Non c’è pace per gli incentivi all’acquisto di auto, in Italia. Finiscono quelli che servono, avanzano i fondi che non interessano i consumatori. Dati alla mano, le associazioni di categoria ne chiedono a gran voce altri, come Aniasa per acquistare auto usate elettriche, ibride ed Euro 6. Intanto gli incentivi per l’autotrasporto aprono la fase di presentazione delle domande. Da noi «sono finite le risorse sulle vetture più appetibili per il mercato: quelle della fascia da 61 a 90 g/km di CO2, mentre rimangono quelle sulla fascia 0-60, finanziata in eccesso rispetto alle reali capacità odierne di assorbimento da parte del mercato», ci spiega il direttore generale di Unrae, Andrea Cardinali.
L’ecobonus per auto elettriche e ibride plug in che rientrano nella categoria di emissioni 0-60 g/km ha ancora una dotazione disponibile, ma per essere ri-assegnato all’anno venturo richiederà un provvedimento ad hoc.
«A causa del prematuro esaurimento dei fondi nelle fasce più “popolari”, dovuto ad una dotazione finanziaria largamente insufficiente, l’anno chiuderà con un segno meno per il mercato e per il bilancio dell’Erario», chiosa Cardinali.
Intanto in Europa, la Francia accelera sugli incentivi all’acquisto di auto proprio sulla fascia che interessa i driver e cioè le full hybrid, le mild hybrid e le vetture tradizionali a basse emissioni. L’Eliseo ha esteso il bonus massimo di settemila euro al 30 giugno 2021.
Incentivi all’acquisto di auto: fondi per un mercato che non c’è
Come è possibile che il Governo italiano non ascolti quanto da Unrae in poi tutte le associazioni del settore, con i loro competenti centri studi, hanno scritto in ormai centinaia di pagine di dossier?
Cardinali: «Abbiamo comunicato molto sul rischio che poi si è puntualmente verificato: la rimanenza di circa 80-100 milioni di incentivi inutilizzati (è una stima, ndr) e il prosciugamento delle risorse più appetibili per il mercato. E lo abbiamo fatto prima che la piattaforma fosse aperta. Non lo si è voluto fare. E’ semplicemente andata così».
In pratica, quanto preventivato per spingere l’acquisto di auto fino a 60 g/km di CO2 è stato accumulato in più “mosse”. La Legge di Bilancio 2020, poi rifinanziata, e successivamente integrata col DL Rilancio, al quale si è sommato infine il rimpinguo del Decreto Agosto per un totale di 320 milioni.
Con un avvertimento ai consumatori: trattandosi di ecobonus ed extra bonus, sono due diversi “panieri”. «Entrambi statali, ma il secondo serve ad incrementare il primo, il che – contando anche il contributo del venditore – porta a 10mila euro di vantaggio totale per alcuni, con la rottamazione del vecchio veicolo, ma non essendo fondi “comunicanti” finiranno in momenti distinti», sottolinea il DG.
La domanda sorge spontanea: il cliente che non si vede confermare l’intero incentivo, si ritirerà dall’acquisto?
In tutto questo, ricordiamo che i 100 milioni messi per un target che valeva un quarto del mercato italiano, ma è arrivato a pesare più del 40%, sono andati esauriti in 10 giorni (dall’1 all’11 settembre). Ma la dotazione per le auto con emissioni di CO2 91-110 g/km era stabilita fino al 31/12/2020. Invece, i 150 milioni per la fascia di auto con emissioni di 61-90 g/km sono finiti pochi giorni fa, il 6 novembre.
Legge di Bilancio 2021 e automotive
Non ci resta che guardare al domani, di cui non c’è mai certezza, a dirla con Il Magnifico.
I colloqui sulla Legge di Bilancio 2021 sono avviati? Chiediamo a Unrae: «Non ancora, abbiamo chiesto una interlocuzione perché sul Bilancio 2021 non c’è nulla, non c’è un orizzonte pluriennale, chiediamo una prospettiva per investimenti importanti nell’automotive».
Il settore chiuderà con un -27% delle immatricolazioni, secondo le stime dell’associazione.
Tra le task da portare avanti e ben note al mondo delle flotte auto aziendali c’è quello della fiscalità. «Un tema pluridecennale che abbiamo rilanciato rispetto al Recovery Fund/Next Generation EU, purtroppo ancora al palo a Bruxelles per il veto posto da alcune nazioni Est europee».
Per Unrae, sia la detraibilità dell’Iva sia la piena deducibilità del costo di un’auto aziendale possono essere rimodulate in chiave green: «Hanno tutte le carte in regola per entrare a pieno titolo nel contesto del Recovery Fund con orizzonte al 2024», conclude Cardinali.
A volere essere ottimisti, se il colloquio sul Bilancio d’esercizio non è ancora cominciato, può essere una buona ragione per non perdere tempo in discorsi inutili.
Com’è accaduto per il Decreto Rilancio. Nella conversione in Legge vide lo stanziamento della somma aggiuntiva di 50 milioni da destinare alla fascia di emissioni di CO2 superiori ai 61 grammi/km. Fatalmente esaurita all’alba del Ferragosto. La successiva, fisiologica cancellazione di prenotazioni di incentivi ha generato un avanzo di circa 2,2 milioni di euro. Ad oggi inutilizzabili, per motivi tecnici incomprensibili. Misteri che rimarranno irrisolti.