Le chiamiamo compagnie aeree minori non per sminuire il loro ruolo, ma per farne emergere l’importanza in un mercato del trasporto aereo profondamente cambiato. A MissionForum Digital intervistiamo Joerg Eberhart, presidente e Ceo di Air Dolomiti (Gruppo Lufthansa), Remo della Porta, vice president sales di Blue Panorama Airlines (Gruppo Uvet) e Carlo Stradiotti, AD di Neos Air (Gruppo Alpitour).
Air Dolomiti è una compagnia da 15 aerei e 748 dipendenti, che nel 2019 ha trasportato 2,5 milioni di passeggeri. Blue Panorama: 15 Boeing e 3 Airbus A330 in arrivo col nuovo brand Luke Air, 624 dipendenti nel 2019 (contro i 521 del 2018), 1,8 milioni di passeggeri nel 2019. Fatturato 2019: 324 milioni di euro (+11% sul 2018). Neos Air: basata a Milano Malpensa, ha 11 aerei e oltre 600 dipendenti.
Un settore, quello del trasporto aereo, che nel 2019 in Italia ha contato 191 milioni di passeggeri (con 3,3 milioni di pax charter) e un aumento del 3,5% sul 2018. Il traffico nazionale, con 64 milioni di passeggeri, è rimasto pressoché invariato rispetto al 2018 (+0,3%). A crescere è stato il settore internazionale: +5,1% e 127 milioni di clienti. E le compagnie aeree minori italiane – dove “minori” non è una diminutio ma è in confronto ai big player mondiali – giocano un ruolo rilevante.
Vorremmo cercare di tracciare uno scenario possibile, pur sapendo che i traveller non hanno ancora ripreso la fiducia nei viaggi. Air Dolomiti ha un ruolo preciso nel “feederare” gli hub di Monaco e Francoforte. Ci sono nuovi piani?
Joerg Eberhart: «Il modello di feederaggio verso gli hub di Monaco e Francoforte resta. Proprio questa settimana abbiamo ripristinato i collegamenti da Torino, Verona, Firenze, Venezia e Bologna verso i 2 scali. Nel frattempo guardiamo anche a nuove opportunità punto a punto, con operazioni da Firenze (dal 5 giugno) verso Catania e Palermo, e dal 19 giugno verso Bari e Cagliari. Il feederaggio rimane però un elemento chiave anche se vogliamo guardare al point to point con i nostri Embraer 195 da 120 posti».
Come cambierà il trasporto aereo leisure? Ci sono dei presupposti perché i servizi di Blue Panorama Airlines possano rispondere a una domanda di viaggi d’affari? E a patto di quale riadattamento dell’offerta?
Remo della Porta: «Non credo ci sarà una importante ristrutturazione o modifica dei viaggi leisure. Sia noi sia Neos operiamo molti voli con codici di linea, per la maggior parte intermediati. La trasformazione del mondo leisure c’è stata negli ultimi anni, in particolare con l’esplosione di internet e della distribuzione, che ha fatto sì che l’Italia sia diventata un mercato molto maturo. Anche per questo, mi auguro che in inverno si torni a flussi normali.
Dove vedo enormi spazi di crescita è sul traffico incoming: basti pensare che dal Giappone arrivano 1,8-2 mln di passeggeri l’anno, dove il traffico diretto è meno del 50%. Pertanto c’è un settore importante per affermarsi. Ma mi auguro che le compagnie aeree “minori” italiane si possano consolidare anche in altri paesi. Noi ci siamo rafforzati in Polonia. Speriamo di crescere ancora lì e di portare tanti turisti in Italia».
Il decreto Rilancio ha destinato un fondo da 130 mln di euro a voi 3 aerolinee. C’è un aggiornamento rispetto alla dotazione? E’ un sostegno congruo?
Carlo Stradiotti: «Quello che il settore del trasporto aereo ha patito per il Covid, ha messo in ginocchio tutti i vettori del mondo. Un mix tra intensità di capitale e sostanziale blocco del fatturato ha determinato situazioni non gestibili, per scelte pubbliche di tutela della Salute che doveva essere compartita. Guardiamo con favore che il governo ci abbia pensato anche se è una misura ancora in itinere: non sono pronti i decreti attuativi. Quindi è difficile fare commenti più precisi, anche se ci fa piacere che il trasporto aereo sia stato considerato.
Quello che è successo dopo il blocco delle operazioni, con attività di trasporto materiale e di rimpatrio di italiani dall’estero, ha dimostrato come le compagnie aeree minori abbiano svolto – e stanno svolgendo – un ruolo di interesse collettivo molto importante. Il sistema complessivo del trasporto aereo in Italia ha retto, anche grazie al nostro lavoro. Guardo con soddisfazione che ci sia ricordati di noi. Ma c’è tanto lavoro da fare sui decreti attuativi».
E’ una cifra congrua?
«Lo capiremo da come si profilerà la stagione invernale. Tutto dipende da quanto tempo ci metteremo a recuperare lo shock. Ci sono però alcune indicazioni positive: avendo riaperto le vendite sul traffico domestico ed europeo si vede che la domanda è interessante. Forse c’era un pessimismo eccessivo. Adesso va riaperto il traffico intercontinentale. Nel 2021? Vedo uno scenario molto diverso. Con piacere noto che è stato superato il tema del distanziamento sociale sugli aerei. Insomma: per me i tempi di ripresa sono brevi».
Quello italiano è un ottimo mercato: come evolverà nel 2021, dopo che le gravi perdite cambieranno le strutture delle aziende del trasporto aereo? Siete parte di un gruppo europeo fondato su una strategia multi hub e multi brand: essendo anche interessati sul dossier Alitalia, avete analizzato la prospettiva in un senso certamente ampio.
Joerg Eberhart: «Esiste uno scenario 2021 – a livello di gruppo – che vede un’offerta molto ridotta rispetto a quella del 2019. Per ora è difficile quantificare la nostra capacità di posti rispetto al passato, perché dipende da molti fattori. Pianifichiamo passo dopo passo, aumentando l’offerta mese dopo mese e guardando la risposta del mercato. Insomma: è una marcia a vista. Penso che anche gli altri facciano lo stesso. Bisogna capire quali siano stati i danni all’economia».
Alitalia rinasce per la 3a volta con 3 mld del Governo. Vista l’intenzione dell’Esecutivo di supportare il trasporto aereo come mai prima d’ora, quali trasformazioni servirebbero per attuare un rilancio che creasse un sistema italiano più forte?
Remo della Porta: «Dipende da vari fattori e da quali scelte farà l’Italia. L’auspicio è che si possa guardare una collaborazione con gli altri vettori nazionali affinché nei flussi outgoing si evitino sovrapposizioni. Alla luce dei danni del Covid e per l’impoverimento generale, vorremmo stimolare collaborazioni. C’è un enorme spazio di crescita. Le nostre compagnie devono essere viste come partner. Per questo ci sono stati incontri di alto livello per studiare sinergie. Molto importante anche la visione dell’aviazione civile e degli aeroporti, che spesso si trovano in contrapposizione con gli interessi dei vettori.
In Italia ci sono troppi scali che stimolano un traffico che, a volte, rende meno sostenibile il ruolo degli aeroporti principali. Non dobbiamo dimenticare poi che siamo in Europa e che la concorrenza o le sinergie vadano pensate in quest’ottica».
Alpitour vi garantisce il 50% dei passeggeri. Come ridisegnate l’offerta della “winter” 2021 e quali nuovi business cercherete o sottolineerete per garantirvi una operatività certa?
Carlo Stradiotti: «I tour operator sono il nostro cliente principale. Ma negli ultimi anni siamo usciti sul mercato con proposte autonome. Abbiamo sviluppato sistemi di distribuzione che oggi ci permettono di offrire a tutto il mercato dei servizi di linea acquistabili con sistemi multicanale, a 360 gradi. Non esistono più tour operator che possono prendersi rischi da soli, soprattutto sul lungo raggio. Abbiamo ora un approccio al prodotto che deve essere molto più ampio rispetto al passato. Obiettivo: ristabilire tutta l’operatività che caratterizzava il 2019.
Operatività con una base in Italia, una presenza su più aeroporti e uno sviluppo e una crescita di attività non solo outgoing ma anche incoming. Vogliamo puntare sui nostri mercati tradizionali, che sono la Cina e Israele. Su questo intendiamo subito ricominciare a lavorare appena ci saranno le condizioni. Una compagnia, la nostra, che deve sempre reinventarsi e cercare di differenziare sia i clienti sia le modalità di strategia».
In chiusura della tavola rotonda, Joerg Eberhart sottolinea che gli incontri avvenuti tra Alitalia, Air Dolomiti, Blue Panorama e Neos nasce dall’idea di sviluppare sinergie e per chiedere le medesime condizioni che hanno altre compagnie aeree, low cost nella fattispecie. Stesse regole e stesse tariffe dagli aeroporti.
Nei giorni scorsi l’argomento è stato ripreso dalla stampa sia di settore travel sia nazionale. In evidenza il fatto che gli incentivi che aeroporti e territori immettono nelle casse delle low cost siano cospicui. Pari a 226 milioni all’anno secondo una stima del Corriere della Sera in una rticolo a firma di Leonard Berberi. Un ammontare peraltro incompleto “perché non tutti gli scali rendono pubblico questo valore e diversi contratti con le amministrazioni locali restano sommersi nelle delibere”, si legge sul quotidiano.
La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, in un incontro con i vettori low cost operanti in Italia ha ribadito che «si ripartirà con regole uguali per tutti. Per favorire la libera concorrenza e gli investimenti. Arriverà poi un nuovo piano nazionale degli aeroporti, che porterà collegamenti efficienti in tutta Italia».
Compagnie aeree minori italiane in un mercato tutto da riscrivere, guarda e ascolta MissionForum Digital sul trasporto aereo