Sia che la valutazione della Ferrari per la prossima Ipo di ottobre avverrà ai massimi, come nel settore del lusso, ovvero oltre 10 volte l’ebitda, sia che si scenderà a quelli delle case automobilistiche premium, Porsche ad esempio non è andata oltre 4 volte l’ebitda, il collocamento sul mercato del 10 per cento della Casa di Maranello sarà un successo per le casse del gruppo Fca.
Infatti dal prospetto informativo depositato alla la Sec, la società di controllo della Borsa di Wall Street, si desume che dopo la quotazione la Ferrari iscriverà a bilancio un debito lordo di 1,96 miliardi e netto di 1,6 miliardi, un livello ben superiore alle attese degli analisti che hanno sottolineato come, in questo modo, si addosserà debiti del gruppo, liberando così risorse per gli altri marchi Fca.
Fca che, per voce del suo presidente John Elkann parlando alla cerimonia in memoria del bisnonno Filippo Caracciolo, ex presidente dell’Aci, nel 2016 produrrà ben “un milione di auto in Italia, dopo le 900 mila di quest’anno”. Elkann ha sottolineato come “non c’è dubbio che sono numerosi e tangibili i frutti della scelta che ci ha portato ad unire Fiat e Chrysler, dando risultati straordinari anche all’Italia. Solo tre anni fa la produzione complessiva in italia di Fiat era stata inferiore alle 400 mila vetture”.
Una quotazione, quella di Ferrari, che avverrà nella seconda metà di ottobre, quando lo scandalo che sta affossando i listini di tutto il mondo sarà ancora nel pieno. Oggi, ad esempio, nuovo crollo in Boraa delle azioni Volkswagen, ma anche delle altre case automobilistiche, con Fca a perdere oltre punti punti percentuali nel momento in cui scriviamo.
Il collocamento di Ferrari è stato seguito da Ubs, Merrill Lynch, Banco Santander, Bnp Paribas, a cui si sono poi aggiunte Mediobanca e Jp Morgan, con gli analisti che, malgrado la tempesta in atto, valutano il Cavallino Rampante dai 6 agli 8 miliardi di euro, ovvero dalle 6/8 volte l’ebitda sino a 10/12 volte. (Hermés fu valutato 15 volte l’ebitda).