Die Welt: il governo tedesco sapeva delle manovre di Volkswagen!

Advertisement

E’ caduta libera per l’immagine della Germania (vedi anche l’articolo di ieri “dopo lo scandalo Volkswagen, ecco quello del nuovo scalo di Berlino“). Mentre le azioni di Volkswagen crollano sotto i colpi dello scandalo, lasciando sul terreno circa un terzo della sua capitalizzazione, si scoprono scheletri anche negli armadi del governo federale che, secondo l’edizione online di Die Welt, ben sapeva della truffa messa in atto dalla Casa di Wolfsburg. “La tecnica della manipolazione dei motori è nota da tempo sia a Berlino che Bruxelles”, si legge sul sito internet del quotidiano del gruppo Alex Springer.

A dimostrarlo sarebbe un documento del ministero dei Trasporti presentato in risposta a un’interrogazione dei Verdi in materia, che risale al 28 luglio scorso, dove il ministero avrebbe ammesso di essere a conoscenza del software incriminato e avrebbe tirato in ballo anche la Commissione europea. A scoprire l’inghippo quindi i  Grünen che avevano chiesto una ferma presa di posizione contro i sistemi capaci di riconoscere se una vettura è sottoposta a un test di prova e di abbassare i giri del motore e le emissioni. Manipolando così i risultati.

Tutti i governi, tra cui quello italiano, adesso chiedono controlli ferrei, naturalmente non solo sulle 11 milioni di auto del gruppo che la stessa Volkswagen ha ammesso di essere equipaggiate dallo speciale software truffaldino. Lo aveva chiesto anche Angela Merkel. Che, comunque, probabilmente sapeva…

Il Tweet di Hillary Clinton contro la Volkswagen
Il Tweet di Hillary Clinton contro la Volkswagen

Intanto la candidata alle primarie democratiche Hillary Clinton ha attaccato su Twitter la condotta di Volkswagen: E’ una cosa vergognosa. Quando una società mette i profitti davanti alla salute e all’ambiente ci devono essere delle conseguenze”.

 

 

 

 

Vedi il video di scuse del ceo di Volkswagen Martin Winterkorn, per il quale circolano voci di dimissioni smentite, almeno per il momento, dalla casa tedesca

 

Lascia un commento

*