Quali sono i rischi di viaggio nel 2022 secondo International Sos? La sicurezza nei viaggi d’affari è sempre stata un must e gli ultimi due anni hanno acceso un potente faro illuminante sul duty of care con la sensibilizzazione di una task force in azienda che vede ormai travel e risk manager lavorare affiancati.
Con la multinazionale svizzera specializzata in analisi e assistenza ai dipendenti in trasferta per lavoro abbiamo seguito il webinar di presentazione del recente Risk Outlook 2022, lo studio che ogni anno traccia alle imprese il quadro delle minacce che impatteranno sulle loro attività strategiche.
La buona notizia è che il lavoro in presenza e il business travel sono destinati a raggiungere una “nuova normalità” prima del 2023.
5 previsioni per il 2022: i problemi per la produttività aziendale
1) Covid-19, long Covid e salute mentale rimangono le criticità principali per lavoratori e produttività. Di fatto, causeranno difficoltà alla continuità operativa.
2) Infodemia: continuerà a dilagare l’informazione sbagliata e ciò causa grandi complessità alla forza lavoro con impatto sul duty of care delle aziende. Che si devono riorganizzare sulle misure di sicurezza e faticano ad accedere a notizie corrette.
3) Le attività colpite dalla pandemia raggiungeranno la normalità nel 2023. Non terminerà la malattia, ma le organizzazioni saranno in grado di gestire rischi e sicurezza in modo competitivo. Manterranno la retention dei dipendenti e riprenderanno le attività più rapidamente.
4) Le aziende rischiano di essere colte alla sprovvista dai problemi di sicurezza locali.
5) cambiamento climatico: il punto è che aumenteranno impatti e conseguenze legate al climate change: eventi meteo estremi, tensioni socioeconomiche.
Spiega la dottoressa Francesca Viliani, director public health di International Sos: «Per la prima volta nelle nostre ricerche, i problemi legati alla salute mentale entrano nei primi tre risultati. Il valore è aumentato di 4 volte.
Nel 2022 questo fattore diventerà ancora più forte perché implica impatti sulla società e non solo sulla singola persona. Può generare estremismi e crimini violenti.
Anche lavorare accanto a colleghi non vaccinati può creare stress e ansia nel clima lavorativo: una sfida emergente per i datori di lavoro.
La criticità di salute mentale ha un impatto diretto sulla produttività. Le aziende sono più sensibili a dare supporto ai lavoratori da questo punto di vista, adottando una strategia per migliorare il benessere dei dipendenti».
Ottenere informazioni corrette per decidere
Per Franco Fantozzi, senior security advisor di International Sos, il nodo critico è ottenere dati corretti per favorire un processo decisionale rapido e corretto, prima di inviare un viaggiatore in missione.
Osserva: «Le aziende ci chiedono informazioni attendibili e verificabili sempre di più: l’approccio di duty of care è cambiato, oggi molto più forte.
In particolare, si temono i rischi medici per il Covid-19 e di sicurezza in generale
Dai nostri sondaggi emergono elementi di particolare complessità per le imprese: il 65% stima che nel 2022 aumenterà il carico di lavoro per via di fattori legati al Coronavirus. Cresceranno i costi come è già accaduto nel 2021. Non in ultimo, il 76% degli intervistati afferma di avere aumentato lo sforzo fisico e mentale».
Educare i dipendenti che viaggiano
Le 5 principali sfide operative, dunque, sono:
- disporre di risorse adeguate e policy adeguate;
- affrontare i problemi legati alla salute mentale;
- motivare i dipendenti anche per ricorso a smart working, educarli sui rischi cui incorrono viaggiando
Fantozzi: «Sta cambiando la composizione dei team di crisi in azienda, la collaborazione è più interattiva fra i dipartimenti, in passato il duty of care era una porzione del loro tempo, oggi è prioritario. Ciò porta alla revisione delle travel policy: le imprese devono fare i conti con una mutata configurazione normativa».
Aggiunge: «Non dobbiamo più pensare che la valutazione dei rischi avviene nell’ufficio del risk manager in solitudine ma deve essere un lavoro di squadra».
Insomma, il panorama delle minacce sulle quali vanno educati i dipendenti si amplia e, per i pochi che ancora non lo hanno aggiornato, va fatto urgentemente.
Smart working: quando finirà?
Un altro sondaggio di International Sos rileva che i dipendenti sono più disposti a viaggiare nel proprio Paese per lavoro piuttosto che operare dalla sede aziendale.
Le predisposizioni che emergono dai rispondenti mostrano che il 73% vuole viaggiare per affari e il 68% è favorevole all’attività professionale svolta sul posto.
Attualmente il 77% delle imprese ha adottato un approccio lavorativo ibrido: 2 giorni alla settimana da casa e 3 giorni in ufficio. Solo il 15% esercita esclusivamente nella sede aziendale.
Con queste premesse la nuova normalità tra attività professionale e viaggi si raggiungerà prima del 2023.
RIPRESA DEI VIAGGI D’AFFARI
I rischi di viaggio 2022 nella ricerca di International Sos
La ricerca è arricchita dalle risposte di quasi mille senior decision maker in ambito di rischio, provenienti da 75 paesi.
Il Risk Outlook 2022 risponde alle domande:
- Il 2022 porterà una certa stabilità per quanto riguarda i rischi della forza lavoro?
- Quali saranno le sfide principali che impatteranno la produttività dei dipendenti?
- A quali ostacoli operativi dovrebbero prepararsi le aziende?
- Infine, sulla base delle lezioni apprese nel 2021, quale dovrebbe essere il punto focale delle strategie di gestione delle crisi aziendali in futuro?