Tra pochi minuti la campanella di Wall Street verrà suonata da Sergio Marchionne alla Borsa di New York, facendo debuttare la Ferrari sul mercato. Un debutto d’oro, visto che, grazie alla grande richiesta, il prezzo del collocamento arriva al massimo possibile, ovvero 52 dollari, che fa avvicinare la valutazione della casa di Maranello alla valutazione di 10 miliardi di dollari. Più vicina ai multipli della moda, come abbiamo già scritto (leggi: L’Ipo Ferrari libera risorse per il gruppo Fca), che a quelli del settore automotive. Anche di alto livello, come Porsche.
Questo collocamento, che riguarda il 10% del capitale, fa si che Fca riceva nuovi capitali per il suo sviluppo, addossando, inoltre, dei debiti a Ferrari. Che si dovrà rivolgere nuovamente al mercato per reperire nuovi capitali. Anche se i conti del Cavallino vanno bene. La Ferrari ha avuto infatti un biennio da record, a cavallo del passaggio tra Montezemolo e Marchionne. La fabbrica in rosso produce 7.200 macchine ogni anno per circa 3 miliardi di dollari di fatturato ogni anno, con utili, nel 2014, di 423 milioni. L’obiettivo industriale post quotazione è quello di raggiungere la produzione di 10 mila autovetture.