Hotel sicuri dopo il Covid19: l’hospitality è al lavoro sui protocolli di sicurezza da adottare negli alberghi dopo il Coronavirus. NH Hotel Group e Sgs stanno collaborando per un progetto che ridefinisce e migliora le procedure applicabili alle attività alberghiere del gruppo. In modo da certificarne lo svolgimento in ambienti sani, igienizzati e sicuri, in vista della loro riapertura.
I nuovi processi comprendono la revisione e l’adeguamento di tutti i parametri di igiene e decontaminazione delle strutture. Ma non solo. Anche la formazione dei collaboratori e il controllo e monitoraggio delle misure intraprese fanno parte del processo.
Una volta implementati negli hotel, questi ultimi otterranno un marchio che li contraddistinguerà.
Leggi qui come si sta organizzando Accor, mentre qui il progetto di Best Western.
Hotel sicuri dopo il Covid19: NH Hotels fa i test di monitoraggio
Due strutture di NH Hotels sono già pronte.
Si tratta dell’NH Collection Barbizon Palace di Amsterdam, attualmente operativo, e dell’NH Nacional di Madrid. Qui NH Hotel Group e SGS applicheranno i nuovi standard sanitari con fini di monitoraggio.
Ramón Aragonés, Ceo di NH Hotel Group, osserva « L’esperienza, la capillarità globale e l’indipendenza di Sgs come leader mondiale in materia di ispezione, analisi e certificazione ci permetteranno di adottare le massime precauzioni e mettere in atto procedure specifiche e affidabili volte a presentare i nostri hotel come luoghi sicuri in tutte le aree geografiche in cui siamo presenti».
Sgs è presente in Italia ed ha tra i suoi settori di competenza quello dei viaggi, così come gli eventi. Opera nel Belpaese dal 1915, ha oltre 1.000 dipendenti, 21 sedi operative e 8 laboratori.
Approfondisci su come l’industry degli eventi è al lavoro per ripartire.
Alberghi e massima incolumità per i viaggiatori
Da parte delle rappresentanze delle imprese vengono le rassicurazioni per la fase 2. «Le strutture alberghiere sono pronte a partire», dice Confindustria Alberghi.
«In queste settimane alcune proposte, come quelle dei box in plexiglass o degli igloo sulla spiaggia, hanno contribuito a creare ansia e preoccupazione tra le persone che guardano con speranza all’idea di tornare a viaggiare – si legge in una nota dell’associazione -. Va ricordato che gli alberghi non sono stati chiusi per l’emergenza, la maggior parte ha dovuto interrompere l’attività per mancanza di clienti, ma quelli che hanno continuato ad operare in questi mesi, in cui peraltro il rischio di contagio era particolarmente elevato, sono riusciti con cura, impegno e senso di responsabilità ad offrire un soggiorno in sicurezza».
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già diffuso a fine marzo un documento che riepiloga le misure da adottare.
Continua Confindustria Alberghi: «Esse permettono di prevenire efficacemente il rischio all’interno della struttura offrendo all’ospite un livello di sicurezza tale da consentire il soggiorno in totale serenità. In questa fase gli alberghi italiani sono pronti alla piena implementazione delle misure previste garantendo la massima incolumità degli ospiti».