Amex Gbt “vola” sul carburante sostenibile. L’azienda, infatti, ha siglato un accordo con Shell Aviation per rendere disponibile su larga scala propellenti più ecologici. E a basse emissioni di CO2.
Le due parti puntano a sviluppare un modello di sviluppo dell’impiego di carburante sostenibile per l’aviazione (in gergo, Saf, acronimo di sustainable aviation fuel). Obiettivo: accelerare la transizione del trasporto aereo verso le emissioni zero.
In campo ci sono 2 colossi industriali, dove Shell è una delle principali aziende al mondo a produrre biocarburanti per aerei e la seconda è una multinazionale americana che gestisce milioni tra viaggi d’affari e meeting.
La collaborazione mette insieme il potere d’acquisto delle compagnie aeree e dei clienti corporate di Amex Gbt a un livello che renderà sempre più conveniente produrre e usare il Saf. Il risultato? I vettori e le aziende saranno sempre più sostenibili e ridurranno le emissioni di CO2, raggiungendo i target imposti dall’Accordo di Parigi.
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Amex Gbt e il carburante sostenibile: il nodo dei costi
Che American Express Gbt punti al carburante sostenibile è positivo.
C’è però il nodo dei costi di produzione dei carburanti bio. Un esempio? Su un giornale francese è apparso un articolo in cui il manager di un’azienda concorrente di Shell Aviation faceva due conti.
«Il normale kerosene per aerei costa 400 euro alla tonnellata», spiegava. «Il biocarburante oggi in uso ne costa 1.500. Ne consegue che se nel serbatoio di un aereo in volo tra Parigi e New York si mette l’1% di carburante ecologico, il prezzo del biglietto aumenta di 5 dollari».
L’accordo tra Shell Aviation e American Express Global business Travel punta proprio a “raggruppare la domanda” in modo che i produttori di biocarburanti possano fare economia di scala e sintetizzare prodotti meno cari. Oltre che più efficienti.
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La strada verso le emissioni zero è molto lunga
Secondo Amex Gbt il carburante sostenibile con tecnologie a zero (o quasi) emissioni di CO2 – come l’idrogeno o l’elettrico – non sarà pronto prima del 2050. Questo fa sì che il Saf sia l’unica via per ridurre l’impatto ambientale del trasporto aereo nel breve o nel medio termine.
Il Saf, infatti, può essere fatto con diverse materie prime e con differenti tecnologie.
In confronto ai carburanti convenzionali, potrebbe diminuire anche dell’80% le emissioni del trasporto aereo. Oggi siamo agli inizi, visto che è utilizzato solo per lo 0,1% a livello mondiale.
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Anna Mascolo, presidente Shell Aviation, ha parlato del potenziale del Saf.
«Riteniamo che questa collaborazione possa aiutare i nostri clienti ad avvicinarsi al traguardo delle zero emissioni. La strada è ancora lunga. Se i progetti messi in campo si materializassero all’improvviso, i carburanti Saf rappresenterebbero ancora solo l’1% del mercato. Occorrono quindi maggiori investimenti. E l’accordo con Amex Gbt mira proprio a questo».
Shell si è posta l’obiettivo di produrre, entro il 2030, otto volte il biocarburante sintetizzato oggi arrivando al 10% del totale venduto alle compagnie aeree, rispetto all’attuale 3%.