Dall’inizio della pandemia Covid19, il network mondiale dei professionisti degli eventi Pcma ha monitorato l’andamento del settore somministrando questionari sia agli organizzatori sia ai fornitori.
Il sondaggio più recente è stato condotto a fine maggio coinvolgendo 515 planner e 240 fornitori. Lo scenario che si prospetta non è dei più rosei, soprattutto alla luce dell’assenza di un piano globale a sostegno della ripresa economica.
Le perdite del settore Mice
Guardando ai prossimi 3 mesi, il 35% degli organizzatori e il 72% dei fornitori prevedono che il calo di fatturato del proprio business sarà di oltre il 75%. Allungando le previsioni sino alla fine del 2020, il 36% dei planner si aspetta una perdita tra il 51 e il 75%. Per quanto riguarda invece i fornitori, più della metà – il 52% – è rassegnato a una perdita maggiore, del 75%.
In merito alla ripartenza, sempre più organizzatori e fornitori si stanno focalizzando uno scenario che prevede che i piccoli eventi a carattere locale saranno i primi a ripartire, dando così la spinta a quelli nazionali e internazionali.
Sempre secondo l’ultima survey di Pcma, il prossimo anno la sfida economica si baserà su più fattori. Tra essi i costi per rispettare le norme igienico-sanitarie, la definizione delle quote degli eventi digitali sia per i partecipanti sia per gli sponsor, infine gli investimenti in marketing e comunicazione in un mondo post Covid19.
Il futuro degli eventi: dal digitale non si torna indietro
In merito a come cambieranno gli eventi, lo scenario a più ampio di respiro vede la convivenza degli appuntamenti “in presenza” e di quelli digitali. Invece le previsioni per i prossimi 3 mesi vedono la maggioranza dei professionisti del Mice concordare su una maggioranza assoluta di eventi ibridi e digitali. Probabilmente la pandemia ha definitivamente rivoluzionato il modo di concepirli, programmarli e realizzarli.
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