il Djsi traccia l’andamento dei titoli delle principali società mondiali che si distinguono in ogni settore per risultati di eccellenza nell’ambito della sostenibilità. In funzione di criteri economici, etici, di governance, sociali e ambientali.
Infine, chiediamo alla manager: pensa che si arriverà alla scelta dei fornitori sulla base di approcci alla sostenibilità in linea con quelli della sua azienda?
Mazzolo: «Ci siamo già arrivati: abbiamo una matrice di rischio per la scelta dei fornitori, in modo da valorizzarli come sostenibili. Assegniamo due tipologie di “badge”: quello “Green” oppure uno più ampio, “Sostenibile”, che comprende non solo la sostenibilità ambientale ma anche quella sociale ed economica.
Tutti indicatori che oggi sono richiesti in molte gare pubbliche.
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