Una travel policy green è un must per Bnl BNP Paribas. Il gruppo bancario-finanziario fa dell’impatto ambientale e sociale la sua “ragion d’essere”: ne parliamo con il travel e mobility manager Davide Sanna. Come noto, BNL è parte della multinazionale francese dal 2006. «Oggi rileviamo periodicamente il totale delle emissioni sulle tre tipologie di mobilità: Air, Rail e noleggi, in quanto elementi contributivi del nostro bilancio di sostenibilità», racconta durante la nostra intervista.
Ed è proprio quest’ultimo il documento più importante di una grande società che porta tutti i reparti a muoversi fattivamente verso l’adozione di prassi sostenibili.
Travel policy green e bilancio di sostenibilità, un binomio forte
Come le aziende oggi pongono il tema della sostenibilità per gli aspetti della mobilità aziendale?
Sanna: «La ricerca di un migliore rapporto nelle relazioni coniugato ad un equilibrio tra la vita lavorativa e quella personale è un fattore determinante che ci coinvolge ed interessa tutti i lavoratori. Alla nostra ultima survey sui dipendenti per la predisposizione del Piano Spostamenti Casa Lavoro, si è confermata un’altissima adesione, nonostante il periodo pandemico.
Questo atteggiamento dimostra quanto sia importante per noi tutti il tema e dimostra altresì la voglia di partecipazione per poter contribuire alla transizione ecologica. L’importanza è ancora maggiore per aziende come BNL che hanno un proprio bilancio di sostenibilità cosi come è importante per la nostra capo gruppo BNP Paribas.
Per noi le iniziative ESG e gli investimenti responsabili sono prioritari ormai da tempo e parliamo di sostenibilità a 360 gradi, non solo per gli aspetti di mobilità aziendale».
Quali le attività messe in campo?
«Dal 2019 abbiamo intrapreso un percorso di transizione ecologica per le auto aziendali sia di servizio sia in fringe benefit, in funzione delle scadenze di noleggio e dei relativi rinnovi.
E’ un processo “passo dopo passo” che porta ad un costante miglioramento anche in funzione delle innovazioni tecnologiche che avvengono progressivamente nel mercato automotive».
A questo proposito, parte del gruppo BNP Paribas è Arval, noleggiatore leader del lungo termine, con il quale viene gestiamo la flotta aziendale.
Occupandosi quindi di mobility management, la presentazione dei PSCL ha posto un accento sul focus della sostenibilità?
«Partecipando ai tavoli delle Agenzie di Mobilità delle amministrazioni locali abbiamo notato che la sollecitazione alla predisposizione dei PSCL per le aziende interessate, conseguentemente al Decreto interministeriale del maggio 2021, ha dato una forte spinta verso l’analisi della mobilità aziendale finalizzata ad individuare tutti i possibili servizi di mobilità alternativa all’auto privata.
Purtroppo il periodo pandemico non aiuta alla realizzazione di tante iniziative ipotizzate ed individuate, quali ad esempio il car pooling ed il car sharing.
Ma auspichiamo e riteniamo che la ripresa post pandemia possa riattivare il processo di espansione di queste iniziative di mobilità sostenibile e che la MaaS (mobility as a service), su cui stiamo lavorando anche noi, possa correttamente interpretare e soddisfare le esigenze».
Nel Travel propriamente, la vostra Travel Policy è per definizione “green”?
Sanna: «Assolutamente sì, dal 2016 abbiamo un processo di analisi e rendicontazione delle trasferte aziendali che misura le emissioni di CO2 totali. Ogni anno determiniamo quanta anidride carbonica abbiamo risparmiato per contribuire al “viaggio” verso la carbon neutrality.
Insieme agli strumenti offerti dalla nostra travel management company (Bcd Travel, ndr) misuriamo i chilometri totali percorsi in aereo, in treno e in auto. Tra le attenzioni per diminuire la CO2 c’è la preferenza del treno all’aereo (in seconda classe) e della economica sui voli continentali.
Infatti, il consumo di C02 pro-capite è inferiore se si utilizza una classe di viaggio che ha più posti disponibili nelle carrozze o nella cabina. E non utilizza amenities e servizi ancillari.
Nel 2018, con la travel policy abbiamo anche pubblicato “Le 10 regole d’oro del viaggiatore aziendale” con lo scopo di evidenziare pratiche virtuose attraverso principi di sobrietà allineati perfettamente alla sostenibilità.
Inoltre, selezioniamo gli hotel a livello di gruppo e la scelta cade su catene con certificazioni di sostenibilità e particolari attenzioni all’approccio green».
Il gruppo BNP Paribas conta in tutto 14 aziende, 17mila dipendenti in Italia.
Perché non rilevare le emissioni per singolo viaggio?
Sanna: «E’ una questione di omogeneità dei dati: non tutti i servizi di viaggio disponibili sulle piattaforme evidenziano i valori di CO2.
Inoltre, se le emissioni del singolo viaggio fossero considerate quale elemento di selezione questo avrebbe un’incidenza discriminante sulle scelte del viaggiatore. Sia in termini di coerenza con i suoi impegni, in relazione agli orari selezionabili, sia in termini economici.
Infatti, il nostro self booking tool, MyTravel, ragiona su logiche di best buy e non sempre il valore di CO2 potrebbe essere un elemento contributivo nel rispetto della policy.
In ogni modo, se presente nella piattaforma di booking del fornitore o del Gds, l’evidenza delle emissioni è rappresentata sul nostro tool.
Aggiungo che, certamente se i provider dei servizi fornissero maggiormente i dati sulla sostenibilità sui sistemi di prenotazione insieme ai correlati vantaggi economici, allora l’evidenza delle emissioni del singolo viaggio potrebbe sicuramente esser presa in considerazione. Da una parte per le misurazioni aziendali, ma soprattutto per la consapevolezza del viaggiatore che opera la scelta».
Cosa ci dice delle certificazioni di sostenibilità delle catene alberghiere sui Gds o sui provider di hotel sourcing?
«Sono tante e poco omogenee, servirebbe una classificazione generalizzata da poter utilizzare per tutti».
Si potrebbe scegliere i fornitori in base all’approccio green, eliminando chi non ne ha?
«Difficile essere così tranchant sui supplier, che però possono fare qualcosa di più. Ad esempio, le compagnie aeree sono concentrate sul sustainable aviation fuel (Saf). Ebbene, dovrebbero offrirci anche un vantaggio economico oltre a risvegliare la nostra coscienza green.
Altrimenti non sfonderà come prassi. Non è sempre bene ribaltare sul consumatore i costi della trasformazione dei settori industriali.
Per concludere, laddove i provider di servizi di viaggio potessero migliorare la visibilità delle emissioni ed anche delle politiche di riduzione di queste e correlarle con tariffe più vantaggiose allora sì che sarebbe una caratteristica che verrebbe considerata.
Diverso è invece per i soggiorni.
Infatti, nella selezione delle strutture alberghiere del nostro hotel program questa è una caratteristica già contemplata da tempo, nella valutazione per l’ammissione alla travel policy, con accordi commerciali a livello Gruppo BNP Paribas».
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