L’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i risultati della sua seconda edizione al TTGIncontri. Edizione a cui ha partecipato nella raccolta dati anche Mission, quale testata specializzata in Business travel. Ad esporli sul palco del TTG Forum di Fiera Rimini, Filippo Renga, responsabile dell’Osservatorio Innovazione dell’Università Milanese che stima, per l’anno in corso acquisti per turismo e viaggi in Italia legati a Strutture Ricettive, mezzi di Trasporto e Pacchetti Viaggio per un valore oltre i 51 miliardi di euro, ovvero un più 3%. Di cui però la crescita sui canali tradizionali si attesta sull’1% mentre a crescere a doppia cifra, a più 11%, sono i canali digitali, per un valore complessivo di oltre 9,5 miliardi di euro.
I trasporti naturalmente dominano questo speciale segmento, con il 72% del mercato digital (79% biglietti aerei e 17% treno) per un valore di 6,8 miliardi di euro e in crescita del 9%, 1,5 il valore delle strutture ricettive, di cui il 30% per l’extralberghiero, a più 12% anno su anno, per il 16% del mercato online complessivo, chiudono i pacchetti viaggio per valore di quasi 1,2 miliardi di euro, in crescita del 13% e con un peso del 12% del mercato.
Guardando ai canali digitali da cui provengono gli acquisti emerge che il transato derivante dai canali diretti online (i siti delle singole Strutture, dei servizi di Trasporti e dei Tour Operator) registrano nel 2015 una crescita del 10% mentre i canali indiretti, le Olta e gli aggregatori crescono del 14%, per una fetta di mercato sul digitale simile a quella dello scorso anno, ovvero del 22%.
Renga ha poi citato un sondaggio Doxa sul Turista Digitale italiano che risulta particolarmente attivo su Internet in tutte le macro-fasi del viaggio: nei momenti pre-viaggio, l’88% ricerca informazioni e l’82% prenota o acquista qualcosa (alloggio, mezzo di trasporto o attività da fare a destinazione); durante il viaggio il 44% acquista su Internet qualche attività e l’86% utilizza applicazioni in destinazione a supporto dell’esperienza; il 61% fa attività digitali nel post-viaggio.
Ma gli studiosi del Politecnico, grazie anche la supporto di Mission, hanno poi preso in analisi anche i numeri e i comportamenti dei business traveller, che il primo panel di relatori ha così commentato: “in realtà mi aspettavo qualcosa di meglio di un più 11%” commenta l’ ad e direttore generale di Amadeus Italia Francesca Benati, “anche se vorrei sottolineare il più 72% degli acquisti via smartphone. Oggi il viaggiatore è sempre più ‘liquido’ e quindi è importante tracciarlo. Peccato che soloIl 17% delle aziende italiane usano i big data per problemi di integrazione dei sistemi”.
E magari scoprirebbero che quel tale Mario Rossi che prenota sul web le proprie vacanze e lo stesso che controlla i voli sul,sito di fiducia che l’azienda gli comprerà per mandarlo in missione. E quindi c’ è sempre più commistione tra strumenti business e quelli leisure: “Un’azienda su quattro permette ricerche ai propri dipendenti sulle tradizionali olta, ma secondi recenti studi per vacanza ci perdono oltre due ore. Tempi non accettabili dal mondo business” afferma Flavio Ghiringhelli, direttore generale di Hrs. “Il Bt quindi deve uscire da una logica di gestione focalizzata sul travel management, sul procurement e passare a una logica di decisioni del viaggiatore grazie alla tecnologia e alle esperienze personali. Insomma siamo a quello che sia chiama una consumerizzazione dei viaggi di lavoro. Che però devono essere monitorati con, spesso mezzi limitati e poco performanti. Insomma siamo alla travelcentricity che, insieme al mobile e ai pagamenti virtuali, sono le novità per il Bt prossimo futuro” .