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Industria italiana del Gpl preoccupata: dal 2035 solo auto elettriche in UE

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L’industria italiana del Gpl e Gnl è in grado di garantire un processo di decarbonizzazione in linea con gli obiettivi di Fit for 55. Come noto, quest’ultimo è l’insieme di proposte legislative con cui la Commissione europea mira a ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030, in confronto al 1990.

Questo è quanto emerso durante la assemblea Assogasliquidi-Federchimica, che ha reso noto alcuni dati sul settore, con particolare attenzione all’automotive.

Prima notizia: per il Gpl il 2020 è stato un anno molto difficile. Se i consumi in generale sono scesi dell’1,5% rispetto al 2019 e se nei  primi 5 mesi dell’anno si registrano dei lievi segnali di ripresa, è il settore dell’autotrazione ad aver sofferto. I dati: nel 2020, calo del 21,2% sul 2019. Nei primi 5 mesi del 2021: -25% sullo stesso periodo del 2019.

Con circa 2,7 milioni di veicoli circolanti, il Gpl è la prima tra le alimentazioni alternative. E di gran lunga, visto che  rappresenta il 63% della flotta alternativa circolante ed il 7% del totale.

Allo stesso tempo, si allarga la distribuzione: grazie a investimenti privati delle aziende del settore, stimolate dal disposto normativo della direttiva Dafi, i punti vendita sono arrivati a 4.348.

Le proposte al governo italiano? Riguardano l’introduzione di misure di sostegno per la conversione a gas del parco auto circolante euro 4 e 5. Inoltre, c’è la conferma degli incentivi per l’acquisto di veicoli nuovi a basse emissioni.

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Fit for 55: dal 2035 stop ai motori termici in UE

A proposito di basse emissioni, l’industria italiana del Gpl e le case auto si trovano di fronte a quanto stabilisce l’Europa. Con Fit for 55, infatti, dal 2035 nella UE non si potranno vendere auto con motore endotermico. In altre parole: addio a benzina, diesel e gas, via libera all’elettrico e all’idrogeno.

«Accogliamo con preoccupazione queste misure della UE» ha detto Andrea Arzà, presidente Federchimica-Assogasliquidi in apertura di assemblea. «Quando durante la pandemia abbiamo avuto una riduzione dell’80% del traffico, le polveri non si sono abbasate. Anzi: sono aumentate».

Per questo motivo, il presidente si rivolge ai politici italiani e comunitari «affinché supportino la crescita del Gpl e del Gnl. Se le nostre imprese potessero investire con la sicurezza di non veder  cambiare la strategia politica, i gas liquefatti accompagnerebbero la transizione energetica e il processo di decarbonizzazione. Garantendo sostenibilità economica e sociale».

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L’industria italiana del Gpl preoccupata

La UE, intanto, sta lavorando anche su altri temi che riguradano il mondo automotive: la definzione degli standard Euro 7 e la diffusione di infrastruture di ricarica. Nel primo caso, si pensa possa essere il primo passo verso la definitiva diffusione dell’auto elettrica. Nel secondo: di installare colonnine di ricarica in autostrada. Ogni 60 km per le vetture a emissioni zero e ogni 150 km per quelle a idrogeno.

Auto a gas ibride: via libera della UE

Gli Stati dovranno adeguarsi, pena le procedure di infrazione.

In base ai dettami di Fit for 55, vi saranno dei dazi all’importazione di auto che non rientrino nei parametri messi in campo dalla UE. I dettagli di questo non son ancora stati resi noti.

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Andrea Arzà

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