grandi concessionari dell'automotive

Coronavirus: parlano i grandi concessionari dell’automotive

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I grandi concessionari dell’automotive si confrontano sulla crisi delle vendite da lockdown. Il settore, che realizza l’11% del Pil del Paese, secondo gli analisti di Quintegia, prova a rispondere su come fronteggiare la drammatica situazione del calo delle immatricolazioni: -86% rispetto allo scorso anno. Un dato che sta portando al crollo del lavoro nelle concessionarie, ad un calo di occupazione nella filiera e alla chiusura delle piccole imprese. Con la conseguente perdita di rilevanti entrate fiscali per lo Stato.

«Un quadro che lascia intravvedere un possibile -60% del mercato su base annua», ha fatto notare Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la federazione dei concessionari.

L’appello comune dei dealer italiani, da Nord a Sud, è quello di arginare la pandemia almeno a livello economico. Come? Ecco alcune proposte evidenziate durante la tavola rotonda online sul canale Youtube di “Ruote in Pista”, programma di approfondimento dell’automotive.

Grandi concessionari dell’automotive: Gruppo Bossoni

«Dovrebbero esserci un intervento europeo e uno specifico italiano per fronteggiare il lockdown: siamo aziende strutturate pronte a resistere alla prima fase – commenta Francesco Bossoni, presidente dell’omonimo gruppo -. Siamo tutti uniti su un unico fronte, ma non serve un’overdose di vendite nel breve periodo maggio-giugno, quanto piuttosto una manovra che lavori sulle normative e rimetta in condizione le aziende di ripartire».

Gruppo Barchetti: agire sull’Iva delle auto aziendali

«Abbiamo dato priorità assoluta al lavoro in smart working per la salute fisica e mentale – aggiunge Andreas Barchetti, presidente del gruppo Barchetti – , inoltre abbiamo iniziato ad accrescere le competenze e l’efficienza, dal customer care alla vendita digitale, introducendo definitivamente nuovi canali. Ma non basta, saranno interventi come ad esempio la detraibilità dell’iva alle vetture aziendali come avviene in Europa, ad aiutarci».

Approfondisci qui sull’argomento Iva e auto aziendale.

Gruppo Fassina: slittare i limiti di CO2 alle Case

«Bisognerebbe seguire 3 linee – propone Aldo Fassina, presidente del gruppo Fassina –: in primis l’agevolazione di accesso al credito, poi una forma di contributo per l’acquisto di auto, ma anche lo slittamento dei limiti imposti per la Co2 ai costruttori: il Coronavirus ha creato un ulteriore ostacolo nella filiera per le Case».

Il lockdown è servito alla formazione

Un periodo questo di lockdown – a detta di tutti gli imprenditori della tavola rotonda di ruote in Pista – sicuramente da sfruttare. Ad esempio per migliorare l’efficienza aziendale.

I grandi concessionari dell’automotive sono riusciti a portare avanti innovazioni su cui lavoravano da tempo. Hanno contribuito la migliore disponibilità a risposte rapide i fornitori e il maggior tempo a disposizione per formare gli addetti ai lavori.

Gruppo Intergea: da soli non ce la facciamo

«In un momento come questo in cui i bisogni si sono ribaltati, in Intergea abbiamo preferito rimettere gli uomini al centro. Abbiamo pensato prima ai lavoratori – afferma Catello Esposito, consigliere del gruppo di Torino – Da soli, comunque, non ce la possiamo fare: sarebbe come sfamare un elefante con una caramella. Questo momento abbiamo bisogno di un intervento dello Stato».

Approfondisci in questa notizia su Intergea.

Gruppo Riolo: incentivi per cambiare l’auto con un usato

Sull’opzione di sottoscrivere acquisti da remoto da parte dei concessionari durante il Coronavirus interviene Jolanda Riolo, a capo del Gruppo Riolo.

«I contratti online purtroppo sono pochi perché ammessi solo per situazioni di emergenza – afferma -. Con il parco circolante più vecchio in Europa nel prossimo periodo sarebbe già bene introdurre un incentivo per cambiare l’auto con un usato. Da qui ad un anno non ci sarà la possibilità di sognare in grande».

L’appello conclusivo al Governo è di «ascoltare gli esperti, chiedete a Federauto, fatevi consigliare da chi è del settore», chiosa Riolo.

Dopo il Covid19 una distribuzione più concentrata?

I maggiori gruppi in Italia – più grandi e solidi – oggi vantano una fetta preponderante del mercato. Il loro fatturato medio risulta di nove volte più grande rispetto agli showroom stand alone secondo l’osservatorio bilanci di Dekra.

Con l’accentuarsi della crisi, emerge dal dibattito, potrebbe aumentare ancora la forbice tra la loro attività e quella dei punti vendita più piccoli. Andando ad accelerare il processo di consolidamento dei mercati maturi. Oggi sono 1.500 le concessionarie più grandi in Italia.

Approfondisci sull’alert di Dekra e gli 8 milioni di veicoli in procinto di revisione entro ottobre 2020.

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I furgoni della rete Asconauto

Asconauto: l’assistenza non si ferma

Intanto l’assistenza non si ferma. Lo afferma Fabrizio Guidi, presidente di Asconauto, associazione composta da 24 consorzi, 926 concessionari italiani e 21.349 autoriparatori dislocati in 88 Province e 17 Regioni.

«Tutta la rete associativa dei consorzi di concessionari sta mantenendo il proprio servizio per consentire ai service delle showroom e agli autoriparatori affiliati di assistere i mezzi al servizio dell’emergenza sanitaria nazionale», commenta il presidente.

Continua: «Oggi, di fronte alla tragedia che ha colpito il Paese, la strada diviene ancora più impervia. Ma il processo intrapreso, la forza espressa dalle persone della nostra rete e i successi ottenuti fino ad ora, ci spingono ad avere coraggio e a rafforzare le nostre energie nel proseguire un cammino irto di nuove difficoltà: solo insieme possiamo farcela».

Guidi sottolinea che sono stati questi stessi concessionari, oltre 20 anni fa, a promuovere un progetto logistico che ha eliminato, dalla circolazione giornaliera cittadina, in tutto il Paese, una flotta di 22.000 auto che gli autoriparatori utilizzavano per approvvigionarsi dei ricambi. Sostituendole con un parco di oltre 400 mezzi, nuovi, sicuri, con una vita media di 2/3 anni e sempre meno inquinanti.

In condizioni di normalità, ogni giorno lavorativo 111 promoter e 435 dipendenti dei consorzi aderenti a d Asconauto, con i 400 furgoni della logistica, percorrono 63.636 chilometri.

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