L’ impatto del Cororonavirus sugli eventi è devastante. Lo evidenzia la quarta rilevazione della ricerca quantitativa L’Industry degli eventi e della Live communication di fronte alla crisi Covid-19. Lo studio è realizzato dall’istituto Astra Ricerche per conto del Club degli eventi, un organo di rappresentanza di agenzie specializzate. Il sondaggio si è svolto tra il 18 e il 25 settembre e ha coinvolto 427 tra aziende-clienti delle stesse agenzie, comprese quelle di comunicazione con una divisione specializzata in eventi, e fornitori di servizi.
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Eventi e Covid19: fatturato in picchiata
L’82,7% degli operatori perde almeno la metà del fatturato. E’ questo il dato più allarmante del l’impatto del Coronavirus sugli eventi.
Per le agenzie e gli altri attori dell’offerta, la quota di perdita di fatturato annuo è mediamente del 68%. Per il 38,7% degli intervistati, però, si parla di una perdita di almeno l’85% e per il 34,8% di una erosione compresa tra il 65 e l’80%. Solo il 4% vede sfumare meno del 20%.
Uno sparuto meno del 2% non ha riduzioni, probabilmente grazie alle possibilità offerte dai mezzi digitali.
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Cancellata più della metà degli eventi
Un dato importante è quello relativo al numero degli eventi cancellati o rinviati. I cancellati sono il 55% del totale previsto per il 2020. Nel 23% dei casi sono stati rinviati a data certa o da definirsi, e un ulteriore 15% è a rischio rinvio.
La ripresa della event industry a marzo 2021
Per il 68,4% la ripresa non avverrà prima di marzo 2021. Soltanto il 2% pensa che si ripartirà fra novembre e dicembre 2020 e solo per l’8,2% da gennaio-febbraio. Il primo trimestre del 2021 è quindi già bruciato.
Licenziamenti in crescita
Il tema del lavoro è drammatico. L’impatto del Coronavirus sugli eventi significa tagli ingenti di risorse umane. In media le agenzie dichiarano che dovranno rinunciare al 27,4% dei dipendenti, al 37% dei collaboratori continuativi e semi continuativi. Nonché lasciare a casa il 38,4% di quelli saltuari. Solo il 37% pensa di non ridurre i dipendenti, il 26% i collaboratori continuativi e il 29% i saltuari.
Le aziende prediligono il live
La totalità delle aziende intervistate sente la mancanza degli eventi fisici (il 69% molto e il 31% abbastanza).
Non solo: l’80% ritiene che la mancanza di eventi indebolisce il rapporto con il target in termini di comunicazione. Ecco dunque che il 70% dichiara che quando sarà possibile tornerà agli eventi fisici con intensità.
Proprio la netta predilezione per il live fa crescere solo in minima parte gli eventi digitali. Per il 14,4% delle agenzie, il digitale sta crescendo con i relativi vantaggi e il 30% dice di non svolgere eventi online.
Insomma, per gli eventi il digitale non compensa la perdita causata dall’assenza degli appuntamenti in presenza.
L’impatto del Cororonavirus sugli eventi e il Governo latita
Alla domanda se gli intervistati ritengono che il Governo abbia dedicato la giusta attenzione alla live communication industry la risposta è molto chiara: per l’81,3% il governo ha dato ‘poco’ o ‘per niente’ attenzione. Solo il 4,2% pensa che abbia dato abbastanza o molto attenzione.
«I risultati di questa ricerca confermano la grande preoccupazione da parte degli operatori del settore per un’industria che ha un ruolo fondamentale per la crescita economica del paese, per l’occupazione e per la promozione del made in Italy attraverso i grandi eventi internazionali ospitati nel nostro paese», afferma il presidente del Club degli eventi, Salvatore Sagone.
Urgenti i supporti economici
«Per questi motivi urge un’azione del governo che supporti economicamente e protegga le migliaia di imprese e lavoratori che fanno parte di una filiera lunga e articolata, anche non introducendo ulteriori limitazioni alla possibilità di realizzare eventi in sicurezza», continua Sagone. «Agenzie specializzate, sedi congressuali e location per eventi, service audio-video, allestitori, scenografi, registi, società di catering sono alcuni degli attori di un comparto che contribuisce in maniera decisiva anche allo sviluppo del turismo in Italia, dell’occupazione alberghiera e dei trasporti».
L’online mantiene viva la comunicazione
«E mentre il mondo degli eventi è sempre più coperto da una coltre di fitta nebbia, la divisione Mice del Gruppo Gattinoni continua a dedicare attenzione, consulenza e competenze ai suoi clienti», commenta la chief operating officer Isabella Vallini.
«Facciamo questo per aiutarli a mantenere attiva la comunicazione verso il loro pubblico, senza perdere in efficacia e coinvolgimento, tramite progetti online. Eventi, quest’ultimi, che non richiedono solo strumenti, ma soprattutto capacità di generare contenuti fruibili da un monitor, esattamente come accade in TV. Riteniamo questo approccio non solo funzionale, ma interessante dal punto di vista della modalità espressiva».
«La complessità maggiore che incontriamo sta nella convinzione da parte di molti operatori che si tratti poco più di una video conferenza e che, per questo, i budget debbano essere un decimo di quelli previsti per il live».
Paura e incertezza: i nemici del Mice
«Questa deriva non solo depotenzia l’efficacia dell’evento online, ma colpisce un settore già gravemente in sofferenza, riducendo ulteriormente le revenue», continua Vallini. «Questo sì, ci preoccupa molto così come ci preoccupano la recrudescenza dei contagi e il suo impatto sul mood del mercato. La paura e soprattutto l’incertezza sono i nostri peggiori nemici oggi perché inibiscono ogni attività, la volontà e la possibilità di fare eventi».
«Il comparto è in profondo travaglio e ha bisogno che il Governo comprenda la situazione e ne riconosca la gravità il prima possibile», conclude.